GALATI MAMERTINO – LONGI – LA STRETTA – DAL PARATORE ALLE ROCCHE GRIGIE

ATTRAVERSANDO LA STRETTA – DAL PARATORE ALLE ROCCHE GRIGIE

Siamo sulla linea che segna il confine tra il territorio del Comune di Galati Mamertino e il territorio del Comune di Longi ed esattamente ci troviamo nella Fiumara Galati, nel suo tratto compreso tra la località Paratore e le Rocche Grigie, all’interno della famosa Stretta. Questo reportage non è stato pubblicato con lo scopo di documentare la bellezza di questo lunghissimo tratto del Fiume Galati, sarebbe troppo riduttivo descrivere tutto in un solo articolo e con un numero di foto così esiguo.

La zona è stata ampiamente documentata l’anno scorso con la pubblicazione di numerosi articoli che nel dettaglio mostrano questo tratto eccezionale di natura siciliana. Gli articoli in questione sono disponibili nel sito sotto la voce fiumi e laghi, ma per una ricerca più veloce è sufficiente utilizzare la funzione ricerca del sito, inserendo nella stessa il nome della località in questione. Questo reportage ha il semplicissimo compito di mostrare il volto della Stretta nel periodo primaverile e nel contempo di promuovere le visite all’interno della stessa, attenzionandola  tra le meraviglie da visitare nella nostra zona. La Stretta è un luogo molto difficile da attraversare, pieno di insidie e di pericoli, dovuti a diversi fattori, tra cui la corrente del fiume e la impraticabilità del territorio. All’interno della Stretta l’acqua non si asciuga mai.  In questi giorni, nonostante la prolungata siccità, oltre 100 gg. senza  piogge, il livello del fiume è piuttosto alto e in corrispondenza delle piscine la profondità è notevole. Con l’arrivo dell’estate e l’incremento del caldo, la maggiore evaporazione sta contribuendo ad abbassare tale livello e permette l’attraversamento del fiume con minori rischi e senza l’uso obbligatorio degli stivali alti. In tal caso al posto degli stessi consigliamo di utilizzare delle scarpe da fiume o mare, o, in alternativa, delle vecchie scarpe con un ottima suola antiscivolo. Per il cammino sui tratti esterni al fiume sono consigliate scarpe da trekking. Le scarpe vecchie, i pantaloncini e il costume sono indispensabili per attraversare il fiume, i pantaloni lunghi e le scarpe da trekking sono richiesti per percorrere i sentieri di collegamento e la règia trazzera. In località Paratore si arriva dallo scorrimento veloce per Galati Mamertino. Le macchine vanno parcheggiate nell’area sottostante il ponte in c.a. che precede l’inizio del tratto di strada in pendenza. Per arrivare alla porta del Paratore consigliamo di attraversare il fiume e  di percorrere la sua sponda in territorio di Frazzano, ove esiste un sentiero sterrato. In corrispondenza dell’ultima area recintata annessa all’acquedotto comunale di Frazzanò si entra all’interno della gola che conduce alla Stretta. La gola ha una lunghezza di circa 500 metri, tutti percorribili. Raggiunto il canale e la cascata formati dal fiume nel punto in cui le due pareti opposte della gola quasi si sfiorano, non si può più andare avanti. Per continuare l’escursione  occorre necessariamente ritornare indietro, uscire dalla gola e immettersi sulla regia trazzera. L’imbocco di quest’ultima si trova sempre sul versante di Frazzanò. All’inizio il sentiero è stretto, poco marcato, e scomodo, ma nel suo tratto più alto esso diventa largo, pianeggiate, facile e molto meno pericoloso di quanto si possa immaginare. Questo sentiero, costruito in mezzo alle rocche che compongono le pareti della gola nel comune di Frazzanò è molto suggestivo. Esso è realizzato con muratura di pietrame a secco di antichissima fattura, impatto ambientale ottimo, e con il pregio di una vista eccezionale sulla gola. Il fiume viene sorvolato dall’alto, mentre lateralmente la fitta vegetazione boschiva che ammanta gli strapiombi della gola incornicia il campo visivo all’interno di un paesaggio straordinariamente affascinate. Giunti in corrispondenza delle piccole caverne situate in prossimità del primo boschetto incontrato consigliamo di  effettuare una visita alla grotta Colonna. La grotta si trova sullo stesso costone roccioso delle caverne, ma la sua posizione