CAPO CALAVA’: LA GROTTA DI ENEA
Il Reportage di oggi è dedicato a Capo Calavà (Comune di Gioiosa Marea) ed esattamente alla grotta di Enea e all’ambiente che la circonda. Giungere sul posto è facilissimo, basta seguire le indicazioni che dalla Nazionale conducono alla spiaggia di Capo Calavà. Prima della galleria che trafora la roccia del capo esiste un bivio sul versante ovest, corredato di relativa segnaletica, che collega la statale alla zona dei villaggi. |
Capo Calavà offre delle falesie spettacolari sia per forma, sia per dimensione, sia per colori. La roccia nuda si affaccia a picco sul mare tuffandosi direttamente nelle sue azzurre profondità da cui, come per un gioco di prestigio, riemerge maestosa e coloratissima. Le tonalità calde e rossastre di questo spettacolare promontorio sono uniche nella zona e conferiscono ad esso un marchio distintivo che lo rende inconfondibile. Raggiungiamo il Capo dalla spiaggia di ponente seguendo la battigia. Più ci avviciniamo e più restiamo affascinati dall’imponenza delle rocce e dalla loro straordinaria bellezza. Esploriamo immediatamente la zona bassa dirigendoci verso le pareti che prospettano direttamente a mare. Su questo versante gli strapiombi sono particolarmente alti e inaccessibili. Ci incuriosisce nella roccia che precipita nell’acqua l’apertura di una grande feritoia all’interno della quale penetrano con decisione le onde marine. E’ evidente l’ingresso di una grotta di cui non conosciamo i dettagli e che, a causa delle condizioni del mare, non possiamo esplorare. Scorgiamo, invece, sulla destra, una rientranza che prospetta direttamente su una piccola spiaggia, sulla parte rocciosa di tale rientranza individuiamo delle fenditure. Una di queste è ad altezza d’uomo, ma ha una profondità limitata. Alle sue spalle, tra le rocce della falesia, scorgiamo un muro costruito con pietre ricavate dalla stessa parete. Nel muro sono state realizzate delle grandi aperture che assicurano l’accesso all’ambiente retrostante. Entriamo e ci accorgiamo di essere all’interno di una grande grotta naturale, il cui interno era stato in passato utilizzato come locale pubblico. La grotta è collegata tramite tunnel alla parete ovest della falesia. Al suo interno le onde del mare che penetrano dal versante nord della grande rocca hanno distrutto le varie opere realizzate dall’uomo riappropriandosi di uno spazio demaniale spettacolare e affascinate, indebitamente sottratto alla natura. L’ambiente interno della grotta è alto e ampio, la realizzazione di alcuni setti murari in pietra ha consentito di conferire al volume naturale della grotta ulteriore spazio, rubato all’ambiente esterno per essere annesso all’ambiente interno, che si sviluppa nel cuore della roccia. Ma l’impressione generale è che il mare non abbia gradito questa divisione di spazi e che si sia già messo all’opera per ristabilire l’assetto originario e naturale di questo posto. La grotta penetra nel cuore della montagna mostrandoci di essa una struttura interna poco differente da quella esterna. Anche i colori si mantengono accesi e vivi come all’esterno. L’effetto principale che attribuisce alla grotta una connotazione tipica è dovuto alla presenza di un tappeto di sabbia finissima che funge da pavimento e al rumore del mare in tempesta che, catturato dalle aperture esterne, viene imprigionato all’interno della montagna e costretto dalle pareti a rimbalzare da un angolo all’altro, come un’eco di sirene. Il fascino della grotta è completato sicuramente dalla bellezza dell’ambiente che si sviluppa al suo esterno. A parte la bellezza del mare e delle meravigliose rocce di cui si compone tutto il Capo ad attirare la nostra attenzione è anche il paesaggio su cui la costa si affaccia. Il quadro d’insieme in cui viaggia il campo visivo è decisamente delimitato dalle linee sagomate delle colline che ad ovest, dai Nebrodi, si ergono contro il Tirreno per bloccarne l’avanzata. Analogamente, la piatta linea dell’orizzonte viene sollevata sulla superficie infinita del mare dalle sagome appuntite delle isole Eolie. L’immensità delle grandi acque del Tirreno risulta perciò limitata all’interno dello spazio del canale che separa la Sicilia dall’arcipelago di Lipari. In questo limite invalicabile, posto dal Creatore all’immensità del Tirreno, l’azzurro si specchia dal cielo sul mare con una intensità crescente che sfuma nel blu intenso delle onde. Questi luccicanti raggi azzurri con una serie di lunghe carambole, passando attraverso gli occhi, scendono nell’anima e qui si propagano a tutto il corpo per sollevarlo nella pace e nella serenità. E’ come se i raggi del cielo venissero condensati all’interno del canale per essere poi riflessi su di noi. Il profumo del mare, l’odore della salsedine e l’aroma delle rocce riempiono completamente l’aria accrescendo il fascino del posto. Le brezze di vento spirano sostenute da ponente scagliandosi contro le falesie del capo per diffondere in mezzo a tali profumi l’essenza di una stagione nuova: l’inverno. I raggi solari sono inclinati sull’orizzonte e le ombre sono molto lunghe, presto la grotta verrà nuovamente invasa dalla furia tempestosa delle incontenibili onde. Tutta questa ricchezza di sapori e di sensazioni ci riempie il cuore di forti emozioni che ridestano l’anima dal suo torpore per ricollegarla a Dio. Ci sembra allora che ogni granello di sabbia disteso sulla spiaggia sia proteso verso il cielo per lodare il Creatore e per riempirsi della sua bellezza. Anche noi ci sdraiamo sul letto di ghiaia e insieme ai piccoli granelli ci uniamo al canto di gioia e di ringraziamento che dalla Terra sale al Signore.
Capo d’Orlando 12/12/2012
Dario Sirna