ETNA – SENTIERO SCHIENA DELL’ASINO

ETNA – I PANORAMI DEL SENTIERO SCHIENA DELL’ASINO

Sulla strada che da Zafferana Etnea sale al rifugio Sapienza, in corrispondenza dell’incrocio con l’arteria che scende verso il comune di Pedara, esiste una piazzola di sosta da cui si accede all’ingresso del sentiero Schiena dell’Asino.

Questo sentiero, percorribile nel tempo massimo di un’ora, è facile, comodo, non richiede particolare preparazione e può essere affrontato da tutti. Il percorso si sviluppa su una piccola porzione del versante Sud dell’Etna, ad una quota che supera di poco i 2.000 metri di altezza slm. E’ un sentiero panoramico che sollevandosi immediatamente dall’area di partenza proietta lo sguardo dell’escursionista in un campo ottico molto vasto e ricco, spaziante dai coni dei crateri Silvestri alla piana di Catania e dalla sommità del cono del cratere Sud Est alle luccicanti distese del Mar Ionio. Avanzando verso la Schiena dell’Asino i panorami aerei offerti dal sentiero in questione ruotano intorno al Mongibello migrando da Sud verso Est. La sequenza panoramica è sicuramente una delle più suggestive in quanto lungo il cammino associa agli spazi infiniti aperti dalla quota sui sottostanti territori isolani il limite imposto dalla sagoma del vulcano, i cui pendii attraversati si innalzano ad di sopra del sentiero correndo verso i crateri sommitali. Lungo il cammino si attraversano aree di bosco in cui primeggia  il pino dell’Etna, aree nude occupate da antiche colate e aree di macchia vulcanica, ove tondeggianti cuscini di cespugli gialli e spinosi tappezzano i terreni vulcanici. Durante il periodo invernale la quota altimetrica favorisce l’accumulo della neve in tutta la zona visitata per cui il paesaggio è soventemente ingentilito dal contrasto con le morbide e lucenti vesti della Dama Bianca. Trovandoci  sul versante più soleggiato del vulcano la radiazione solare è molto forte e provoca tra l’altro un accelerato processo di scioglimento del manto nevoso. Ne consegue che il paesaggio ha un aspetto ricco di contrasti e di toni cromatici dovuti al continuo alternarsi delle chiazze di neve con il fondo del terreno. Lungo la salita si incontrano varie piazzole  che consentono di lasciare il sentiero e di godersi la bellezza di panorami mozzafiato. Il belvedere offerto da queste particolari posizioni si affaccia direttamente sulla immensa vastità delle colate laviche sottostanti, porgendo all’escursionista una visione quasi lunare e desertica di un mondo simil-primordiale, in cui la roccia mostra ancora molto evidenti i segni del fuoco che la teneva fusa nel grembo terrestre  e dell’atmosfera che l’ha solidificata.  Questi paesaggi sono solo l’antipasto di una veduta molto più estesa e suggestiva, godibile alla fine del sentiero. La Schiena dell’Asino è una conformazione di rocce particolare che risale il dorso sud orientale del Vulcano creando un paesaggio unico, formato da strapiombi rocciosi che si innalzano vertiginosamente sulla vastissima Valle del Bove. Raggiunta la Schiena dell’Asino il sentiero escursionistico si interrompe improvvisamente su tali strapiombi mostrando inaspettatamente l’immenso mare di lava raccolto all’interno della Valle del Bove. Il paesaggio cambia repentinamente perché tutto il campo ottico è polarizzato da questa valle e dal contesto che la circonda e da cui prende origine. In alto, sulla sinistra, le bocche emissive del cono di Sud Est testimoniano la causa che ha formato tutto. Di fronte, i Pizzi Deneri e la catena montuosa che li sostiene formano l’argine opposto della grande Valle. Al centro di quest’ultima una estesa depressione occupa lo spazio su cui anticamente sorgeva il predecessore dell’attuale Mongibello, un vulcano ancora più alto, di cui oggi restano solo alcuni segni del suo collasso. La vista sulla Valle del Bove non mostra solo paesaggi suggestivi e affascinati, essa mostra anzitutto i segni di una storia geologica molto interessante e altrettanto coinvolgente. La Valle presenta diversi segni di un antico splendore, segni che secondo la scienza raccontano una storia fatta di eventi eclatanti e inimmaginabili, eventi in cui il fuoco del grembo della Terra è stato grande protagonista con episodi oggi  raramente si verificano.  L’eredità di questo grande patriarca del nostro pianeta è l’attuale Mongibello, intenzionato nelle gesta a imitare lo splendore e la grandezza del suo predecessore. La Schiena dell’Asino offre dunque un paesaggio straordinario caratterizzato da un mix di nuovo e antico, apparentemente non percepibile,  in cui è possibile   leggere la storia evolutiva di questo vulcano, storia fatta di generazioni differenti di crateri, coni, bocche, pendii e montagne. Chi non conosce i dettagli di questi fatti trovandosi di fronte allo spettacolare paesaggio della Valle del Bove viene comunque rapito da una sensazione molto particolare che pone tanti interrogativi su questo posto, pur non potendone intuire la storia.  Certamente tra i paesaggi dell’Etna quello della Valle del Bove visto dalla Schiena dell’Asino emerge con prepotenza su tutti sia per la sua inconsueta bellezza, sia per la sua misteriosa grandezza, sia per la sua paurosa conformazione. Il sentiero della Schiena dell’Asino può essere considerato tra i sentieri più semplici che danno massima soddisfazione. I vari punti panoramici incontrati lungo il cammino, insieme al mistero del vulcano,   sono, inoltre,  fonte immediata di infiniti spunti contemplativi in cui il cuore dell’uomo avverte la sua impotenza e la sua piccolezza di fronte alla grandiosità della natura. Dal confronto emergono chiaramente l’onnipotenza divina e la carità celeste di un Dio che permette all’uomo di abitare in mezzo a tante forze indomabili   senza avvertirne l’ostilità e apprezzandone la bellezza e la magnificenza. Riconoscersi creatura destinataria di tanta grazia è un passo importante che conduce verso l’amicizia e la comunione con il Signore.

Capo d’Orlando, 14/01/2014

Dario Sirna

 

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