GALATI MAMERTINO – ROCCA SAN PIETRO

PARCO DEI NEBRODI – GALATI MAMERTINO – ROCCA SAN PIETRO

Questa singolare rocca si trova nel territorio del Comune di Galati Mamertino ed esattamente nel punto in cui  le acque dell’affluente San Pietro si gettano nel Torrente Ferraro. Il posto è raggiungibile dalla strada di collegamento tra San Basilio e Portella Gazzana. Conviene lasciare l’auto in corrispondenza del ponte sul torrente San Pietro e proseguire a piedi guadando il torrente nelle adiacenze della locale fontana.

Superato il fiume bisogna costeggiarlo in discesa, mantenendosi su un sentiero sterrato facilmente individuabile. La Rocca è visibile dalla strada per cui si può procedere senza esitare. Il tempo richiesto per raggiungere la zona oggetto di escursione è di circa 20 minuti, cronometrati a piedi. Le difficoltà di cammino sono basse durante il percorso di collegamento, ma diventano assai alte nella zona della Rocca. La Rocca è singolare per forma, dimensioni e colori. Durante l’escursione il cielo sempre coperto e cupo, e la luce bassa dei morbidi raggi solari non hanno contribuito ad esaltare i colori, le forme e le profondità dell’ambiente naturale visitato, per cui le fotografie non testimoniano efficacemente la bellezza effettiva del luogo. Anche il meraviglioso contesto paesaggistico è fortemente penalizzato dalla fitta ed estesa copertura nuvolosa. Comunque a Nord Ovest la Rocca si affaccia sulle meravigliose cime del complesso roccioso delle Rocche del Crasto, a Sud Est è dominata dalla singolare bellezza di Pizzo Mueli, a Sud è sovrastata dalla maestosa e verdissima corazza di Serra del Re, a Nord si affaccia su Pizzo Scalì e su Galati Mamertino, e infine ad Est prospetta sull’affascinante costone di Pritti, che con la sua ondulata sagoma partendo da Pizzo Ucina si aggancia alla dorsale della catena montuosa dei Nebrodi. In condizioni meteo ottimali lo scenario naturale che circonda la Rocca San Pietro è di eccezionale bellezza. La Rocca ha un’altezza di circa 50 metri, misurati sullo strapiombo ed è difficilmente scalabile per la sua struttura eccessivamente instabile e fragile. Occorre, perciò muoversi su di essa con grande prudenza e attenzione, senza mai fidarsi della solidità delle pareti a strapiombo. Il punto migliore per l’accesso alla Rocca e per la sua parziale scalata, senza correre eccessivi pericoli, è il versante Est. Da qui è possibile arrampicarsi fino a raggiungere la sella alla base del torrione che, solitario, si stacca dalla Rocca madre come un grande obelisco naturale. Il dente di roccia pura e nuda è longilineo e affusolato, somigliando molto ad un dente sporgente dalle fauci della terra o ad un artiglio emerso dagli inferi per graffiare con il suo puntale appuntito la volta celeste. I grandi massi rocciosi che si trovano alla sua base testimoniano l’esistenza di un antico collegamento tra questa struttura e la struttura principale. La Rocca in un passato non molto lontano doveva, infatti, presentarsi come un solo monolite, arditamente svettante verso il cielo. Questo particolare spuntone roccioso ci ricorda moltissimo quello, più grande e più bello, di Pizzo Mueli. In effetti tutta la rocca San Pietro sembra una riproduzione in miniatura di questo Pizzo, da cui tra l’altro in linea d’aria dista poche centinaia di metri. Oltre a questo insolito faraglione, dalla rocca madre si stacca un secondo torrione, di maggiori dimensioni, ma ancora poco eroso sul fianco interno, tanto da confondersi con la rocca principale, con cui da lontano sembra formare una sola cosa. Tra queste due rocce esiste, invece, un interessantissimo passaggio, una stretta gola, larga circa un metro che come una profonda fessura separa i due torrioni a partire dalla base. L’accesso a questo particolare passaggio è estremamente pericoloso e difficile sia in entrata che in uscita, a causa dell’altezza degli strapiombi da scalare prima di raggiungere il passaggio e della eccessiva friabilità della roccia, la quale, ripetiamo, non offre punti di appiglio affidabili. Sul versante opposto a quello percorso in salita esiste una ripidissima pietraia la quale conduce ad un interessante e inaspettato gioco di rocce e massi all’interno del greto del torrente. La rocca in questione osservata con un occhio differente e collegata al contesto roccioso ivi esistente, sembra essere la parte terminale del fianco est del vallone San Pietro, il quale dopo una breve interruzione riprende ad innalzarsi con questo spuntone di roccia gialla. Le acque del torrente, infatti scorrono, completamente nascoste, alla base di questa rocca per poi immettersi nel torrente Ferraro. Il loro passaggio sotto la Rocca avviene tramite un breve ma interessantissimo percorso che per le dimensioni e la natura degli elementi naturali che lo caratterizzano ci ricorda la bellezza straordinaria della Stretta. Facciamo presente che le acque di questo piccolo affluente, convogliate nel torrente Ferraro, vanno ad ingrossare le acque del fiume che scorre nella Stretta, ecco perché la natura dei due corsi d’acqua ha dei punti in comune. Il torrente San Pietro, dopo un percorso piuttosto regolare e stabile, governato dalle briglie artificiali che a monte imprigionano le sue acque, giungendo alla base della rocca viene improvvisamente deviato e per l’urto con il contrafforte comincia a rimbalzare in una ripidissima discesa che ospita al suo interno una cascata di enormi macigni trasportati e levigati dalla corrente del fiume. L’acqua è costretta, quindi, a saltare da un masso all’altro, dando luogo a una serie di suggestive cascate. Purtroppo in questo periodo il fiume è in forte magra e le sue acque giunte proprio in prossimità di questo affascinante ambiente naturale si infiltrano nel sottosuolo passando all’interno degli spazi vuoti formati dalla sovrapposizione delle enormi rocce e restando per questo motivo invisibili. Torneremo sul posto in inverno per documentare con un apposito reportage fotografico la bellezza di questo tratto interessante del torrente. Perora approfittiamo dello stato di secca per entrare nel greto del torrente e ripercorrerlo in salita scalando i salti creati dai vari macigni sovrapposti tra di loro. Questo passaggio, già alquanto difficile nelle attuali favorevoli condizioni, sarà sicuramente impossibile da realizzare e documentare in presenza di acqua, per cui ne approfittiamo per effettuare un’esplorazione più completa e facile. L’angolo di natura in cui ci troviamo, creato dalla interferenza tra il fiume e la Rocca San Pietro, particolarmente affascinante anche per la sua inaspettata e nascosta bellezza, ci induce alla contemplazione e alla meditazione, proiettando l’attenzione del nostro cuore su Dio e sulle sue infinite capacità di stupirci con nuovi e sempre più interessanti effetti, il cui merito è di allietare la nostra vita orientandola tutta verso Cristo, Signore dell’universo.

Contenti per le bellezze ammirate e per le inattese sorprese riservate da questo angolo riservato di natura, ringraziamo Dio per il dono della bellissima giornata concessaci e lo lodiamo per le sue ammirabili opere e per il grande amore con cui ci permette di conoscere le bellezze del suo creato.

Capo d’Orlando, 17/09/2012

Dario Sirna.

 

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