ETNA: DAL RIFUGIO CITELLI A PIANO PROVENZANA PASSANDO PER IL CRATERE CENTRALE
Il cammino sviluppato in questa escursione sfrutta in salita la dorsale di Serracozzo, la quale, facilmente raggiungibile dal rifugio Citelli, si proietta sulla valle del Bove e la circonda fino a raggiungere la Valle del Leone, i Pizzi Dineri e l’Osservatorio Vulcanologico.
Dall’Osservatorio Vulcanologico fino al Cratere Centrale il cammino effettuato è, invece, quello obbligatorio della carrabile sterrata che da Piano Provenzana sale sul versante Nord dell’Etna passa in prossimità dei coni sommitali e poi ridiscende sul versante sud sul vulcano.
La stagione estiva limita fortemente l’escursionista nella scelta dei percorsi da seguire a causa della impraticabilità del suolo. Le colate laviche che, sovrapponendosi l’una sull’altra, hanno innalzato il cono vulcanico danno luogo alla formazione di un mantello esterno molto accidentato ed estremamente discontinuo che nella maggior parte della sua superficie è impossibile da calpestare. Nel periodo invernale e primaverile questo inconveniente è superato grazie alla presenza di una spessa coltre di neve, la quale adattandosi perfettamente alla superficie del vulcano e ai suoi ripidi pendii riempie tutte le cavità formate dalle colate laviche e livella il piano di calpestio, rendendolo facilmente percorribile in tutte le direzioni.
Così mentre in primavera e in inverno è possibile scegliere percorsi diretti che raggiungono i coni sommitali senza obbligare e allungare il percorso seguito, in estate si è costretti a immettersi sulla pista sterrata sopra citata. Tale cammino impone all’escursionista le vedute paesaggistiche, i tempi utilizzati e le distanze da coprire, lasciando pochissime alternative nella personalizzazione dell’escursione e nella scoperta di nuove prospettive panoramiche.
La prima parte del percorso è la più faticosa ma anche quella che dà maggiori soddisfazioni grazie all’incantevole veduta sulla Valle del Bove e sulla Valle del Leone, nonché alla spettacolare veduta panoramica offerta dai Pizzi Dineri. La rimanente parte del cammino offre la monotona suggestione del deserto lavico, interrotta di tanto intanto dalla presenza di bocche e crateri laterali, ma comunque incorniciata da un paesaggio sorprendentemente aereo e ossigenante. Le vedute osservate coprono in un solo colpo d’occhio lo specchio marino del Tirreno e quello dello Ionio, comprendendo al loro interno importanti presenza territoriali e naturalistiche quali ad esempio le Isole Eolie, le Madonie, i Nebrodi e i Peloritani, nonché la Piana di Catania, lo Stretto di Messina e l’Aspromonte. Il vulcano diventa una postazione eccellente per un corso accelerato di geografia locale.
Il dislivello coperto sfiora i 1.600 metri di altezza e richiede perciò grande impegno, preparazione fisica, resistenza alla stanchezza. Particolarmente provati sono i muscoli delle gambe che nel cammino si ritrovano ad affrontare pendenze sempre più ripide, da superare su un fondo molto sabbioso. Ancora peggio è se la zona è battuta dal vento, in quanto le raffiche generalmente si oppongono con decisione e forza all’avanzamento in salita. Da non sottovalutare neanche il fattore clima, infatti anche nelle belle giornate estive in quota le temperature sono basse e in presenza di vento richiedono un equipaggiamento adeguato a sopportare una percezione termica prossima o inferiore allo zero.
Prima di partire consigliamo sempre di verificare le previsioni meteo e di valutare attentamente l’attività degassante dei crateri sommitali. Spesso tale ultima attività impedisce di apprezzare le meraviglie naturalistiche dell’area sommitale del Vulcano, così si corre il rischio di arrivare in cima, dopo un’impresa davvero stremante, senza vedere assolutamente nulla. Lo stesso inconveniente è causato dalla formazione del tipico capello di nebbia sulla testa dell’Etna.
Tuttavia lo spettacolo offerto dall’Etna su questo suo versante è sempre grandioso e memorabile. Infatti, ogni escursione sull’Etna offre sempre aspetti stupefacenti, regalando grandi soddisfazioni che ripagano di gran lunga le fatiche superate. E’ l’anima a goderne i benefici più grandi, mentre lo spirito, rinvigorito dall’incontro con la bellezza, entra, ancora una volta, in uno stato di estasi emotiva.
Capo d’Orlando 19/08/2015
Dario Sirna