FIUME POLLINA – GOLE TIBERIO

SAN MAURO CASTELVERDE  – FIUME POLLINA – GOLE TIBERIO

Al confine tra i Nebrodi e le Madonie, come linea di passaggio da uno all’altro territorio della Sicilia, nonché come saldatura  di unione tra queste due meraviglie della nostra bella isola, scorre il fiume Pollina. Nel territorio di San Mauro Castelverde, provincia di Palermo, il fiume Pollina dà origine a uno degli spettacoli naturali più belli della nostra regione,  le Gole Tiberio.

Le Gole in questione prendono nome dalla località in cui si trovano. A monte delle stesse, infatti, sorge un antico borgo rurale, le case Tiberio. Il posto è facilmente raggiungibile. Dalla provincia di Messina conviene percorrere la A 20 fino a Tusa, da qui è necessario immettersi nella S.S. 113 e percorrerla fino al bivio per S.Mauro Castelvede. Sulla Provinciale che conduce a questo paese esiste un’efficiente e utile segnaletica che porta direttamente alle Case Tiberio e da qui alle sottostanti gole. Attenzione a non confondere la segnaletica che indica le gole con la segnaletica che indica l’area attrezzata realizzata dal Corpo Forestale e annessa alla fruizione del posto. Per arrivare direttamente all’ingresso delle gole occorre servirsi di una scalinata in pietra che conta ben 450 gradini per coprire un dislivello di 100 m. circa. Questo acceso è il più consigliato in quanto è il meno pericoloso, il più celere e il più breve. Attenzione a non caricare troppo lo zaino perché i gradini al ritorno pesano tanto, trattandosi di un’unica rampa di elevata pendenza. Riteniamo che tra tutti gli accessi possibili al fiume Pollina per la visita delle gole questo sia in assoluto il migliore per diversi motivi, per cui lo consigliamo anche a coloro che provengono da Palermo e dalle altre province della Sicilia. L’escursione si svolge solo ed esclusivamente in canotto. La Gola ha una lunghezza di circa 350 m., al suo interno le acque del fiume sono completamente stagnanti e toccano da sponda a le pareti rocciose che la delimitano, inoltre le acque sono molto profonde, le falesie sono lisce e levigate  e quasi sempre hanno pendenza negativa. Esse dunque non offrono alcuna possibilità di ancoraggio a chi in estate volesse affrontare l’avventura a nuoto. Le pesanti acque del fiume affaticano parecchio e non danno la possibilità di effettuare soste intermedie di riposo, perciò raccomandiamo o il salvagente o il canotto. L’escursione in canotto è la più favorita perchè offre molti vantaggi, primo fra tutti la possibilità di rimanere all’interno della gola a contemplarne le sue indescrivibili meraviglie quanto tempo si vuole, nonché la possibilità di scattare fotografie, di toccare tutti i punti della gola, di girare filmati, di riposarsi sul canotto in una pausa contemplativa eccezionale, di godere di un punto di vista e di una prospettiva a pelo d’acqua e perciò di grande suggestione, di trasportare lo zaino con tutto l’occorrente per eventuali diversivi da associare all’escursione. Il canotto ovviamente non è disponibile sul posto e deve essere portato da casa. Indispensabili, oltre al canotto sono la pompa per il gonfiaggio e i remi. I remi sono utilissimi per muoversi e spingere il canotto nella direzione voluta. All’interno della gola l’acqua del fiume è ferma, non ci sono correnti. Questo è un vantaggio in quanto riduce a zero il pericolo di navigazione, ma rende indispensabili i remi, senza i quali si resta fermi. Consigliamo anche di indossare il salvagente per essere certi di non correre nessun pericolo in caso improvviso cedimento del canotto. Da questo punto di vista nella gola non ci sono rischi, in quanto le pareti delle rocce sono lisce e anche se il gommone dovesse urtarvi contro è improbabile che esso si spacchi o si buchi. Comunque l’esigenza del canotto apporta grandi vantaggi, ma arreca anche la scomodità del trasporto dello stesso. Tale scomodità