è molto più in alto. Durante il tragitto si incontrano altre grotte che si distinguono dalla grotta colonna per l’assenza delle stalagmiti. La grotta colonna al suo interno invece ospita almeno cinque gruppi di colonne imponenti, alcune delle quali a causa della loro stretta vicinanza si sono saldate tra loro. Le posizioni, le dimensioni  e le forme delle colonne sono tali da far pensare che esse abbiano una funzione portante per la gigantesca massa rocciosa che le sovrasta, mentre in realtà si tratta di strutture carsiche, formate dall’azione combinata dell’acqua, del calcare e della gravità. Non esiste un vero e proprio sentiero che conduce alla grotta, in quanto la stessa è poco visitata. La salita da affrontare è molto ripida, faticosa e difficile,  ma non pericolosa, da consigliare solo a persone allenate. Dopo la visita alla grotta occorre ritornare indietro per riprendere il cammino sulla regia trazzera. Quest’ultima va percorsa fino a circa venti metri prima del suo crollo completo. In questo punto, sulla scarpata che scende nel fiume, esiste, nascosto in mezzo alla vegetazione spontanea, un sentiero che permette di raggiungere il greto del torrente. Attenzione al passaggio in questione, esso pur essendo breve, è parecchio difficile a causa delle sue eccessive pendenze, ma comunque praticabile. Raggiunto il fiume l’escursione prosegue dapprima verso valle, in modo da raggiungere il salto della Stretta e poi riprende verso monte in direzione Rocche Grigie. Consigliamo vivamente di percorrere il tratto a valle, perché  è una delle parti più belle ed interessanti del fiume. Se le forze non sono sufficienti e si vuole interrompere l’escursione conviene optare per la zona a valle, molto più breve, ma tanto affascinate. All’interno della Stretta i pericoli sono ovunque e sono dello stesso genere, mentre le difficoltà sono differenti a seconda della zona considerata. Dopo avere visitato l’area della Stretta sopra la cascata, se le forze lo permettono, è consigliabile riprendere il cammino verso monte per raggiungere altre zone di eccezionale bellezza. Il fiume presenta una ricchezza di scorci paesaggistici e naturalistici di incredibile valore. Piscine, canali, cascate, rocce, massi, si susseguono senza interruzione alcuna, in più a ciò si aggiungono punti dotati di una bellezza particolare dovuta al colore delle rocce, alla vegetazione, agli strapiombi laterali, o ad altri effetti ancora più originali. Tra questi ultimi segnaliamo un ingrottamento, formato da un masso di dimensioni gigantesche, appoggiatosi sul fianco longese della gola. Il fiume scorre tra queste due rocce, all’interno di un canale a forma di galleria. Il passaggio è molto suggestivo e l’ambiente esterno che lo circonda è di grande bellezza. In questo punto, nei periodi freddi, a causa della bassa temperatura dell’acqua il fiume non può essere attraversato, per cui occorre scalare la roccia che origina l’ingrottamento. Per effettuare questo passaggio è consigliabile l’uso di una fune lunga 15 metri.   Grazie a questo rimedio l’ostacolo è facilmente superabile. L’escursione offre tantissime occasioni  per la meditazione e la contemplazione. Molti scorci del fiume richiamano alla mente una natura selvaggia, intatta, primitiva e restituiscono all’uomo la sua condizione di creatura posta da Dio al centro del Creato per un dialogo diretto con il suo Creatore. Tra le strettissime pareti della gola il mondo, con il suo moto distruttivo e suoi ritmi super veloci, sembra non riuscire a penetrare, esso rimane confinato all’esterno,  lasciando così inviolata l’impronta del Signore sulle sue opere. Il sapore ancora fresco del profumo della creazione impregna la valle e penetra nel cuore del visitatore richiamandolo alla dimensione cosmica, ove lo splendore divino appare il motore e la sorgente di ogni bellezza. La natura diventa allora occasione in cui l’uomo riscopre contemporaneamente la sua centralità nel creato e la centralità di Dio nel  cosmo, due realtà apparentemente lontane ma fisicamente in contatto, destinate ad essere unite in eterno dall’amore divino.

Capo d’Orlando, 26/06/2013

Dario Sirna.

 

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