GALATI MAMERTINO – IL TORRENTE BEDDULA E LE SUE CASCATE – PARTE PRIMA
Il torrente Beddula è un affluente della Fiumara Galati e si trova nel territorio comunale di Galati Mamertino. Le sue acque scorrono in una stretta gola scavata tra la Serra Ladri e la Serra Corona, all’interno del Parco dei Nebrodi. Questo corso d’acqua lo si può considerare il fratello del torrente che scende dal Catafurco, con il quale poi si unisce in località Molisa. |
E’ alimentato direttamente dalla falde della dorsale dei Nebrodi e precisamente dalla quei versanti della stessa compresi tra la Dagara e il Cugnuso. Il bacino di raccolta che lo tiene in vita è perciò uno dei più alti e dei più ricchi di umidità della zona in questione, infatti, pur trattandosi di un corso d’acqua minore e breve esso presenta notevoli portate invernali. Durante il periodo estivo, a seconda della piovosità della stagione, riesce a mantenere in vita una esile vena d’acqua che si ingrossa maggiormente alle quote più basse. Su questo torrente abbiamo già pubblicato un bel servizio che documenta il suo aspetto durante la siccità, ossia in periodo di magra, quando il fiume in vari tratti è completamente asciutto. Le strutture dell’alveo e della gola che raccolgono le acque sono particolarmente interessanti e di grande bellezza. Il fiume è difficile da risalire e l’escursione non è consigliata se non si è pratici di questo tipo di cammino, se non si è allenati, se non si è attrezzati opportunamente e soprattutto se non si è pazienti, se si ha fretta e se non si è calmi. Per arrivare sul posto occorre dirigersi verso il borgo Molisa utilizzando la strada comunale a servizio dello stesso, ossia la via che conduce alla Cascata del Catafurco e, raggiunte le case, occorre immettersi sulla trazzera che scende sul ponte in cemento che attraversa il fiume. Arrivati al ponte si può parcheggiare la macchina e proseguire a piedi fino a raggiungere il torrente in questione. La zona del ponte è la zona carrabile più vicina al punto in cui il torrente Beddula si innesta sulla Fiumara Galati. Non consigliamo gruppi numerosi, ma gruppi formati da non più di quattro unità, oltre la guida. In inverno e nelle stagioni in cui il fiume è in piena è obbligatorio indossare gli stivali alti in quanto la maggior parte del percorso si svolge all’interno dell’alveo e, considerato che questo è molto stretto e ripido, le acqua sono spesso profonde e impetuose. Per questo motivo è necessario essere sempre molto prudenti e attenti. Si consiglia di scegliere giornate soleggiate con rischio nullo di precipitazioni per motivi sia di sicurezza che di luminosità. Eventuali temporali nelle zone montuose retrostanti il torrente possono causare un’improvvisa discesa della piena con serie difficoltà dovute alla mancanza di vie di fuga. Il fiume in tutto il suo percorso scorre in mezzo a pareti rocciose grigie e chiuse, orientate in modo tale da ricevere una scarsa illuminazione naturale. Spesso le ombre della Serra Ladri e della Serra Corona si stendono sul fiume lasciandolo completamente al buio, per questo è indispensabile che il cielo sia sereno in modo da avere luce sufficiente per scattare le foto. Inoltre i raggi solari nelle ore centrali del giorno entrano all’interno della gola colpendo frontalmente l’obiettivo con fortissimi effetti di controluce ed evidenti segni di ombre marcate alternate ad aree sovresposte. Una condizione di luce davvero difficile da gestire, con i colori delle rocce che in quasi tutto il percorso sono neutri e irrilevanti. La forte umidità del fiume, inoltre impregna e scurisce le superfici rocciose rendendo ancora più marcati i contrasti. La gola in questione pur essendo originata dalla parete ovest della stessa montagna che dà vita alla Marmitta dei Giganti e al Catafurco, presenta caratteristiche estetiche molto diverse. La differenza principale è rappresentata dai colori. Mentre nella Marmitta dei Giganti le rocce sono fortemente tinte di giallo, qui, a parte l’eccezione di qualche tratto, si presentano grigie, fredde e senza tono. I due ambienti, seppur attigui e confinati hanno caratteristiche molto diverse, a prima vista presentano pochi punti in comune e sembrano non collegabili tra loro. In realtà una più attenta osservazione dimostra tutto il contrario, ma è pur vero che dal punto di vista architettonico e strutturale questa gola con il fiume che la solca al suo interno ha una bellezza tutta sua, originale e non confrontabile con quella del Catafurco. Qui a causa dei minori volumi della portata le dimensioni in gioco sono meno appariscenti, ma gli effetti naturalistici sono comunque di grandissimo pregio. Il Torrente Beddula supera in bellezza il Catafurco, anche se in quest’ultimo fiume alcune scenografie sono di maggiore impatto. Occorre unire al Catafurco il resto della gola che lo precede prima del salto e tutto il fiume che lo anticipa a monte di quest’ultima per trovare un termine di paragone tra le bellezze di questi due meravigliosi fratelli. L’originalità del torrente Beddula non sta nel punto di forza di una cascata ma nella spettacolarità di tutto il suo percorso. Il tragitto del Beddula è infatti un continuo susseguirsi di giochi d’acqua e di cascate aventi altezze comprese tra i due e i cinque metri, il tutto in un contesto straordinariamente bello, selvaggio, incontaminato, puro, verde e lussureggiante. La roccia e l’acqua sono gli ingredienti principali di questo cocktail di fascino e bellezza, ma non mancano spunti paesaggistici e sorprese naturalistiche di elevatissimo pregio. Uno dei punti più interessanti del tratto documentato con il presente reportage è rappresentato dal canyon di roccia al cui interno scorrono le acque del fiume. Il canyon oltre alla suggestione del letto e delle pareti rocciose offre lo spettacolo di numerose cascatelle e piscine dominate nella zona più alta da una vera e propria cascata di grande bellezza. Il salto compiuto dalle acque nella cascata è di circa dieci metri e si inserisce nel contesto roccioso porgendo alla prospettiva centrale il suo fianco destro. Ciò significa che l’effetto scenico della cascata è notevolmente impreziosito da una prospettiva tridimensionale movimentata in cui le acque del fiume assumono direzioni di cammino diverse che si intrecciano tra di loro per dare luogo a una dinamica molto accattivante. Il flusso principale è così diviso in vari flussi secondari che lungo i dislivelli seguono cammini differenti per poi tornare a congiungersi nelle medesime piscine rocciose. Quello del Beddula è uno spettacolo naturale che non annoia mai, che richiede continua attenzione e che tiene sempre desta l’emozione, perché è un susseguirsi ininterrotto e rinnovato di meraviglie e bellezze. E’ impossibile immergersi nell’atmosfera paradisiaca di questo prezioso gioiello dei Nebrodi senza sentire nel cuore il desiderio di cercare Dio, di incontrarlo, di amarlo, di ringraziarlo, di lodarlo, di contemplarlo, di stare con Lui e di godere della gioia che scaturisce dalla grande pace trasmessa dalla bellezza del creato. L’escursione nel Torrente Beddula diventa perciò esperienza spirituale che accresce nell’anima la sete di Dio.
Capo d’Orlando 24/04/2013
Dario Sirna
Con la collaborazione di Sebastiano Mirici