non è dovuta solo all’ingombro, che comunque in base alle dimensioni del natante è più o meno rivelante, ma soprattutto al suo peso. Il trasporto del gommone in salita sulla scalinata in fase di rientro è l’unico vero inconveniente. Se il periodo scelto per l’escursione non è quello estivo e non ci si può mettere in costume da bagno, per entrare nel fiume, sistemare il canotto e salirci sopra è necessario indossare gli stivali cosciali, più alti sono e meglio è. La zona profonda della gola è infatti preceduta da un tratto di fiume non navigabile, ma abbastanza profondo e pieno di insidie. Questa zona del fiume, sita all’ingresso della gola, è la più difficile, per cui tale attraversamento richiede massima attenzione. Facciamo presente che nel periodo invernale e nelle mezze stagioni il Fiume Pollina ha una portata discreta, ben maggiore di quella degli altri fiumi dei Nebrodi, inoltre il suo letto è molto pietroso e insidioso per l’abbondanza dei muschi. L’escursione non richiede molto tempo, tuttavia considerata l’elevata bellezza del posto è naturale e spontaneo fermarsi sul posto più tempo possibile per appagare quel desiderio di bello e di armonia che qui sembra trovare la sua pace e a cui, proprio per questa indescrivibile sensazione, non si vuole rinunciare  andando via. Inevitabile entrare all’interno di questo mondo di meraviglie e non restare incantati, inevitabile uscire da esso e non lasciarvi dentro una porzione del proprio cuore. Si crea infatti con l’atmosfera che si vive all’interno della Gola un legame che unisce in eterno questa meraviglia del creato, il visitatore e il Creatore. La gola è sicuramente una delle più grandi meraviglie della nostra Isola, una fortuna che impreziosisce notevolmente il già ricco territorio del Comune di San Mauro Castelverde, al cui interno le gole ricadono. Pur tuttavia esso è poco conosciuto, poco visitato, poco reclamizzato, ma questa circostanza, legata sicuramente alle difficoltà di accesso naturale contribuisce a garantire la perfetta conservazione della Gola, la quale sia all’interno che all’esterno si presenta in uno stato ottimale, per l’assenza di interventi di qualsiasi tipo. Le uniche opere realizzate sul posto sono state sapientemente effettuate dalla regia del Corpo Forestale della Regione Siciliana che ha la gestione dell’area attigua alle gole. Area che di recente è stata attrezzata per offrire al visitatore un punto di appoggio utile, fresco, pulito e integrato nel verde rigoglioso e selvaggio che avvolge la gola e le aree vicine ad essa. Il Fiume Pollina scorrendo verso il mare raccoglie sia le acque dei Nebrodi che quelle delle Madonie. Le gole in questione non sono inserite all’interno del massiccio roccioso delle Madonie, né fanno parte delle pendici del Nebrodi, ma sono in una terra di confine che segna la transizione da un territorio all’altro, esse perciò hanno caratteristiche proprie sia dell’una che della parte delle due tipologie di montagna. Esattamente esse sembrano avere  la stessa natura calcarea delle Madonie, ma sono inserite all’interno di un contesto montano dominato sia a levante che a ponente dall’arenaria del Nebrodi e delle Caronie. La grande vallata al cui interno si trovano le gole in questione ha infatti una struttura rocciosa assimilabile più ai Nebrodi che alle Madonie. Vista dall’alto la gola è facilmente individuabile in quanto in sua corrispondenza i due versanti della valle che ospita il passaggio di questo torrente improvvisamente si avvicinano moltissimo sino a chiudersi combaciando perfettamente come in una cerniera a zip. Le acque del fiume scompaiono sotto la fitta vegetazione che ricopre le due sponde rocciose della Gola e dato che queste sono ravvicinate, con le loro chiome invadono l’area soprastante il canale, occultandolo completamente. La bellezza interna delle gole è veramente indescrivibile, essa è data da un