IL SENTIERO NATURALISTICO DI CAPO CALAVA’
Il sentiero naturalistico Calavà si sviluppa sul costone roccioso che sovrasta Capo Calavà nel territorio del Comune di Gioiosa Marea. Al sentiero si accede dalla S.S. 113, in corrispondenza dell’ultimo curvone che precede il traforo del Capo, sul versante di Palermo. Il percorso è molto semplice e facile, richiede poco impegno ed è anche abbastanza veloce e breve. Esso corre diagonalmente alla montagna su cui si arrampica e si mantiene sempre parallelo alla costa. |
E’ costituito da un’unica rampa di vari chilometri, la cui ripida pendenza iniziale si mitiga dopo poche centina di metri. Il sentiero si sviluppa in mezzo alla macchia mediterranea e offre la possibilità di incontrare lungo il suo sviluppo varie essenze vegetali tipiche della costa rocciosa, tra cui citiamo l’euforbia, la canna, la ginestra, il lentisco, l’erica, la ginestra spinosa, il cisto e la sughera. Tali essenze sono individuate, indicate e catalogate da apposita segnaletica descrittiva e fotografica disposta lungo il percorso, specie nella parte iniziale. Non conosciamo la storia di questo sentiero, ma considerata la sua larghezza e la sua strutturazione immaginiamo corrisponda al percorso di un’antica mulattiera che collegava Gioiosa Mare con Patti. D’altra parte la presenza dello strapiombo del Capo costituiva, e costituisce tuttora, un impedimento invalicabile che deviava la circolazione pedonale sul retrostante costone per superare le impervie falesie della costa. Il sentiero rapidamente si innalza dalla sottostante Nazionale recuperando una posizione sempre più dominante e panoramica. Esso ha un altissimo valore naturalistico e paesaggistico. Offre la possibilità di godere di scorci panoramici unici e di indescrivibile bellezza. L’unicità e originalità dell’ambiente in questione è determinata principalmente dai colori delle rocce e dal loro contrasto con l’azzurro del mare, il turchese del cielo e il verde intenso di una vegetazione selvaggia e compatta, nata e cresciuta spontaneamente. I colori delle rocce hanno la dominanza delle tinte calde più infuocate, mentre i rimanenti elementi che completano l’ambiente hanno la diffusa prevalenza delle tinte fredde più azzurrate. Tale contesto di colori genera forti contrasti che hanno la piacevole conseguenza di evidenziare le bellezze di entrambe le tinte. Il rosso ruggine delle rocce ravviva ed esalta l’azzurro turchino e trasparente del mare, viceversa quest’ultimo dà maggiore slancio ed importanza al rosso delle falesie. I colori di questi due elementi sembrano esaltare, lodare e valorizzare reciprocamente le loro caratteristiche come in una gara di generosità e di stima tra due vecchi amici. Questo aspetto diventa rilevante e dominante soprattutto nella zona più alta del sentiero, ove gli strapiombi e le rocce diventano sempre più importanti, mentre il mare offre il vantaggio di un’ampia e minuziosa prospettiva area sulle sconfinate distese di un meraviglioso Tirreno. Inizialmente il sentiero, a parte le interessanti note sulla vegetazione locale, offre poche attrattive. Successivamente, innalzandosi di quota e avvicinandosi sempre più alla zona del Capo si arricchisce di elementi paesaggistici dal valore sempre più elevato. Dal sentiero si possono ammirare vari scorci panoramici di grande bellezza. Sul quadrante di ponente l’andamento sinuoso della costa sinuosa subisce continue variazioni di quota proprio sulla linea della battigia, che, infatti a tratti si innalza ripidamente e verticalmente generando delle vere e proprie scogliere a strapiombo sul mare e a diretto contatto con le sue acque, e a tratti invece di abbassa sulla superficie stessa del Tirreno mantenendosi dolce e culminando in brevi piani alluvionali merlettati da deliziose spiagge di sabbia silicea. Questo particolare gioco, fatto di un altalenarsi di promontori e baie attraverso le quali l’azzurro del Tirreno si incastra con l’ossatura verde e rocciosa dell’Isola, genera un gradevole effetto panoramico, enfatizzato dalla vertiginosa quota della visuale aerea acquisita con il sentiero. La linea della costa allungandosi verso Palermo trova il suo ultimo punto fermo nello slancio verso nel mare aperto del Monte della Madonna, estremità finale del promontorio di Capo d’Orlando. La lunghissima e infinita linea dell’orizzonte si mantiene piatta e schiacciata sino ad arrivare all’arcipelago delle Eolie, in corrispondenza del quale essa si innalza sul piano delle acque per indossare la sagoma armoniosa delle sette sorelle vulcaniche. Questi coni con la loro dislocazione allungata occupano gran parte della scena centrale dell’orizzonte, ove sembrano sostare come modelle in passerella in attesa di consensi e di complimenti. La loro posizione frontale, osservata dal palco teatrale di questo sentiero, emerge dalle profondità marine rivelando la presenza di una corona esplosiva nascosta negli abissi del Tirreno. Questo indiscutibile fascino è poi ulteriormente alimentato dalla suggestiva rocca rossa di Capo Calavà. Superata la zona in salita, il bosco rimane alle spalle e la roccia diventa preponderante. Le bellissime falesie del Capo cominciano ad intravedersi solo quando si raggiunge la sommità del sentiero. Da questa posizione la prospettiva è molto cambiata e ci mostra una rocca irriconoscibile. La grande testa rotonda e accovacciata di Capo Calavà vista dall’alto del sentiero esibisce tutta la sua imponenza assumendo una forma appuntita, violenta e proiettata verso il centro del cielo. Le rocce emergono dal bosco del retrostante costone spogliandosi del loro verde mantello per tuffarsi, nude, nelle cristalline acque del mare. Dalla loro eccezionale bellezza comprendiamo la pregevole natura del cuore interno della montagna. Continuiamo a percorrere il sentiero portandoci a levante del Capo. Qui il percorso si mantiene in quota e si sviluppa come un lunghissimo terrazzo affacciato, a valle, sullo strapiombo della sottostante costa rocciosa, e proiettato, a monte sulle bellissime pareti rosse della montagna attraversata. Ancora una volta a catturare completamente l’attenzione è il forte contrasto tra le rocce e l’acqua, contrasto evidenziato non solo dall’opposto sviluppo delle forme assunte da questi due elementi, ma soprattutto dalla forza trascinante dei loro accesi e spettacolari colori. L’escursione permette di assistere ad uno degli spettacoli più belli della natura siciliana, spettacolo composto da scenari unici e di forte effetto. Indubbiamente è impossibile salire a queste altezze e non provare la sensazione di essere saliti in Paradiso. L’esuberante bellezza naturale parla e comunica Dio con una forza incontenibile, il creato alza un potente canto di lode al suo Signore, l’escursionista è coinvolto in tale tripudio e si rende partecipe della contemplazione dell’amore divino. Le isole, i loro vulcani, il mare, le rocce, gli strapiombi, i colori, il bosco e i paesaggi rapiscono l’animo dell’uomo e lo conducono direttamente al cospetto di Dio. La preghiera trova la forza di sgorgare pura e spontanea dal cuore per ringraziare e lodare il Signore per tanti grandi doni, infondendo nell’anima la certezza non solo di essere amata da Dio, ma, soprattutto, di essere destinataria di un futuro di eterna e più grande bellezza.
Capo d’Orlando, 23/01/2013
Dario Sirna.