GALATI MAMERTINO E LONGI – FIUMARA GALATI – CASCATE IN LOCALITA’ MILE’
Siamo nella Fiumara Galati, zona Milè, l’escursione di oggi ha come obiettivo la documentazione di quella porzione di fiume che si trova a valle delle briglie di cemento. La costruzione delle briglie interessa tutta la zona compresa tra il Ponte di Milè, in corrispondenza dell’incrocio tra la provinciale che collega Galati Mamertino con Longi e la strada che porta a San Basilio, e Longi. |
Ma in questo lungo tratto di Fiume c’è una zona, particolarmente bella e suggestiva all’interno della quale a causa proprio delle difficilissime condizioni del territorio per fortuna non è stato possibile cementificare. Si tratta di un segmento di fiume molto accidentato, ove insistono massi aventi dimensioni di dieci, venti metri di altezza, che si accavallano l’uno sull’altro costringendo l’acqua del torrente a incanalarsi lungo un percorso fantastico caratterizzato da una lunga sequenza di cascate, piscine, salti, laghetti e rocce. Lo scopo del nostro reportage è documentare questa zona nel periodo primaverile con una portata di acqua abbondante. La stessa escursione era stata effettuata in estate, nel mese di agosto quando, grazie alla magra del fiume, abbiamo potuto scrutare tutti gli angoli di questo posto. Per raggiungere il fiume abbiamo sfruttato la stessa via illustrata nel reportage di ieri, ossia siamo scesi dalla prima deviazione sulla sinistra che si incontra subito dopo l’imbocco della strada per Nasera, sulla Provinciale che da Milè sale a Galati Mamertino. In questo modo si arriva in un punto del fiume sito a monte della zona da raggiungere, ma molto vicino alla stessa. Sono indispensabili gli stivali alti e l’escursione è estremamente pericolosa, per cui è sconsigliata a tutti nel periodo di abbondanza della portata del fiume, mentre diventa molto più semplice e facile nel mese di agosto, quando è possibile ridiscendere l’alveo senza uscire dallo stesso, ma anche in questo caso i pericoli sono alti a causa dei vari passaggi difficili che occorre superare. Nel periodo invernale all’escursione si può associare la visita alla cascata che si trova dal lato di Longi, in corrispondenza del punto di ingresso nel fiume. Si tratta di un salto di oltre dieci metri di altezza generato da un piccolo ma suggestivo ruscello, affluente del Fiume Galati, che precipita dalle pareti verticali delle Rocche del Crasto. La cascata in questione è interessante e risulta incanalata all’interno di uno stretto cunicolo scavato dall’acqua stessa nella roccia. Raggiunto il Fiume non è difficile individuarla sul versante opposto della vallata, per arrivarvi occorre guadare il torrente e portarsi sulla sua sponda longese. Il ruscello in questione è molto ripido ed in parte è interessato dalla vegetazione selvaggia in mezzo alla quale lo stesso passa. Specie nel tratto iniziale tale vegetazione risulta più intricata, mentre il tratto prossimo al salto è libero. La cascata è interessante e se vista in periodo invernale è ricca di acqua, forse è talmente piena di acqua che gli spruzzi provenienti dalla sua caduta impediscono di avvicinarsi ad essa e di fotografarla nella sua bellezza. Purtroppo anche in questo caso dobbiamo constatare con amarezza che il grado di incivilita dell’uomo è tale da produrre gravi danni all’ambiente naturale di questo ruscello, al cui interno, infatti, si trovano intrappolati in mezzo alla vegetazione e alle rocce tantissimi detriti di spazzatura, catapultati dall’alto. Questo ruscello infatti in alto attraversa la Provinciale ed è quindi un punto “comodo” per smaltire in maniera incivile i rifiuti. Al suo interno si trovano carcasse di elettrodomestici e ogni altro tipo di rifiuto, con notevole danno non solo all’immagine dell’ambiente, ma anche alla sua salute. Esiste perciò un forte contrasto tra la bellezza indiscutibile dell’opera del Creatore