SPETTACOLARE GALAVERNA E SOFFICE COLTRE NEVOSA SULLA DORSALE DEI NEBRODI TRA PORTELLA FEMMINA MORTA E IL LAGO MAULLAZZO
La settimana scorsa, negli ultimi giorni del mese di febbraio, lo scenario barico sul Mediterraneo è stato governato da una possente invasione di aria di origine artico continentale. La potente bomba fredda ha sviluppato la sua azione preponderante negli alti strati della troposfera con l’invasione di masse fredde aventi temperature inferiori a -35 °C. |
La colata gelida, proveniente dal comparto orientale dell’Europa, nella sua propagazione verso sud è stata deviata, come quasi sempre accade, dalla imponente barriera rocciosa delle Alpi, che con l’effetto rimbalzante di un duro muro, ha dirottato il cuore del nocciolo freddo sul Mediterraneo centro occidentale. Quali le sorti della Sicilia in questa esaltante vicenda meteorologica? Ruoli secondari, se non addirittura ruoli marginali, ma comunque sufficienti per mantenere un clima invernale e per garantire alle alture dell’isola nuovi apporti nevosi. Gli ultimi episodi di Dama Bianca si sono concretizzati proprio mercoledì 27 febbraio con deboli nevicate che hanno interessato i rilievi con quote superiori a 1000 metri. Il freddo della notte successiva e l’umidità del cielo sereno hanno favorito però la formazione di estese coperture di galaverna specie sulle faggete dei boschi della Miraglia e di Monte Soro, Noi, sempre vigili in tema di neve, abbiamo approfittato dell’evento sapendo che l’imminente arrivo della primavera avrebbe impedito ulteriori simili occasioni, cosicché nella mattinata del 28 febbraio, di buon ora abbiamo raggiunto Portella Femmina Morta con l’intenzione di scendere fino al Lago Maullazzo. L’escursione è stata veramente esaltante ed ha regalato grandissime emozioni sia durante il cammino effettuato, sia al lago. Nel reportage di oggi ci proponiamo di documentare la bellezza invernale della dorsale dei Nebrodi nel suo tratto compreso tra Portella Femmina Morta e il lago Maullazzo. Prima ancora di raggiungere Portella Femmina Morta, già ad una quota di 1.300 metri il bosco attraversato si presentava ricco di importanti spunti fotografici per la notevole bellezza della galaverna. Il fenomeno della galaverna è veramente singolare, esso ha la capacità di costruire sui rami degli alberi delle strutture di gelo minuziose e perfette, simili a fioriture coralline, aventi lo spessore anche di tre, quattro centimetri. Si tratta solo di gelo, ossia di umidità presente nell’aria e depositata sui rami degli alberi sotto forma di ghiaccio. Le elevate capacità collanti del gelo hanno la proprietà di costruire sui rami degli alberi i cristalli di ghiaccio e di accrescerli nella direzione del vento, formando strutture sottili e allungate che aderiscono perfettamente su tutti i rami del bosco dai più grossi ai più esili e sottili, avvolgendoli in una struttura bianca, purissima e di notevole effetto estetico. Sotto il peso della galaverna i rametti degli alberi e degli arbusti si piegano assumendo un spettacolare forma piangente, che contribuisce ad accrescere la grazia e l’eleganza di queste fragili e delicatissime strutture. Arrivati a Portella Femmina Morta il paesaggio trovato era proprio quello di una eccezionale galaverna, distribuita uniformemente su tutto il bosco e particolarmente evidente sui versanti meno esposti al vento. La bella giornata ha esibito già dal mattino un cielo azzurro, tendente al blu cobalto, in forte e piacevole contrasto con il candido manto della neve e con l’elegante abito bianco del bosco. Nella luce mattutina, ancora abbastanza flebile per riuscire a provocare la rottura dei cristalli della galaverna, i faggi, simili a ciliegi in fiore, sfolgoravano nella tersa volta celeste con la luce abbagliante delle loro brillanti e bianche chiome. Il percorso della dorsale si svolge in gran parte in mezzo alla faggeta e solo in pochi tratti si presenta scoperto e proiettato su grandi scorci panoramici. Il nostro cammino si è perciò snodato quasi tutto in mezzo al bosco, attraversando gallerie di alberi completamente sommerse di una bellissima galaverna, con effetti incantevoli e strabilianti. La meraviglia del bosco gelato ci ha regalato grandissime emozioni, gioie indimenticabili, accresciute dalla favorevole concomitanza di vari effetti, quali innanzitutto lo splendore dei riflessi solari trasmessi dalla purezza cristallina della galaverna, l’azzurro intenso e profondo del cielo, il silenzio imperturbato del bosco e della neve, l’assenza totale di ogni traccia collegabile a recenti presenze umane, la meraviglia di una coltre nevosa perfetta, intatta, solida, modellata, soffice, spessa e vellutata. Il cammino lungo il percorso della dorsale ci ha così sorprendentemente stupiti, ricolmandoci di inattesi paesaggi, che hanno reso la strada percorsa non meno interessante della meta prefissata. Lo scenario in cui ci siamo piacevolmente ritrovati immersi ci ha proiettati in atmosfere polari, atmosfere tipiche delle lontanissime terre artiche o delle distanti regioni alpine. Un gusto nuovo ha ricolmato l’anima di un grande appagamento interiore, il sapore indimenticabile della straordinaria magia della neve e del gelo. Una combinazione efficace che ha contribuito favorevolmente ad accrescere la magica trasformazione del paesaggio con la totale cancellazione di tutte quelle cicatrici che feriscono il volto della natura e il ripristino di uno splendore tipico della giovinezza, della freschezza e della bellezza inviolata, sana e perfetta. Odore di santità, odore di purezza, odore di cielo, odore e sapore di Dio. Tutto profumava della presenza calda e accogliente del Signore, tutto ci parlava di Lui, tutto rifletteva il suo fulgore, tutto ci cantava il suo amore per la terra e per noi. Abbiamo vissuto intensi e profondi momenti contemplativi in cui una sola esigenza si è imposta all’anima: il silenzio dell’io che dà spazio e parola solo a Dio, per poterlo lodare e ringraziare con le sue stesse parole d’amore, parole che il nostro cuore da solo non riuscirebbe a trovare.
Capo d’Orlando 05/03/2013
Dario Sirna