FLORESTA – MEGALITI

I MEGALITI DI FLORESTA

L’escursione di oggi si svolge nel territorio del comune di Floresta, qualche chilometro dopo il centro, in direzione Catania. I megaliti sono facilmente individuabili dalla Nazionale per cui non servono molte indicazioni per raggiungere il sito in questione. L’escursione è molto facile e può essere effettuata nel tempo di un’ora.

Il cammino che collega la Strada Statale alle rocce monumentali è di circa dieci minuti e si sviluppa sulle praterie che circondano la zona. I megaliti ricadono in terreni privati e sono perciò chiusi da recinzioni in filo spinato, tuttavia noi abbiamo avuto la fortuna di poterli fotografare da vicino  grazie all’apertura al pubblico degli accessi. Arrivando dallo stradale, in mezzo ai pascoli della vallata che si apre sul versante sud di Floresta, emergono due imponenti rocce di arenaria grigia. Le due rocce colpiscono immediatamente l’escursionista sia per le loro notevoli dimensioni, sia per le loro forme molto originali, sia per la loro mutua posizione. Osservandole da lontano l’impressione è che esse toccandosi in cima si sostengano a vicenda, anzi sembra addirittura che siano nella posizione di scambiarsi un bacio. Avvicinandoci, invece, ci rendiamo perfettamente conto che le due grandi rocche si avvicinano moltissimo, fino al punto di sfiorarsi, ma senza mai toccarsi in nessun punto. L’originalità e la bellezza di questo duetto di rocche sta soprattutto in questo danza di corteggiamento. I due giganti sembrano proprio una coppia di fidanzati nell’atto di ricambiarsi effusioni amorose (abbracci, baci, affetto) rimasti pietrificati nei millenni su questi versanti montuosi dal sortilegio di uno stregone che voleva impedire per sempre questo grande amore. Le rocce si guardano e si sfiorano, si pavoneggiano e si corteggiano, mostrano di volersi bene e di desiderarsi, si fissano negli occhi nell’attesa di potere tornare ad abbracciarsi per sempre. Costrette a stare vicine, ma a non potersi né toccare, né parlare, attendono che il tempo dia loro una nuova opportunità. Ci avviciniamo e ammiriamo tutta la bellezza del loro slancio amoroso, si intrecciano su se stesse sovrapponendosi e avviluppandosi quasi come in un vortice, ma costrette, sempre, a restare staccate l’una dall’altra. Alla base tra di esse rimane un passaggio più ampio che consente alla  luce di entrare dal basso  e di illuminare lo spazio coperto creato dalla loro sovrapposizione. Questo passaggio arricchisce di fascino il complesso monolitico assumendo tutta la bellezza di una finta cuspide di roccia. Le due rocche che compongono questo monumento naturale sono della stessa identica natura ma hanno forme, misure e dimensioni differenti. La rocca più grande ha la forma di un enorme parallelepipedo, ben squadrato e parzialmente rotto su qualche lato. Essa è sdraiata a terra come un grande mammifero accovacciato sulle gambe e inclinato verso la seconda rocca. Quest’ultima ha una forma completamente differente, le sue misure sono più piccole e il suo orientamento è ricollegabile ad un mammifero innalzato su se stesso nell’intento di raggiungere con la testa il capo della prima  roccia. La prospettiva di questa composizione architettonica naturale di monoliti cambia notevolmente se viene osservata dal versante opposto. Il versante ovest, infatti, ci mostra le due figure ben distinte e separate, con forme molto più definite e geometricamente squadrate, inoltre, presenta la sorpresa di un altro monolite più piccolo, disposto in adiacenza al monolite più grande e formante con le altre due rocce un trittico familiare di piacevole effetto compositivo. Il complesso roccioso in questione non è l’unico presente in zona, nelle sue strette adiacenze infatti si possono osservare tanti altri monoliti, di dimensioni minori e di forme differenti, ma ugualmente interessanti e attraenti. Osservandoli con attenzione si può notare che tutti hanno in comune la forma tipica dei funghi, presentando una base affusolata e stretta che si allarga e si appiattisce verso l’alto. Anche questi monoliti sono dislocati a gruppi vicini, formando delle vere e proprie composizioni artistiche. Tutti inoltre presentano il grande vantaggio estetico di avere delle superfici morbide e arrotondate, senza grandi punti di discontinuità e con linee dolcemente incurvate.  Per le loro dimensioni, per le loro forme e per i loro colori queste rocce hanno la bellezza e il valore di vere e proprie sculture naturali, monumenti costruiti dalla natura con la forza modellante e creatrice dell’erosione applicata a complessi rocciosi naturali che si prestano a tali lavorazioni artistiche. Nel complesso l’insieme di questi megaliti  forma un vero e proprio parco di rocce che dovrebbe essere maggiormente valorizzato, promosso e tutelato. Camminare in mezzo a questi innocui e affascinati giganti della natura è un’emozione grande che proietta il pensiero nelle ere passate e lo riallaccia direttamente alla storia naturale della Terra e dell’uomo. Lo scenario che circonda questo sito è uno dei più belli dei Nebrodi ed è caratterizzato dalla presenza di una corona di montagne che con  un girotondo piuttosto ampio stringe in un abbraccio queste rocche. Ad accrescere ulteriormente tale bellezza contribuisce il verde inteso dei prati e il verde scuro dei boschi. Data l’altezza geografica del posto, nei periodi invernali il sito è frequentemente ricoperto dalla neve. In tal  caso all’atmosfera di mistero generata da questi monumentali giganti di roccia si aggiunge la magia del candido mantello gelato. Il posto, dunque si presta bene a grandi suggestioni e a rilassanti meditazioni in qualsiasi periodo dell’anno e offre tutto il vantaggio di una ubicazione accessibilissima, vicina e agevole. La sensazione più bella generata dall’atmosfera che avvolge questi giganti di pietra è quella di una grande pace  che da questo ambiente naturale incontaminato si spande nel cuore per deliziare anche l’anima. Ringraziamo di tutto il nostro Creatore e Dio che nel dono di queste grandi bellezze ci permette di conoscere e vivere il Suo amore per noi.

Capo d’Orlando, 06/02/2013

Dario Sirna


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