GALATI MAMERTINO – CASCATA BEDDULA

SERRA LADRI – TORRENTE BEDDULA E CASCATE

Ci troviamo nel territorio comunale di Galati Mamertino e ci proponiamo di esplorare il vallone stretto fra le pendici della Serra Ladri e le pendici della Serra Corona all’interno del quale scorrono le acque del torrente Beddula. Arriviamo sul posto percorrendo la strada che dalla frazione  Galini conduce al borgo Molisa e da qui scendiamo sul fiume Milè fino a raggiungere il ponte edificato per collegare le due sponde del suddetto corso d’acqua.

Poco prima di raggiungere il fiume parcheggiamo l’auto e proseguiamo a piedi passando sopra il ponte per spostarci sull’altro versante della vallata. Il torrente Beddula è un affluente del Fiume Milè che si innesta in esso poco a valle del ponte. Questo torrente è il fratello minore del Fiume Milè. Mentre, infatti, quest’ultimo scendendo del Catafurco costeggia tutto il versante est della Serra Ladri, il torrente Beddula, scendendo dal catino di Contrada dei Ladri, fiancheggia il versante ovest della stessa Serra. I due corsi d’acqua cingono  la Serra Ladri accerchiandola completamente con un anello di acque. Essi scorrendo nei due valloni al centro dei quali si innalza la Serra Ladri si uniscono poi in corrispondenza della Contrada Casalina, punto da dove noi abbiamo iniziato a risalire il torrente Beddula.  Su quest’ultimo non abbiamo nessuna notizia in quanto per la sua scomoda posizione è generalmente tralasciato. Noi, dopo aver visto le straordinarie bellezze della Marmitta dei Giganti, della Cascata del Catafurco e del Fiume Milè, strettamente adiacenti al vallone in questione, guardandolo da lontano,  ci aspettiamo di poter scovare ambienti di pari bellezza. Già dopo qualche centinaio di metri dall’inizio dell’escursione il torrente comincia a sfoggiare le sue interessanti bellezze fatte di rocce, salti d’acqua, piccole cascate, piscine, gradinate, restringimenti e sprofondamenti. La natura assume qui  la stessa conformazione che ha nella Stretta del Paratore, nel fiume Milè e al Catafurco. La differenza principale con questi posti è nelle dimensioni meno appariscenti degli ambienti fluviali  e nel colore delle rocce, che, pur mantenendo lo stesso aspetto delle rocce delle vicine vallate, presentano tonalità poco intense e tendenti al grigio chiaro. Il torrente è alimentato da un bacino più piccolo ed ha perciò una portata inferiore, anche se a valle si mantiene umido in tutti i periodi dell’anno, compresi quelli dei caldissimi e siccitosi mesi estivi. La minore portata determina una minore lavorazione delle rocce e dell’ambiente in cui le sue acque scorrono, anche se si riscontrano di continuo scorci di grande bellezza formati da suggestive cascatelle e da piccole piscine, ove le acque cristalline regalano lucide  trasparenze e magici riflessi. Muoversi all’interno del greto non è facile anche se il fiume ha ancora una portata fortemente ridotta.  I passaggi più difficili sono dovuti alla presenza di estese piscine  e da alte rocce che si combinano tra loro in modo tale da incrementare le difficoltà di percorso. L’escursione è perciò impegnativa e lunga. Con l’avanzare della stagione delle piogge e il conseguente innalzarsi del livello del torrente le difficoltà cresceranno vertiginosamente rendendo alcuni passaggi insuperabili. Dopo circa un’ora di cammino giungiamo nella parte più interessante. Le pareti della vallata si restringono formando una stretta e rocciosa gola. Il torrente scava al suo interno un affascinante percorso interamente edificato su un letto di roccia pura. Sul fondale roccioso si allargano due bellissime piscine ricolme di limpidissime acque. Le due piscine si trovano su due livelli differenti collegati tra loro da un bel salto di roccia attraverso il quale le acque del torrente  traboccano dalla piscina superiore a quella inferiore. La seconda piscina si trova alla base di un secondo salto di roccia alto circa dieci metri, un vero e proprio strapiombo, fortemente levigato dal passaggio continuo dell’acqua.  Questa seconda cascata è di grandissimo effetto e di eccezionale bellezza. Lo scenario è dominato dalla roccia nuda e dall’acqua, elementi protagonisti di questo incantevole e suggestivo ambiente. La natura apre ai nostri occhi le porte di un affascinate scrigno al cui interno è custodita con grande cura la ricchezza più grande di questo torrente. Un tesoro che non ha nulla da invidiare al Catafurco, perché, anche se di dimensioni meno eclatanti, presenta comunque un’armonia naturale rara e unica. Tutta l’attenzione del visitatore è catturata dall’ambiente interno alla gola, d’altra parte la conformazione rocciosa dei versanti delle montagne è tale da chiudere lo sguardo dentro questo straordinario scrigno. Così come le acque del torrente passando attraverso questo percorso si lasciano nascondere dalle pareti rocciose per esibirsi in spettacolari acrobazie naturali, il campo visivo del visitatore rimane gioiosamente imprigionato all’interno di questo castello ove tutto celebra l’attraente bellezza dell’acqua mentre essa interferisce con la forza di gravita e le luminose onde solari. E’ un gioco di equilibri e di sfide in cui ogni componente interviene per sfoggiare le sue più seducenti qualità e bellezze, secondo un rituale di corteggiamento che vuole esaltare il fascino di ogni elemento, perché tutto l’insieme, unito in una realtà  inscindibile, presenti a Dio la sua lode e ne canti le sue meraviglie. Difficile attraversare questo luogo senza restare incantati dalle note di queste lodi e dalle melodie di questi canti. Difficile giungere fino a qui e non restare conquistati da tanto splendore di bellezza, difficile entrare in questo mondo e ammirarne l’attraente pudore  senza leggere nei segni della sua discreta esibizione il messaggio di amore di un Dio che vuole donarci tutta la sua bellezza e tutta la sua dolcezza. La scoperta inattesa di questa meraviglia della natura ci riempie il cuore  e ci fa comprendere l’importanza del cammino nella vita interiore. Dio ci sprona a muoverci sempre verso di Lui per farci crescere nella conoscenza del suo amore e nella capacità di amare. Il movimento dell’anima è necessario per mantenere allenato il cuore, per rinforzarlo, per ingrandirlo e per farlo somigliare sempre di più al cuore di Cristo.

Come sempre ringraziamo Dio per il grande dono concessoci anche in questa giornata, felicemente trascorsa  in mezzo ad una natura pura, incontaminata, splendente di bellezza e ancora radiosa del primordiale bagliore della creazione, meraviglioso riflesso del suo amore.

Capo d’Orlando, 25/10/2012

Dario Sirna.

 

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