FESTA DEI “TRE SANTI” – PROCESSIONE DEL 25 AGOSTO – GALATI MAMERTINO

GALATI MAMERTINO – FESTA DEI “TRE SANTI” – PROCESSIONE DEL 25 AGOSTO 2012

Nella comunità cristiana di Galati Mamertino il 26 agosto di ogni anno la Chiesa celebra solennemente  la Festa dei “Tre Santi”. I Santi sono San Rocco, il cui simulacro viene custodito nella Chiesa del Rosario, San Giacomo  Apostolo, Patrono del paese, la cui statua è custodita nella centralissima Chiesa Madre di Piazza San Giacomo, intitolata a Santa Maria Assunta,  e il SS. Crocifisso, custodito nella piccola Chiesa di Santa Caterina.

Le tre chiese in questione sono ubicate in tre quartieri differenti del centro storico del paese. Caratteristica di questi festeggiamenti sono le varie processioni che a partire dal 23 agosto riuniscono i fedeli intorno ai Santi. La prima processione ha luogo nel pomeriggio del 23, quando la statua di San Rocco viene portata in processione in Chiesa Madre. Il 24 si celebra la festa di San Rocco, con annessa processione.   Nella serata  del 25, dopo la Messa dei primi vespri, le statue di San Rocco e San Giacomo, dalla Chiesa Madre vengono portate in processione  fino alla Chiesa di Santa Caterina, da dove ritornano in Chiesa Madre insieme al SS. Crocifisso. Questa processione in sé ha il pregio di farci gustare il sapore celeste della Comunione dei Santi. Le  statue di San Giacomo e San Rocco vengono unite proprio per simboleggiare l’unità della Chiesa che si stringe attorno a Cristo Redentore. Il giorno seguente, quello proprio della festa, dopo la Messa solenne del mattino, i Tre Santi vengono portati in processione per le vie principali del paese. E’ questo il culmine vero e proprio della festa, il momento attorno al quale tutto il resto ruota, riempiendosi di significato e di importanza. La sera, dopo la celebrazione vespertina, le statue dei “Tre Santi” escono nuovamente in processione dalla Chiesa Madre per ritornare nelle rispettive chiese di provenienza. Tutte queste processioni vedono la partecipazione attiva dei fedeli del paese, residenti e non residenti. La festa, inoltre, ha un grandissimo richiamo non solo per i galatesi emigrati ma anche per tutti i fedeli dei paesi vicini. La processione da noi documentata con il reportage fotografico che segue è quella del 25 sera. Tra le varie processioni questa è una delle più sentite, partecipate  e vissute. I momenti più esaltanti della processione sono ovviamente quelli dell’incontro a Santa Caterina con il SS. Crocifisso.  Nella mattina del 25 questo Crocifisso, di bellissima fattura, realizzato da Fra Umile da Petralia, viene sceso dalla sua sede ordinaria e collocato al centro della Chiesa, in attesa di essere poi unito alla processione delle statue di San Rocco e San Giacomo. L’imponenza e la bellezza della Croce e del Signore  Crocifisso catturano l’attenzione di tutti, regalando momenti di forte devozione e di intensa partecipazione. L’immagine di Gesù Crocifisso è realizzata nel dettaglio completo di tutte le  espressioni più profonde del dolore e della sofferenza. Il Re dei Martiri, si innalza sovrano sul legno santo della croce, da dove regna come su un trono di salvezza per attirare tutti a sé.  Come una sorgente inesauribile, il suo fianco trafitto dalla spada libera l’acqua rigenerante del Battesimo e il Sangue redentore  del calice Eucaristico. Il “Chicco di grano” muore sopra la Croce e morendo sconfigge la morte. Tutte le sofferenze della passione e della morte del Signore sono sintetizzate nell’espressione del volto e nella postura del corpo. L’artistica fattura della statua ci consegna varie realtà che fluiscono direttamente nel nostro cuore senza trovare ostacoli  e producendo grandi frutti. Innanzitutto è evidente che chi ha realizzato il simulacro aveva, a parte le sue elevate capacità artistiche, un profondissimo amore per Gesù e in particolare per Gesù Crocifisso. Sempre dalla grande cura con cui l’opera è stata realizzata per essere consegnata alla Chiesa, ne scaturisce da parte del suo autore, un profondo attaccamento e rispetto per la Chiesa. La conoscenza delle sofferenze patite da Cristo e il loro valore redentore vengono vissute dall’autore nella realizzazione dell’opera per essere consegnate al popolo dei fedeli con scopo liturgico, didattico ed evangelico. L’autore ha saputo dare, con effetto rilevante, realistica attuazione alla rappresentazione delle seguenti parole del Signore :”Quando sarò elevato, allora attirerò tutti a me (Gv.12, 32)”. Impossibile restare indifferenti di fronte a questa immagine così toccante del nostro Redentore. Impossibile, di fronte a questa bellissima opera non contemplare la magnifica e vera Opera del Signore, difficile di fronte a questa esemplare rappresentazione di Gesù Crocifisso non rivivere la storia della nostra salvezza e non riconfermare e accrescere la nostra fede.   