ESALTATE IL SIGNORE NOSTRO DIO

SALMO 98

Buongiorno a tutti,

il cammino di oggi segue le indicazioni fornite dal Salmo   98, di seguito riportato:

Il Signore regna, tremino i popoli; *
siede sui cherubini, si scuota la terra.
Grande è il Signore in Sion, *
eccelso sopra tutti i popoli.

Lodino il tuo nome grande e terribile, *
perché è santo.

Re potente che ami la giustizia, †
tu hai stabilito ciò che è retto, *
diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe.

Esaltate il Signore nostro Dio, †
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, *
perché è santo.

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, †
Samuele tra quanti invocano il suo nome: *
invocavano il Signore ed egli rispondeva.

Parlava loro da una colonna di nubi: †
obbedivano ai suoi comandi *
e alla legge che aveva loro dato.

Signore, Dio nostro, tu li esaudivi, †
eri per loro un Dio paziente, *
pur castigando i loro peccati.

Esaltate il Signore nostro Dio, †
prostratevi davanti al suo monte santo, *
perché santo è il Signore, nostro Dio.

Il Salmo canta mirabilmente la grandezza di Dio, chiaramente manifestata al mondo attraverso la sua regalità e la sua santità. Il esso non si prende in nessuna considerazione la potenza creatrice di Dio, ma tutta l’attenzione è rivolta a due aspetti strettamente connessi alla interiorità umana. Dio Re dei re e Dio Santo, sono due aspetti che hanno una diretta conseguenza sulla vita di ogni uomo determinandone il suo orientamento. Dio di per sé non ha bisogno di alcun titolo perché Egli è Dio e come tale ogni altro titolo a Lui attribuito non esprime esattamente la  natura della sua condizione e della sua superiorità. Nel nome stesso di Dio è da ricercare il contenuto che qualifica e individua tutto Dio. Il Salmista attribuisce a Dio una regalità che ha un significato diverso da quello usuale e che serve proprio per evidenziare la divinità del Signore.    La regalità di Dio non è una regalità terrena, essa non ha bisogno di potere politico per essere esercitata e riconosciuta, ma può essere compresa da ciascuno di noi solo se riconosciamo a Dio un potere molto più grande del potere temporale dei regnanti del mondo, il potere di dare la vita, di cancellare i peccati, di esercitare la giustizia, di annullare gli effetti della morte. Nessun uomo del mondo, re o non re, che non sia Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, ha tale potere supremo. In tal senso la regalità di Dio non è paragonabile a nulla, è unica, non ha confini temporali o territoriali e si estende a tutti i popoli. Il Salmista si riferisce proprio a questa regalità. Egli, infatti, ce la descrive con l’immagine dei popoli che tremano di fronte ad essa e che nel contempo riconoscono la grandezza e la superiorità assoluta di Dio su tutto e tutti. Dio oltre a detenere il potere immenso di dare la vita e di cancellare i peccati, ha in sé il potere della Santità. Egli per questo suo potere siede sui Cherubini e stabilisce ciò che è retto e giusto. Ma sia la Santità, sia la Regalità di Dio, in realtà altro non sono che due aspetti diversi di un’unica prerogativa di Dio, l’Amore. Il Regno di Dio è, infatti, Amore, come lo è anche la sua Santità. La dimostrazione evidente ed inequivocabile di tale affermazione è Cristo Gesù. Egli sulla croce afferma di fronte al mondo intero la sua Regalità e la sua Santità guadagnandoci la sconfitta del peccato e della morte e garantendoci la salvezza eterna, grazie, appunto, all’Amore con cui dà la vita per noi tutti. Il Regno governato da Dio è, dunque, il regno dell’Amore, regno che rende Santi. L’Amore di Dio è eccelso e si spande attraverso Cristo su tutti i popoli. Aderire a tale Amore, significa aderire a Cristo, scegliere di seguire Cristo, scegliere di vivere in santità e di aspirare alla giustizia e alla santità divina. Con Cristo, Dio ha dato pieno adempimento alle richieste e alle promesse avanzate e fatte ai nostri Padri, i quali con le loro invocazioni, la loro fede e la loro ubbidienza hanno stimolato per noi i tempi per l’avvento del Regno dei Cieli. Resta ora a noi aderire a tale Regno abbandonandoci totalmente nelle mani del Signore.

Capo d’Orlando, 19/10/2012

Dario Sirna

 

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