BARUC 4, 28-29
Buongiorno a tutti,
le parole del libro del Profeta Baruc, di seguito riportate, orienteranno i nostri passi nel cammino di oggi:
“Come pensaste di allontanarvi da Dio, così ritornando decuplicate lo zelo per ricercarlo, poiché chi vi ha afflitti con tante calamità vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne.”
Le esortanti parole del Profeta sono stimolanti e incoraggianti per ognuno di noi. Tra le esperienze umane quella di allontanarsi da Dio, di rifiutarlo, di seguire vie diverse da quelle che conducono a Lui, di preferire alle sue parole di vita eterna parole insignificanti e mortali, è una delle più squallide e mortificanti esperienze che l’uomo possa affrontare. Il Profeta con parole esplicite e chiare ci fa notare che tali esperienze sono frutto diretto delle nostre scelte incondizionate. Esse cioè scaturiscono dal nostro modo di pensare e di vivere la vita e la fede. Non è mai Dio ad allontanarci da Lui o ad allontanarsi da noi, ma siamo sempre noi con il nostro egoismo a scegliere liberamente di non ascoltarlo più, e quindi, di non seguirlo, di non volerlo conoscere e di non cercarlo. La conseguenza di queste nostre libere scelte è che lo smarrimento sopraggiunge immediato con tutto il suo carico di dolore, sofferenza e male. L’uomo in tale condizione diventa irrequieto e bisognoso di aiuto. Le sue forze, venendo a mancare nel cuore Dio e l’amore, vengono meno e la sua libertà si trasforma in una prigione che lo sottomette al peccato e all’infelicità. Questa condizione, ove bene è tutto ciò che egoisticamente torna a vantaggio stretto del singolo, paralizza la coscienza, mettendola in condizione di non lavorare più, di non saper distinguere e di confondere bene e male, amore e odio. Fortunatamente però, per grazia di Dio, resta nel cuore una profonda insoddisfazione dovuta alla rottura del rapporto di amicizia con Dio e alla conseguente carenza di interiorità, di pace, di serenità, di amore, di tenerezza, di mitezza e di fratellanza. E’ grazie a questo stato di insoddisfazione che l’uomo riesce a risentire nel cuore il richiamo di Dio, il quale, in tal senso, non finisce mai di stimolare l’uomo. Il Profeta si inserisce proprio all’interno di questa particolare condizione umana facendosi portavoce di Dio per incoraggiare ciascuno di noi alla speranza e alla fede. La sue parole ci indicano una via da seguire per riconciliarci con Dio e assicurarci, così, la salvezza e la gioia perenne. Questa via è lo zelo per il Signore. Essere zelanti nel ricercare il Signore, dopo aver ottenuto la grazia di tornare a Lui, è una condizione indispensabile per conseguire il risultato di una perfetta comunione con Lui. La perfezione dello zelo è però una condizione umanamente raggiunta solo da Cristo, per cui ogni nostro sforzo in tal senso non giunge ad alcun risultato se esso non è compiuto in piena comunione con Gesù Cristo. E’ Cristo che dall’alto della Croce, gridando il dolore del suo abbandono, ci fa ritornare a Dio ed è sempre Cristo che, unendoci all’offerta del suo sacrificio perfetto, ci permette di conseguire e decuplicare quello zelo tanto auspicato dal Profeta.
Capo d’Orlando, 09/09/2012
Dario Sirna