ETNA – VORAGINE – IL PAROSSISMO DEL 5 DICEMBRE 2015 – I PARTE

Parossismo Voragine Etna Dicembre 2015-0025ETNA – CRATERE CENTRALE – VORAGINE . PAROSSISMO I PARTE

Da circa una settimana l’attività dell’Etna è tornata a dare spettacolo  con intensi fenomeni che hanno interessato essenzialmente l’area sommitale del vulcano. Il cono etneo culmina in ben tre crateri, di cui due sono provvisti di struttura conica secondaria, ed esattamente il cratere di Nord Est e il cratere di Sud Est, e il restante, il cratere Centrale, è il vertice  della struttura conica principale. Le bocche eruttive sommitali sono quattro in quanto all’interno del cratere Centrale si trovano due bocche, ed esattamente la Voragine e la Bocca Nuova. Tutti questi crateri si trovano sull’asse verticale principale del Vulcano, il quale è difatti cresciuto grazie al materiale eruttato dalla sottostante frattura. Essi, dunque, sono direttamente collegati alla camera magmatica del vulcano, loro fonte perenne di alimentazione. Ciò significa che queste quattro bocche, contemporaneamente o a turno, possono sempre entrare in attività, contrariamente a quanto accade per tutte le bocche e i crateri laterali, i quali rappresentano punti di sfogo secondari e perciò non sottoposti a pressioni tali da  permettere il ripetersi dell’attività per loro tramite. Precisiamo che questa premessa non ha la pretesa di spiegare il funzionamento delle bocche eruttive, ma ha la sola intenzione di descrivere in maniera piuttosto elementare  le varie funzioni delle tantissime  bocche che si trovano sul Vulcano. Negli ultimi giorni l’Etna ha espletato la sua attività più consistente in un primo tempo attraverso la Voragine,  e successivamente anche attraverso il cratere di Sud Est.  L’attività si è manifestata essenzialmente con il fenomeno del parossismo, che nel caso in questione ha avuto due distinte  caratteristiche. La prima, di sprigionare forze che non si vedevano in gioco da oltre venti anni. La seconda, di ripetersi più volte nel giro di sole dodici ore o anche meno. Durante il parossismo lo spettacolo offerto dal Vulcano è davvero uno dei più suggestivi in quanto colonne di cenere, fumo, lapilli e gas, insieme a fontane di lava, a  esplosioni gassose  e boati si innalzano nel cielo per centinaia di metri   per spargersi nello spazio circostante  e ricadere poi anche a notevole distanza dal punto di emissione. A seconda delle correnti aeree e della loro intensità la cenere del vulcano, sabbia vulcanica micrometrica, cade copiosa anche a circa cento chilometri di distanza. Durante l’escursione effettuata il 5 dicembre abbiamo potuto constatare che il deposito di sabbia e lapilli ha lasciato al suolo un materassino di quasi 10 cm di altezza, spessore che aumenta sempre di più nelle aree più prossime al cratere eruttivo e nelle aree  più prossime all’asse  del flusso aereo. Il fenomeno è stato talmente intenso e copioso da riuscire a cancellare su tutto il versante Est – Nord Est del Vulcano ogni traccia del candidissimo e spesso manto di neve che già da qualche mese vestiva abbondantemente l’area che si sviluppa al di sopra dei 1800 metri di quota. Questa circostanza ha modificato notevolmente il paesaggio mostrando l’Etna come una medaglia a due facce, di cui una mostra l’aspetto estivo del vulcano, desertico, mentre l’altra, quella che prospetta a Ovest – Nord Ovest, ne mostra quello invernale, col tipico cappuccio di neve.

Il cammino da noi svolto si è sviluppato nella fascia Nord del vulcano, la quale, partendo da Piano Provenzana,  attraversata diagonalmente fino ad arrivare in prossimità del cratere centrale, ci ha consentito di passare da una faccia  all’altra di tale medaglia e di godere nello stesso giorno della bellezza naturalistica del volto estivo del vulcano, di quello invernale e di quello di mezza stagione. Tale evento, per niente usuale, ci ha permesso di documentare simultaneamente i tre volti stagionali di questa spettacolare montagna  offrendoci suggestioni indimenticabili. A questo lavoro, operato con maestria dalle forze eruttive, si è aggiunta l’opera, altrettanto efficiente, del microclima etneo. Meteo e ed attività vulcanica hanno, combinati insieme contribuito, ognuno con i propri mezzi, a rendere massima la suggestione sopra descritta. Dal punto di vista meteorologico il connubio vulcano- alta pressione  ha generato una cintura di nubi con spessore compreso tra i 2000  e i 2500 di quota che sollevandosi lentamente dal mare e dalla valle dell’Alcantara ha accerchiato il cono vulcanico spezzandolo in due fasce, una sottostante le nubi, posta al di sotto dei 2000 metri di quota, con cielo coperto, e l’altra soprastante, posta al di sopra dei 2500 metri di quota, con cielo sereno e soleggiato. La nostra fortuna è stata quella di assistere alla formazione di tale evento restando dalla partenza alla fine sempre al sole, ma godendo, nel contempo dell’aspetto più bello ed edificante di un letto di nubi, quello di poterlo ammirare una volta tanto, non dal basso, ma dall’alto, illuminato da un radiosissimo sole. Dunque estate, inverno, primavera e autunno sfoggiati dal vulcano in un solo giorno e perfettamente goduti e apprezzati in un’unica escursione.

FINE I PARTE

Capo d’Orlando 07/12/2015

Dario Sirna

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