SALMO 126
Buongiorno a tutti,
oggi percorriamo la via tracciata dal Salmo 126, di seguito riportato:
Se il Signore non costruisce la casa, *
invano vi faticano i costruttori.
Se la città non è custodita dal Signore *
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino, †
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore: *
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli, *
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe *
sono i figli della giovinezza.
Beato l’uomo *
che piena ne ha la farètra:
non resterà confuso quando verrà alla porta *
a trattare con i propri nemici.
Il Salmo ci invita a riflette sull’essere e sull’avere, sul senso della vita e delle cose che possediamo, sul frutto delle nostre fatiche e dei nostri impegni. Il Salmista nel primo verso del Salmo si riferisce a tutte le fatiche e a tutti gli sforzi compiuti dagli uomini per costruirsi una casa. A tal proposito viene spontaneo interrogarsi sul senso di questa affermazione per cercare di comprendere il vero significato della parola casa. Certamente se pensiamo ai castelli e a i palazzi realizzati dall’uomo con le sue attività illecite, con la frode, il ricatto, l’inganno, l’omicidio etc., potremmo pensare che la via del male sia la via certa per realizzare in maniera comoda e veloce grandi imperi dove abitare, e che quindi questa realtà contraddice le parole del Salmo. Il punto è, però, che la vera dimora dell’uomo non è una casa costituita da muri, stanze, saloni arredati, affrescati e muniti di ogni confort, ma è il mondo stesso, il cosmo e la realtà bellissima del Paradiso. Sicuramente con la grazia di Dio, con il suo aiuto e facendo leva sulle capacità che Dio stesso ci ha donato noi siamo all’altezza di realizzare grandi opere e costruzioni, di inventare macchinari sofisticati e di fabbricare ingegnosi e complicati meccanismi per rendere la nostra vita più comoda, più lunga e più sicura, ma tutto questo non serve a darci la felicità interiore, la pace del cuore e la gioia dell’amore. La vera casa dell’uomo non è un luogo materiale all’interno del quale la vita è sicura e felice, un luogo chiuso e protetto ove poter affermare la propria autorità e il proprio potere, un regno in cui noi soli siamo i veri sultani e ove neanche a Dio è consentito di mettere piede, ma è piuttosto una condizione interiore, che, se raggiunta, diventa anche esteriore, in cui Dio è la ragione della nostra vita, in cui Dio è il centro del nostro esistere, in cui Dio è il luogo in cui abitare e in cui vivere la vera vita. Questa realtà interiore, che se raggiunta si materializza anche con l’acquisizione di uno spazio all’interno della Chiesa e con la realizzazione di una vita terrena sensata, non è costruita dall’uomo ma direttamente da Dio. L’uomo non raggiunge questa condizione da solo grazie ai suoi meriti, ma è Dio che tramite Gesù Cristo costruisce questa realtà in cui collocare l’uomo al fine di introdurlo ad una piena comunione con Lui. La casa costruita dal Signore per ognuno di noi non ha mura materiali, ma mura spirituali e fa parte della grande Gerusalemme Celeste, città progettata, costruita e custodita direttamente da Dio. Ciò non significa che questa casa non è abitabile già da ora, dal tempo della nostra vita terrena, al contrario essa è pronta ad ospitarci sin dal giorno del nostro battesimo su questa terra. I muri di questa nostra casa domestica, ove il signore della casa è Dio, possono anche coincidere con i muri della nostra casa terrena, ma non si identificano con essi, perché rimangono edificati e saldi anche quando questi ultimi crollano sotto i colpi distruttivi di un terremoto, di una guerra, o, semplicemente, per effetto del loro naturale decadimento. Sono i muri incrollabili della fede che sostengono tutta la nostra vita e danno senso al nostro essere, rendendoci esseri realizzati. Questi muri sono veramente incrollabili se poggiano le loro fondazioni sulla roccia ferma di Cristo e se si lasciano edificare dalla forza e dal lavoro dello Spirito Santo. E’ tutto lavoro di Dio, che continua l’opera della creazione edificando il suo regno in ciascuno di noi, trasformandoci, attraverso e grazie al Figlio, da creature in figli. I figli di Dio sono partoriti dalla Chiesa, che nel vigore della sua eterna giovinezza non smette mai di donare all’umanità i santi. Questi sono frecce appuntite e robuste consegnate a ciascuno di noi per affrontare i nostri nemici mortali senza restare confusi, senza timore e con un sostegno invincibile.
Capo d’Orlando, 17/10/2012
Dario Sirna