Nel Crocifisso e nella Croce possiamo leggere con estrema attenzione e grande dettaglio tutta la grazia effusa da Dio all’umanità intera attraverso Gesù Cristo. L’esaltazione della Croce è il vero significato liturgico di questa festa e la presenza e la partecipazione delle statue di San Rocco e San Giacomo vogliono mettere in rilievo i grandi frutti prodotti dalla Croce nella vita della Chiesa. L’albero della conoscenza del bene e del male del Paradiso Terrestre soccombe definitivamente  sotto l’imponenza e la forza del vero albero del bene che è la Croce. Da questo albero fiorisce il bene della salvezza e matura il frutto della santità. Da questo albero spicca il volo sull’umanità la vera Colomba, quella che effonde lo Spirito Santo su ogni credente e introduce nella vera pace il popolo salvato sull’Arca (Chiesa) dal Nuovo Noè (Cristo).   Da questo albero, ai cui alti rami si attacca il Nuovo Adamo (Cristo),  la Novella Eva (Chiesa) raccoglie il frutto delizioso dei sacramenti e dell’Eucarestia, frutto sapientemente distribuito a tutti i suoi figli. Da questo albero nasce il nuovo Eden del Paradiso Celeste, aperto a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Da questo albero coltivato e innaffiato dalla Chiesa nascono nuovi virgulti destinati a seguire l’esempio del “Germoglio del tronco di Iesse”. Da questo albero di salvezza e di vita eterna nasce il nuovo vanto del popolo cristiano, al riguardo del quale San Paolo testimonia: “Quanto a me, non ci sia  altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.” Questa festa ci consegna una grande ricchezza, la ricchezza della Croce, la quale è trono di gloria e di onore per Cristo. Da questo trono il Signore sconfigge per sempre la morte e il diavolo dalla vita degli uomini, illumina le tenebre, spoglia l’inferno, riempie il Paradiso. E’ il trionfo eterno dell’amore e della vita, un mistero che si  manifesta  apertamente a tutti nella Croce e nei suoi frutti di salvezza. Colui che il male e il peccato hanno  umiliato e offeso sulla Croce,  Dio, per l’amore e l’ubbidienza dimostrati,  lo ha risuscitato e glorificato in eterno a vantaggio non di uno solo, ma di tutto il genere umano. Durante tutto il tragitto che va dalla Chiesa di Santa Caterina fino alla Chiesa Madre il cuore di ogni fedele resta attaccato al Crocifisso con una devozione esemplare e sincera. L’evento è grandioso perché riaccende nel cuore l’amore per il nostro Redentore, oggi contemplato nella sua realissima  veste di porpora, realizzata col il filo rosso del suo sangue, con l’ordito purissimo dell’umiltà e la trama perfetta  dell’obbedienza. Ci inseriamo nel corteo della Croce meditando il grande amore e con cui Cristo ci salva, facendo di questa esperienza una scuola di vita. La Croce, oltre ad essere sostenuta dalla vara è tenuta in equilibrio da  due serie di lunghissimi cordoni, generalmente tenuti dalle donne. I cordoni vendono tesi contemporaneamente in avanti e all’indietro e garantiscono l’equilibrio stabile della Croce. Essi hanno però anche un alto valore spirituale: come un cordone ombelicale uniscono a Cristo, trasmettendo il nutrimento spirituale della Croce e del Crocifisso. Ogni fedele stringendo nelle sue mani la corda mette nelle mani di Dio la sua vita, legandola per sempre alla Croce,  e mentre apparentemente la processione si svolge grazie al sostegno e alle forze dei fedeli impegnati nella preghiera  continua, è in realtà la forza inarrestabile del Crocifisso che muove ogni cosa.

Capo d’Orlando 25/08/2012

Dario Sirna

 

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