GALATI MAMERTINO – MARMITTA DEI GIGANTI – CASCATA CATAFURCO – GOLA DELLE NINFE – CASCATA DELLE NINFE
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Questi luoghi sono stati da noi già ampiamente documentati con i relativi reportage, pubblicati nel 2012, disponibili nella categoria Fiumi del menu Reportage. Il reportage di oggi propone nuove immagini scattate all’inizio della primavera, in condizioni di portata del fiume ottimali e con un itinerario completo al cui interno sono state inserite tutte le zone di grande pregio che è possibile visitare durante questa escursione. Generalmente gli appassionati, attratti dalle ben note immagini della cascata, si dirigono direttamente verso la stessa e, fortemente ripagati dallo spettacolo trovato, trascurano di completare il giro. In realtà le bellezze del Catafurco non possono essere ammirate del tutto se dall’itinerario viene esclusa l’esplorazione del piano superiore della Cascata, ossia della Gola attraversata dal Fiume prima di riversarsi nella Marmitta dei Giganti. In questo reportage documentiamo tutto quanto è possibile vedere all’interno di un itinerario completo. L’escursione richiede un tempo di circa otto ore e, considerato il livello dell’acqua all’interno del fiume, non può essere effettuata senza l’uso degli stivali alti. Gli stivali potrebbero anche non essere utilizzati, ma sono vivamente consigliati per evitare lunghi e pericolosi giri. Conviene entrare in acqua anziché scalare le rocce per evitare di bagnarsi. Ciò comunque non riduce di molto il rischio in quanto il fiume ha una notevole corrente e, come tutti i corsi d’acqua, è molto insidioso. Le zone più difficili da attraversare sono le profonde piscine che si trovano alla base delle varie cascatelle formate dalle acque negli stretti canali rocciosi in cui sono costrette a scorrere. In questi punti la prudenza non basta mai. Raccomandiamo perciò massima attenzione e calma. Per raggiungere la Marmitta dei Giganti, al cui interno si trova la cascata del Catafurco, è sufficiente seguire le chiare indicazioni che portano al sentiero attrezzato costruito dalla locale Amministrazione Comunale. Se le condizioni della strada comunale che serve la zona sono ideali è possibile arrivare con la macchina proprio all’inizio del sentiero pedonale che conduce alla Marmitta dei Giganti, in caso contrario occorre lasciare il mezzo ove possibile e procedere a piedi. Per quanto riguarda, invece la parte superiore della cascata, non ci sono sentieri attrezzati o vie indicate che possono essere di aiuto per l’orientamento. In tal caso il cammino da effettuare si svolge in parte sulla strada comunale che dal punto di accesso al Catafurco sale sul costone di Pritti e in parte su sentieri secondari tracciati dai pastori e dagli animali per spostarsi da un pascolo all’altro. Questi sentieri sono rintracciabili all’altezza del primo tornate a sinistra che si incontra nella salita per Pritti, essi danno la possibilità agevole di raggiungere a piedi la sella montuosa che sbarra e devia il corso del fiume. Dalla sella montuosa è possibile ammirare con un solo colpo d’occhio l’andamento del corso del fiume sia prima che dopo la zona da esplorare, quest’ultima rimane confinata sulla destra sotto i due grandi torrioni rocciosi che dominano la selvaggia gola. Da questa posizione, continuando a seguire il sentiero intrapreso si scende nel letto del Fiume. L’escursione entra nel vivo proprio a partire da tale momento. La direzione da seguire è quella che asseconda la corrente del fiume e che spinge l’acqua verso valle. Immediatamente la stretta vallata a V occupata dal letto del torrente si restringe nella parte superiore innalzando pareti con inclinazione sempre più ripide, fino a trasformarsi in una gola a U. Il cammino da effettuare all’interno della gola è di circa ottocento metri, valutati a occhio, non è dunque un cammino lungo, ma è molto impegnativo. Esso segue l’andamento del fiume che in corrispondenza del primo torrione roccioso, trovandosi intrappolato tra quest’ultimo e le bellissime e verdi pareti della Serra Ladri, è costretto a compiere una drastica virata e a piegare verso nord per inserirsi in un secondo corridoio dalle inattese aspettative. Proprio in corrispondenza dell’ansa si apre a monte una seconda piccola, ma profonda gola, è la gola delle Ninfe al cui interno scorrono le acque di una meravigliosa cascatella, proveniente dal versante ovest della Serra Ladri. I piccolo canyon è alto circa trenta metri, largo circa quattro metri e profondo circa trenta metri. Le sue pareti sono molto friabili, formate da una