OLTRE IL CATAFURCO – VALLONE GALATI
L’escursione di oggi si svolge nel Vallone Galati, vallone scavato dall’omonimo fiume nel suo tratto compreso tra le sorgenti e la gola del Catafurco. Negli articoli sul Catafurco abbiamo già documentato la bellezza del canyon attraversato dal fiume prima del salto della famosa cascata, oggi continuiamo l’escursione risalendo il letto del fiume nel suo tratto a monte del suddetto canyon. |
L’escursione è abbastanza lunga ed è stata perciò suddivisa in più parti. Per giungere sul posto occorre seguire le stesse identiche informazioni fornite nell’articolo sull’escursione compiuta tempo fa sopra la cascata. Questo tratto del fiume Galati è il meno appariscente, ma, comunque, è sempre molto interessante. Il fiume scorre in un classico vallone a V e presenta un letto regolare, con lunghi tratti a bassa pendenza e andamento quasi orizzontale. Non ci sono salti eccezionali, né elementi di straordinaria suggestione. L’ambiente naturale generato dal fiume e il contesto attiguo rientrano nella normalità della zona. Nonostante ciò non possiamo non riconoscere al luogo un pregio naturale importante caratterizzato da alcune particolarità che gli conferiscono un fascino nuovo ed originale. Nel tratto iniziale, ad esempio, riscontriamo la presenza di un letto di roccia dal colore grigio scuro (quasi antracite) che si estende da sponda a sponda, creando al centro un vero e proprio piccolo canale, all’interno del quale scorrono le acque del fiume nei periodi di magra. Altra caratteristica del vallone sono le numerose piccole piscine dal bellissimo colore verde brillante, colore conferito dai muschi che popolano fittamente le acque dell’alveo. Grazie alla trasparenza eccezionale dell’acqua all’interno delle piscine sono facilmente osservabili piccoli gruppi di trote. Le sponde del vallone a causa della loro elevata pendenza sono fortemente erose in vari lunghi tratti, con segni evidenti di perenni movimenti franosi. A tal proposito risulta particolarmente interessante il versante ovest del Vallone. A monte dell’innesto dei due ruscelli laterali incontrati lungo il cammino, si possono, infatti, notare su tale versante delle belle formazioni rocciose aventi una particolare struttura e immerse in una vegetazione fitta e lussureggiante. Guardando dal basso, i muri di roccia che si innalzano in mezzo al bosco e alla vegetazione rampicante ricordano nell’aspetto le antiche rovine di fortezze o di castelli medievali, dal fascino molto misterioso. Siamo attratti da questi elementi rocciosi, ma la fitta vegetazione che li assale ci scoraggia dall’intraprendere l’avventura di esplorarli in questa occasione. Le condizioni meteo sono del tutto sfavorevoli allo scatto delle fotografie a causa di una intensa copertura nuvolosa bassa e opprimente. Ciò giustifica l’impossibilità di scattare fotografie che documentino il fascino discreto di questo territorio. Un altro particolare che attira molto la nostra attenzione è il colore. Il letto del fiume acquisisce luce, carattere e fisionomia dal colore delle rocce e dei massi attraverso i quali le acque scendono a valle. Il fiume non si muove in un letto di sabbia, ma in un groviglio di numerosissimi massi, che in vari tratti, specie a monte, diventano delle vere e proprie rocce. Nel tratto iniziale il colore dominante della roccia è il grigio chiaro che unito alla monotonia della luce morbida diffusa dalle nuvole appiattisce parecchio le prospettive, accorciando la profondità e rendendo monotono il paesaggio. A queste rocce seguono delle pareti molto scure, dal carattere intenso e contrastante. Queste pareti ravvivano i colori circostanti e riaccendono la vivacità del fiume. Andando ancora oltre i colori si fanno molto più interessanti mostrandoci una combinazione di sfumature e toni che appartengono alle tinte del giallo scuro, del grigio scuro e del grigio chiaro, del marrone, del beige, del rosa e della ruggine. Si trovano così lunghi tratti di fiume popolati da massi di colori differenti, che, accostati l’uno all’altro dall’azione della corrente, creano un particolare e interessante effetto cromatico. Tale effetto è dovuto alla concomitante presenza nello stesso luogo delle rocce attraversate e bagnate dal fiume lungo tutto il suo percorso a valle. Per noi che conosciamo la bellissima evoluzione che le acque di questa fiumara compiono nel loro cammino verso il mare, l’impressione è che il fiume in questo suo tratto a monte voglia mostrarci contemporaneamente una campionatura completa di tutte le rocce che animano il suo straordinario percorso a valle, anzi, volendo essere un po’ meno descrittivi e più romantici, potremmo dire, che il fiume qui sembra volerci svelare tutti i tesori delle sue rocce mostrandocene, con grande gusto e con artistica esposizione, una ampia e bellissima collezione. Continuando il nostro viaggio nel fiume ci accorgiamo che più avanziamo e più esso si fa interessante. Le varie anse del vallone in cui serpeggiano le acque coprono la prospettiva nella direzione della profondità, impedendoci di vedere e immaginare lo scenario che ci aspetta a monte, come se il fiume volesse custodire qualcosa di particolarmente interessante e pregevole. Questa caratteristica strutturale e architettonica del Vallone ci permette, nel contempo, di apprezzare a poco a poco le varie ricchezze nascoste nei piccoli angoli dell’impluvio, dandoci così l’opportunità di gustare tutto, poco alla volta e senza farci affogare. Superata l’ultima ansa, improvvisamente, ci troviamo di fronte ad una sconvolgente e inattesa trasformazione di tutto lo scenario. La valle si restringe fino a diventare un passaggio strettissimo per le acque e il letto del fiume si trasforma in una meravigliosa cascata di enormi massi colorati. La descrizione e documentazione di questa nuova straordinaria meraviglia del fiume Galati, che non smette mai di stupirci, sarà oggetto di un prossimo reportage. Ringraziamo e lodiamo, come sempre, Dio per il dono di questa nuova scoperta e delle emozioni che essa ci ha regalato. Il Signore ha la capacità di stupirci quando meno ce lo aspettiamo e di sorprenderci con la sua infinita bellezza quando il nostro cuore pensa di esserne già sazio, aggiungendo, così, sempre più generosamente, gioia su gioia.
Capo d’Orlando, 14/11/2012
Dario Sirna