SALMO 125
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi si sviluppa lungo la direzione indicata dalle parole del Salmo 125, di seguito riportato:
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, *
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, *
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli: *
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, *
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, *
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
Nell’andare, se ne va e piange, *
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo, *
portando i suoi covoni
Questo Salmo esprime la gioia per l’intervento salvifico del Signore e la realizzazione delle sue promesse. Il Salmista ci invita a confidare nell’aiuto di Dio sempre, a non disperare mai, a perseverare nella fede e nell’amore anche se il cuore è pieno di dolore e la vita ci sta riservando lacrime e sofferenze. Le lacrime, infatti, non devono diventare motivo di sconforto e di abbandono, né devono distruggere la nostra fede, esse, invece, devono essere considerate come il momento migliore per dare la propria testimonianza d’amore. Il seme dell’amore piantato nel momento della sofferenza e della prova è il seme che porterà più frutto. Gettare sul terreno della vita questo seme quando la prova si fa difficile e tutto si mette contro, costa lacrime, sofferenze, tribolazioni, abbandono, ma è il momento più propizio per avere poi un raccolto abbondante. La nostra fede in Dio, rafforzata dalla testimonianza d’amore di Gesù, ci insegna proprio a essere forti e coraggiosi nel momento della difficoltà. Quando la vita si mette contro i nostri interessi, le nostre ambizioni, i nostri desideri, anche se essi coincidono con gli interessi dei nostri fratelli e con gli interessi di Dio, occorre essere forti nella fede, occorre credere fino in fondo e contro ogni evidenza alle parole di Dio e alle sue promesse. Credere è il punto centrale della nostra esistenza e della nostra testimonianza di fede e di amore. Credere quando l’esperienza di vita si fa seria e richiede una convinzione salda è il primo passo da compiere per non vacillare e per non cadere nella disperazione. Solo credendo saldamente possiamo andare avanti anche nel pianto e nel dolore, e solo credendo saldamente possiamo acquisire quel coraggio (grazia) che è necessario per testimoniare l’amore. Il nostro coraggio di amare è commisurato alla forza della nostra fede. Se la nostra fede è salda ed incrollabile Dio ci darà anche quella forza e quel coraggio che sono necessari per imitare Gesù nell’amare i nostri nemici e nell’essere disposti a dare la vita per loro. L’amore produce frutti che maturano nel giardino del Paradiso, sull’albero della vita eterna che è Gesù Cristo. In Cristo le nostre lacrime si trasformano in gioia, i nostri lamenti diventano sorrisi e canti di felicità, la nostra vita diventa un sogno, perché le catene della nostra prigionia sono definitivamente spezzate, la nostra libertà è assicurata, la morte è sconfitta per sempre e la nostra casa è edificata nel Paradiso. Siamo noi battezzati quei “prigionieri di Sion” che il Signore ha ricondotto presso i suoi atri. Siamo, dunque, noi battezzati a dovere testimoniare con la gioia l’amore e la fedeltà del Signore per l’umanità intera perché tutti i popoli del mondo possano dire insieme a noi “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”.
Capo d’Orlando, 16/10/2012
Dario Sirna