ETNA – CAMMINANDO SUL BORDO DEL CRATERE CENTRALE
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Le condizioni meteo incontrate lungo questo percorso di alta quota sono state caratterizzate dalla presenza intermittente di grandi formazioni di nuvole, intervallate da brevissime schiarite. Data l’altezza raggiunta le nubi spesso avvolgevano nelle spire della loro candide nebbie tutto il cono vulcanico sommitale, creando notevoli difficoltà di orientamento a causa della ridottissima visibilità. Il soffio di una brezza moderata, seppur pungente per le basse temperature presenti al suolo, riusciva ad impedire il ristagno della nebbia, permettendoci così di rettificare il cammino e di orientarlo verso la meta prefissata. A queste difficoltà di orientamento si sono aggiunte ulteriori problematiche create dalla consistente degassazione dei crateri sommatali. Sia il cratere di Nord Est che il cratere centrale, infatti, durante tutto il periodo di permanenza sul vulcano sono stati interessati da una notevole fuoriuscita di gas e vapori. La consistenza dei volumi emessi era tale da creare delle vere e proprie colonne di gas, disgregate e allontanate per fortuna dalla forza del vento, ma comunque sempre ostili al cammino e alla produzione della documentazione fotografica. Il percorso effettuato è molto suggestivo in quanto permette di apprezzare tutta la bellezza del versante nord e del versante ovest del cratere di Nord Est, rispetto al quale esso si mantiene un centinaio di metri più basso. Passando alla base di questo cono si può apprezzare nei particolari la sua forma suggestiva e la particolare conformazione delle sue pareti esterne. I dettagli sul versante Nord sono stati ampiamente illustrati e documentati nel relativo reportage già pubblicato qualche settimana addietro. Nonostante tutto il versante ovest dell’Etna quest’anno risulti abbondantemente innevato, la parte alta di questo cono si presenta in gran parte senza neve anche se il cordolo superiore della bocca vulcanica mostra enormi blocchi di ghiaccio e di neve. Sono formazioni fortemente discontinue che presentano notevoli difficoltà di percorso e pericolosissime insidie a causa degli spazi vuoti nascosti sotto un mantello di neve avente una struttura a gruviera. Il disgelo e i relativi vuoti sono dovuti alle alte temperature delle pareti del vulcano, il suolo e il fondo di tali pareti sono costantemente sopra lo zero termico nonostante le bassissime temperature dell’atmosfera che li circonda. Questo spettacolo eccezionale ci accompagna fino al bordo del cratere centrale. Sorprendentemente questo cratere non emerge dalla sommità di un cono vulcanico minore, come quello di Nord Est o quello di Sud Est, ma rappresenta la bocca di terminale dell’enorme cono che forma la struttura principale dell’intero apparato dell’Etna. Per questo motivo il cratere non emerge in mezzo alle cime degli altri crateri terminali, ma si presenta sull’orizzonte come una linea orizzontale che segna il limite di un altopiano. Solo la presenza della colonna di fumo che sale da tale posizione ci permette di capire già a distanza che si tratta del cratere centrale. Durante l’escursione effettuata su questa bocca i gas emessi dalle sue pareti esterne erano notevoli e in molte occasioni ci hanno scoraggiato parecchio. Fortunatamente il cammino che dà accesso al bordo della Bocca non è difficile, in quanto si svolge su un fondo non troppo ripido e percorribile senza grosse insidie. Abbiamo così raggiunto la bocca del cratere centrale completamente avvolti da un mare di nuvole e da una nube di gas molto densa e consistente. Il cratere centrale è una enorme depressione all’interno della quale insistono due bocche ed esattamente, la Voragine e la Bocca Nuova. Le ridottissime condizioni di visibilità non ci hanno permesso di godere della vista dell’intero cratere, ma ci hanno comunque consentito di apprezzare la notevolissima e spaventosa profondità della Voragine e la bellezza dei costoni interni che si innalzano sul versante nord del cratere. Lo spettacolo offerto da questo cratere del vulcano a nostro avviso è più suggestivo dello spettacolo del cratere di Nord Est grazie alla presenza di vari fattori straordinari che contribuiscono a rompere la monotonia di una singola bocca. Tra questi citiamo la struttura delle altissime pareti verticali che sprofondano nella conca della Voragine e i colori molti accesi di alcune pareti del cratere. La presenza dello zolfo è fortemente testimoniata da notevoli volumi di masse terrose aventi i colori tipici di questa sostanza. La combinazione particolare delle intense sfumature di giallo, marrone e rosso con l’architettura in terna della bocca e l’atmosfera misteriosa delle continue emissioni di gas espulse dalle pareti interne del cratere, genera sul bordo del cratere un paesaggio dalle sfumature tipicamente lunari. E’ molto difficile riuscire ad esprimere le emozioni che queste meraviglie del creato sono in grado di stimolare nel cuore. Ovviamente l’animo si sente in parte rapito dalla inimmaginabile bellezza del posto, ma allo stesso tempo è incuriosito dal mistero dell’attività che pulsa all’interno del pianeta, inoltre è fortemente suggestionato da un’atmosfera che definire surreale sembra troppo riduttivo. Ci dispiace non avere avuto la fortuna di trovare condizioni di visibilità ottimali, per cui molte delle impressioni immagazzinate non sono state immortalate nella documentazione fotografica prodotta. Nostro proposito è di ripetere la missione a breve scadenza, in un giorno di eccellente visibilità e di sicura stabilità atmosferica, resta comunque l’incognita della degassazione, contro la quale non ci sono previsioni da osservare. Il cratere centrale ci ha veramente arricchito di tante nuove conoscenze ed esperienze, scuotendoci dentro e provocando nel nostro cuore un’esplosione di gioia, di ammirazione, di interesse e di entusiasmo. Inevitabile sporgersi all’interno delle viscere della terra e non pensare alla perfezione e alla onnipotenza del Creatore. L’incontro con Dio sul vulcano diventa desiderio incontenibile di lodare il Signore e di crescere nella direzione che dal creato conduce direttamente a Lui.
Capo d’Orlando 16/04/2013
Dario Sirna