e la violenza usata dall’uomo sulla stessa. Questo contrasto mette in evidenza non solo la differenza tra Dio e l’uomo, ma soprattutto esalta le difficoltà di relazione che l’uomo ha con il Creatore. Nonostante ciò la bellezza della natura soverchia di molto i danni apportati alla stessa dalla scarsa considerazione che l’uomo ha di essa per cui è possibile apprezzare ugualmente il fascino di questo bellissimo scorcio della Stretta di Longi. Tornati nel fiume lo percorriamo e attraversate poche briglie raggiungiamo dall’alto la zona di nostro interesse. L’acqua nel fiume è considerevole, la corrente è fortissima e non è possibile proseguire continuando a camminare nell’alveo, così decidiamo di uscire fuori dal fiume e di scavalcare la zona in questione arrampicandoci sul fianco di Longi della Stretta. Il passaggio in questione non è segnato sul territorio per cui deve essere realizzato sul momento cercando di aprire un varco all’interno della vegetazione fitta e intricatissima, che interessa il posto, vegetazione fatta di rovi, canne e macchia mediterranea. Questo percorso alternativo conduce alla pietraia che scende dalla grande rocca rossastra stratificata che si innalza sul fianco longese. Tramite tale pietraia è possibile raggiungere nuovamente il Fiume e risalirlo. Precisiamo che tutto questo percorso è impegnativo e molto fastidioso, oltre che pericoloso, specie nella zona instabile della pietraia. Ma è l’unico modo per raggiungere il fiume senza attraversare la furia della sua corrente. Lo scenario che ci aspetta nell’alveo è spettacolare e sorprendente, tanto bello da riempirci di stupore e meraviglia. Le acque del fiume attraverso una serie continua di carambole rimbalzano da un masso all’altro spostandosi in un contesto di rocce altissime e molto belle. I passaggi sono difficili, ma con tanta calma e attenzione è possibile risalire lentamente il fiume. L’acqua del torrente non è più distribuita nella grande larghezza di una briglia, ma convogliata nello stretto canale scavato tra le rocce, che qui fungono da argini naturali. Ciò aumenta considerevolmente la profondità del fiume e non consente il suo attraversamento in nessun punto, neanche con gli stivali alti. Inoltre a causa della notevole corrente del fiume non è affatto prudente muoversi verso il centro delle linee di flusso. Ciò significa che per risalire il torrente occorre mantenersi necessariamente sulla sponda di Longi e affrontare gli ostacoli dovuti alla presenza dei grandi massi scalandoli ad uno ad uno. Per fortuna, nonostante si tratti di rocche di grandi dimensioni, essendo le stesse accavallate l’una sull’altra come in una sorta di scalinata, è possibile trovare i passaggi giusti per risalire l’intero segmento di fiume, fino a giungere alla cascata più alta. Qui l’architettura del fiume forma uno scenario particolare, costituito da un anfiteatro di rocce alte circa cinque metri all’interno delle quali, con una bella cascata, si riversano tutte le acque del fiume. Le dimensioni di questa affascinante struttura rocciosa sono tali da consentire la raccolta dell’acqua e la formazione di una grande piscina naturale avente le dimensioni di venti metri per dieci metri circa. Questo angolo è arricchito inoltre da una cornice di verde molto ricca e lussureggiante che conferisce al posto un grande fascino. Ringraziamo come sempre il Creatore per averci dato la gioia di ammirare lo spettacolo interessantissimo di una natura sorprendente e avvincente. Le grandi rocce, la forza della corrente dell’acqua, la cascata, la vegetazione e il contesto esterno ci permettono di avvertire nell’incontro con il creato il grande amore con cui il Signore opera continuamente nei nostri confronti per offrirci un mondo bello, ospitale, interessante e coinvolgente, all’interno del quale solo la relazione tra l’uomo e Dio è centrale.
Capo d’Orlando, 07/05/2013
Dario Sirna.