FLORESTA – NEVE SULLA DORSALE DEI NEBRODI

PORTELLA MITTA – NEVE NEI BOSCHI DELLA DORSALE

La neve caduta la settimana scorsa sulla dorsale dei Nebrodi è stata abbondante ed è scesa fino  alle quote di alta collina, come già documentato nell’articolo di domenica sera.  La fase fredda ha avuto il suo culmine domenica 10 febbraio, quando importanti precipitazioni si sono riversate anche nei centri montani più vicini alla costa tirrenica.

Approfittando di una pausa sciroccale che ha temporaneamente interrotto il flusso freddo e le connesse precipitazioni, ieri mattina abbiamo effettuato una bellissima escursione sulla dorsale, nella zona adiacente a Portella Mitta. Montate le catene alle ruote della macchina abbiamo raggiunto senza alcuna difficoltà la zona in questione, da dove abbiamo proceduto a piedi con l’ausilio indispensabile delle ciaspole. Rispetto alle sera del giorno precedente il paesaggio lungo la statale era molto cambiato a causa di un discreto incremento termico generato dal richiamo caldo prefrontale annesso ad un affondo artico in atto sul Mediterraneo occidentale. Le bellissime immagini dei noccioleti, dei castagneti e delle pinete copiosamente innevate ammirate avantieri nel giro di una notte erano svanite nel nulla e anche l’altezza della neve sotto i mille metri mostrava già una forte tendenza alla riduzione. Superata quota mille il paesaggio era invece pressoché intatto, grazie al persistere di temperature ancora prossime allo zero. Il nostro obiettivo era documentare la bellezza paesaggistica della neve nel bosco e considerato che le meraviglie osservate nel giorno precedente erano oramai andate perse, è stato necessario dirigere i nostri passi verso i boschi d’alta quota, sui versanti esposti a nord, sottovento alle raffiche di scirocco, che già di buon ora cominciavano a farsi sempre più tese e frequenti. Il bosco che si presta maggiormente a tale tipo di escursione è il bosco della dorsale nel suo tratto compreso tra Portella Mitta e la Batessa. Il manto nevoso a Portella Mitta si presentava integro nella bellezza e nella struttura, ancora perfettamente gelato, soffice e modellato, morbido come le dolci curve delle dune scolpite dal vento sui cumuli di neve asciutta e farinosa. Uno spettacolo affascinante e sempre eccitante. L’altezza della neve non era quantificabile a causa appunto di una sua anomala distribuzione a mucchi. La forza del vento a Portella Mitta è sempre rilevante e le condizioni atmosferiche sono tali da impedire alla neve caduta sul posto di formare un manto nevoso esteso, compatto e uniforme. Le raffiche di vento sollevano dal suolo enormi nuvole di neve asciutta, le portano nel cielo e talvolta le depositano in luoghi molto lontani. Ciò spiega la totale assenza sulle cime più alte del mantello bianco. Spesso proprio a queste quote, ove ci si aspetta di trovare il massimo spessore di neve, questa risulta addirittura assente o al massimo sostituita da un sottile velo di gelo bianco. A Portella Mitta la classica forma a porta della montagna costringe le linee di flusso delle correnti aere ad intensificare la loro velocità proprio in corrispondenza della strettoia incrementando, per motivi prettamente geografici, notevolmente la forza delle raffiche di vento. In questa zona è possibile allora osservare tratti di dorsale scarsamente innevati intervallati a tratti di dorsale abbondantemente innevati. Questi ultimi coincidono sempre con gli accumuli favoriti dai depositi sottovento. Il fenomeno dal punto di vista paesaggistico incrementa notevolmente la bellezza della neve in quanto offre la possibilità di alternare ai monotoni e piatti panorami dei campi innevati le bellissime sculture di neve finemente lavorate dal vento sulle dune. Questo stesso fenomeno si ripresenta alla fine del percorso ove la particolare conformazione del suolo favorisce la formazione di vere e proprie onde congelate, sculture di neve a forma di un cavallone nell’atto di infrangersi sulla battigia. Questo spettacolo supera ogni aspettativa e regala forti sapori tipicamente polari. Le sinuose onde di neve allungate dalla forza del vento sulle scarpate verticali si presentavano ieri come imponenti cornicioni decorativi in stile moderno e lineare che con le loro forme fortemente sbilanciate sfidavano le forze della natura e si collocavano oltre le più futuristiche tendenze architettoniche. Ma in questo posto le bellezze paesaggistiche sembrano veramente non conoscere limiti di valutazione. Il paesaggio, infatti, improvvisamente si apre sull’incantevole vallata della Masseria Badessa, sul monte del Moro, sul Monte S.Antonio, sull’Etna, sul costone della Dagara, sulla Corona del Lago Tre Arie, sulle lontane Rocche del Crasto e, salendo sul dorso della montagna, sui pendii che dalla dorsale dei Nebrodi dolcemente scendono fino alla costa ove si inabissano sotto le acque di un meraviglioso Tirreno tinteggiato di Azzurro e sagomato dalle Isole Eolie. Ma ciò che ha sedotto immediatamente la nostra anima e l’ha rapita verso la contemplazione è stata senza dubbio la bellezza del morbido, compatto, uniforme, immacolato mantello bianco che rivestiva la grande vallata della Batessa. Ad accentuare notevolmente la meraviglia paesaggistica del posto era lo straordinario contrasto con il blu cobalto del cielo. Ma prima di giungere in tale località e di apprezzare le sue straordinarie  caratteristiche paesaggistiche il cammino effettuato ci ha regalato la grande emozione di attraversare un bosco completamente ricoperto di neve. La protezione delle montagne aveva impedito, infatti, alle raffiche di vento nella notte precedente di abbattersi su questi boschi e di spogliarli della loro principesca veste nuziale. Dagli arbusti agli alberi più alti, ogni specie vegetale emergente dal suolo indossava, l’abito della neve adattandosi con grazia ed eleganza alla seducente bellezza della Dama Bianca. Un mondo fiabesco e incantato, sommerso nel silenzio profumato, sazio e pacifico  della neve ci ha accolto nel sottobosco facendoci  gustare tutta la magia di un paesaggio animato da infinite figure vestite di bianco splendente. Muoversi in mezzo agli alberi del bosco è stato come visitare un giardino costituito da immobili e altissime statue, bloccate nelle loro fisse posizioni come inanimati pezzi di bianchissimo marmo artisticamente scolpiti e affollatamene dislocati per omaggiare la bellezza del Cielo. Lo scrigno della natura ci ha così mostrato nell’escursione di ieri le raffinatezze creative del cuore di Dio, insegnandoci che solo in Esso è possibile trovare la bellezza e viverla in tutte le sue infinite sfaccettature e in tutte le sue immense e sorprendenti gioie.

Capo d’Orlando 12/02/2013

Dario Sirna

 

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