TITO 3, 1-7
Buongiorno a tutti,
il nostro cammino oggi segue le indicazioni fornite dai seguenti versi della lettera di San Paolo Apostolo a Tito:
“ 1 Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; 2di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
3Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
4Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
5egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
6che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
7affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.”
San Paolo ci dice che per la grazia di Dio siamo giustificati da Gesù Cristo e per questo abbiamo ereditato da Lui la vita eterna. Ora immaginiamoci di vivere una vita interminabile nelle stesse condizioni in cui viviamo attualmente la nostra vita, ossia lontani da Dio perchè completamente assorbiti dalle nostre passioni, schiavi dei piaceri del mondo, odiosi, pieni di invidia nei confronti di tutti, disobbedienti, malvagi, assetati di potere, di fama, di ricchezze, vanitosi. Una vita eterna vissuta così sarebbe una tragedia interminabile, che prima o poi ci stancherebbe tanto da toglierci ogni desiderio di sussistenza. In queste condizioni è ovvio, infatti, che non siamo in grado di amare i nostri fratelli, in quanto l’unico vero amore che conosciamo è l’amore per noi stessi. Tale amore egoistico assume livelli talmente grandi da impedirci di fare spazio nel nostro cuore a qualsiasi altro amore, compreso l’amore per gli altri e l’amore per Dio. Anzi, al contrario il posto destinato a tali passioni è totalmente occupato dal un sentimento opposto, l’odio. L’odio per i fratelli e per Dio, come anche l’indifferenza per loro, è infatti la condizione migliore in cui la nostra persona riesce a raccogliere i frutti più alti per la soddisfazione di se stessa. Egoismo e odio viaggiano pertanto insieme e sono strettamente connessi tra di loro. Un cuore egoistico è sostanzialmente un cuore vuoto, un cuore cioè che non contiene al suo interno nulla che riesca a soddisfarlo e a dargli piacere. Nel cuore dell’egoista mancando Dio, manca tutto, non c’è mai pace, non c’è appagamento, c’è sempre insoddisfazione, c’è sempre ricerca di altro e tutto avviene a scapito dei fratelli e del prossimo.
L’invito di San paolo è ad accogliere Cristo Gesù, a ricevere da Lui il dono della sua grazia, ad entrare in comunione d’amore con Lui e a lasciarci rigenerare dallo Spirito Santo, per passare dall’egoismo all’amore, dall’ira alla mitezza, dalla cattiveria alla bontà, dal peccato all’obbedienza, dall’inquietudine alla pace, dai litigi alla fraternità, dal pettegolezzo e dall’infamia alla lode, alla preghiera, alla Parola di Dio.
Questo cammino di conversione libera l’uomo dal potere del peccato, dal dominio del dolore e della sofferenza, dal destino della morte, dalla crudeltà dell’odio e lo restituisce alla sua originaria dignità, quella di erede della vita eterna e di cittadino del Paradiso.
Capo d’Orlando, 12/11/2014
Dario Sirna.