perfetto gemellaggio tra le due pareti rocciose che si fronteggiano. Le due falesie in mezzo alle quale scorrono le acque sembrano infatti speculari, secondo una simmetria che crea un effetto prospettico irriproducibile e unico. La logica seguita dalla natura nella realizzazione di questo grande capolavoro del creato di Dio sembra quella di intervallare con una sequenza ritmata stretti corridoi a comodi “privé” circolari e simmetrici. Queste strutture allargate, di forma arrotondata, sono più ampie in corrispondenza della superficie delle acque e si restringono verso l’alto, secondo un’architettura che ricorda in grandi linee nicchie e absidi di chiese. La successione di questi sipari rocciosi che dalle falesie laterali avanzano verso l’asse del fiume e poi si ritirano genera uno spettacolo veramente suggestivo. A ciò bisogna aggiungere una serie infinita di ingredienti che sono stati utilizzati dal Creatore per abbellire e addobbare questo scorcio di paradiso terrestre. Tra essi ne menzioniamo solo alcuni. Il colore chiaro delle rocce, che, ricco di tante sfumature dorate e colorate, favorisce la riflessione della luce naturale e l’illuminazione interna della gola.   La natura minerale delle rocce, che, per la sua compattezza, presenta superfici levigate di grande bellezza ed estensione. La forma delle falesie, che, pur presentandosi compatte, dure, imponenti e forti, sono disegnate con linee tondeggiati, prive di discontinuità e di asperità.  La volta a zip della gola, che, filtrando i raggi solari attraverso una feritoia curvilinea, crea all’interno della stretta effetti di luce spettacolari e atmosfere surreali. L’acqua del fiume, che, muovendosi lentamente e invisibilmente, realizza sulla superficie del canale uno specchio  immobile le cui tonalità variano dal verde smeraldo al nero, risultando opaco nel primo caso e riflettente nel secondo. L’affascinate gioco di riflessi, che improvvisamente cancella le ombre e le sostituisce con un mondo speculare, origine di una realtà virtuale ai limiti di ogni più fantastica immaginazione e sull’orlo di un delirio onirico. La natura straordinariamente bella, ricca, selvaggia e lussureggiante che accerchia e assedia le gole, caratterizzata, oltre che da una fitta vegetazione arborea e arbustiva dalla pregevole presenza di numerose specie di uccelli e pesci. La struttura a gruviera del calcare che compone le rocce, che, grazie all’azione secolare dell’acqua piovana, ha costellato le pareti delle gole di numerosissime strutture cave, assimilabili a grotte, inghiottitoi e anfratti, all’interno delle quali nidificano numerose specie di uccelli e dalla cui aperture fuoriescono alberi e arbusti di grande bellezza. Inoltre, navigando sulle acque del fiume all’interno della gola è facile incontrare anguille che dalle profondità risalgono in superficie, o  vedere a distanza ravvicinata covate di piccioni che pigolano negli anfratti delle rocce. Il passaggio del gommone con  la sua ombra turba la quiete interna e mette in agitazione gli uccelli in cova, che scappando improvvisamente dai loro nidi dentro le grotte generano dei potenti boati, simili al rombo di grandi acque. La gola è un regno incantato al cui interno oltre alla melodia e al volo degli uccelli l’unico suono che vibra è il silenzio assoluto, una musica che emoziona il cuore e lo spinge nell’infinito mondo della contemplazione, ove l’anima finalmente trova risposta alla necessità impellente di conoscere l’autore di tante meraviglie. Il creato è allora mezzo attraverso il quale il Creatore ci spinge verso gli  atri Celesti per farci gustare il sapore di meraviglie ancora più esaltanti e appaganti, le meraviglie del suo amore. Ringraziamo e lodiamo Dio per il dono di queste immense grazie.

Capo d’Orlando, 03/06/2013

Dario Sirna.

Con la collaborazione di Sebastiano Mirici

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