roccia molto tenera e fortemente inzuppata di acqua. Al centro della gola scende un grande salto alimentato da un piccolo ruscello. La cascata richiama in misura ridotta esattamente lo stesso schema strutturale e architettonico della marmitta dei Giganti e del Catafurco. In realtà quello che si osserva all’interno di questo bellissimo piccolo canyon è solo l’ultimo di una serie di diversi salti, di cui il primo è avvistabile dalla sella montuosa che conduce alla sommità della torre rocciosa più alta, incontrata nel percorso di andata. Con moltissime difficoltà ci siamo arrampicati sulle ripidissime pareti del canyon, all’ingresso dello stesso, sul lato sinistro e abbiamo raggiunto la parte più alta di questa sequenza di grandi salti. Purtroppo la vegetazione che si sviluppa attorno al canyon è molto intricata e impedisce sia l’accesso ai piani alti del canyon, sia la veduta sullo stesso. Le immagini scattate si riferiscono solo al primo dei salti, nella zona più aperta e esterna alla macchia che avvolge la restante parte del ruscello. In compenso le vedute panoramiche che si godono dall’alto della posizione raggiunta sono straordinarie e permettono di ammirare la bellezza di tutta la gola sottostante fino quasi ad arrivare al salto del Catafurco. Comunque a causa delle notevoli difficoltà di questo percorso e dei grandi rischi che esso comporta lo sconsigliamo vivamente a tutti. Dopo questa breve deviazione, torniamo nel fiume e continuiamo a muoverci verso valle. La zona raggiunta ha un grandissimo valore naturalistico dovuto al pregio di una natura selvaggia e di un ambiente incontaminato. Le bellezze sono indiscutibilmente elevate e raggiungono il loro apice proprio nel punto del grande balzo, in cui le acque del fiume dalla gola a U si buttano nella Marmitta dei Gigati. Siamo proprio sul bordo del precipizio, una voragine si apre sotto i nostri piedi e una fortezza rocciosa circonda le nostre teste, noi siamo come sospesi in aria in mezzo a uno scenario indescrivibile, mentre il fragore delle grandi acque, precipitate nel baratro della cascata, riecheggia nella gola, rimbalzando da una parete all’altra della stessa, in mezzo a una nuvola di acqua polverizzata. Il rombo delle acque in caduta, amplificato dalla conformazione architettonica della gola, è fortissimo, ma lo scenario, straordinariamente bello, è ancora più coinvolgente e si impone sulle nostre emozioni trascinandoci dallo stupore all’incanto. A valle, con una spettacolare veduta aerea, si domina l’intera Marmitta dei Giganti, struttura montuosa fortemente caratterizzata oltre che dalla imponenza e maestosità dei Giganti rocciosi, dal colore intenso e dorato del materiale di cui è composta. Il giallo sprigionato dal cuore delle rocce mostra tutta la bellezza di questa natura accidentata e intatta. Il verde intenso e vivo della vegetazione arrampicata sugli strapiombi più impervi evidenzia la generosità e la ricchezza di questo angolo di paradiso. A monte, con un’altrettanto spettacolare veduta prospettica, lo sguardo è costretto a volare alto, a innalzarsi verso vette montuose che si arrampicano in cielo nel tentativo di acchiappare e imprigionare i raggi dorati di uno splendete sole siciliano. Anche qui la vegetazione non si arrende di fronte all’assenza di giaciture orizzontali e si arrampica sugli strapiombi per rivestirli di rigogliose e voluminose fronde verdi. Veri e propri boschi di leccio rivestono le pareti del canyon, lasciando ogni tanto qualche piccolo spazio a isolati esemplari di Tasso. La gola è un vero e proprio trionfo della natura e della vita, un canto prodigioso e solenne a Dio Creatore, un monumento alla sua bellezza, alla sua generosità, al suo amore e alla sua genialità. In questa grande ricchezza noi sentiamo nell’anima la pace che scaturisce da un equilibrio perfetto. Questa pace è la via attraverso la quale Dio entra nel nostro cuore e prende possesso della nostra vita. L’esperienza diventa così un ponte di collegamento tra la terra e il Cielo, un ponte che ci solleva interiormente dal peso della condizione terrena per trasferirci nella eterea leggerezza della Luce. Ringraziamo e lodiamo con tutto il cuore il Signore per averci guidato su questi sentieri e per averci concesso il dono di contemplare le sue straordinarie meraviglie e il suo immenso amore per noi.
Un grande grazie anche a Lorenzo di Pane che, oltre a partecipare all’escursione, ha gentilmente fornito alcuni scatti che compongono la galleria fotografica e a Valeria Lo Presti per la sua preziosa, gentile e piacevole presenza.
Capo d’Orlando 29/04/2013
Dario Sirna