INVERNO PRECOCE – LA DAMA BIANCA A MONTE SORO
La stagione autunnale quest’anno sembra non conoscere le mezze misure. Fino a qualche giorno fa ci ha regalato giornate stabili, soleggiate e con temperature ben oltre la media trentennale, negli ultimi giorni invece ci sta proponendo un clima con un’impronta prettamente invernale. Ieri mattina, dopo un sabato mite e apparentemente bello, sua maestà la Dama Bianca si è presentata nella sua candida veste sulle alture dei Nebrodi, delle Madonie e sull’Etna. |
Dal punto di vista meteorologico lo scenario europeo è stato caratterizzato dal confronto di due grossissime figure bariche. Le latitudine meridionali e centrali sono state dominate dall’imponenza dell’Anticiclone delle Azzorre, figura stabilizzante e molto mite, le latitudini settentrionali e quelle nordiche sono state invece assoggettate al dominio della depressione semipermanente dell’Islanda. Negli ultimi giorni l’anticiclone delle Azzorre, parecchio rinvigorito, ha lanciato un attacco al Vortice Polare elevandosi di latitudine e andando ad occupare così il cuore dell’Europa centro settentrionale. Ciò ha provocato una forte discesa di aria artica sul Mar Mediterraneo, settore centrale, con l’attivazione di profondi vortici ciclonici, accompagnati da fasi di maltempo estremo. In atto la ciclo-genesi Italica sta richiamando un ulteriore apporto freddo, proveniente dalle latitudini artiche ed attivato da un’ennesima elevazione azzorriana. La fase attuale ha visto così il passaggio in quota sulla Sicilia di masse d’aria molto fredda, che transitando sulla superficie marina calda e umida del Tirreno, hanno generato corpi nuvoli e precipitazioni. Queste ultime ad una quota intorno ai 1.200 metri si sono presentate sotto forma di neve. Le nevicate di ieri hanno così annunciato l’arrivo di una stagione invernale precoce e la fine di un autunno molto breve e poco influente. Le precipitazioni di ieri sono state di modesta entità, ma parecchio scenografiche e di grande effetto coreografico. L’impressione è che la Dama Bianca sia scesa sulle alture siciliane nella giornata di Domenica per prepararsi ad un soggiorno più lungo e più consistente da assaporare nei prossimi giorni. Noi, sempre molto sensibili al fascino della neve, ci siamo precipitati ad accoglierla e a salutarla sulla cima di una delle vette più importanti dei rilievi siciliani, Monte Soro. Già dalla Statale che collega San Fratello a Cesarò la cima di questo gruppo montuoso ieri mattina si mostrava imbiancata, con effetti assimilabili al gelo della galaverna. Salendo da Portella Femmina Morta verso le antenne collocate sulla cima del Monte nel giro di poche centinaia di metri il paesaggio subiva uno stravolgimento incredibile. Nei primi tratti di salita la faggeta e i prati sfoggiavano una splendida veste autunnale con lussuosi e variopinti abiti dalle tinte molto calde e forti, nei tratti successivi, invece, indossavano una doppia veste, aggiungendo all’abito tipico della stagione in corso l’abito candido di un precoce inverno. L’improvviso arrivo della Dama Bianca non ha consentito al bosco di spogliarsi dell’abito vecchio per indossare quello nuovo, cosicché quest’ultimo si è aggiunto al primo, creando effetti scenografici eccellenti e unici. Arrivati sulla vetta della montagna ci siamo accorti che il gelo aveva costruito sui rami, sulle foglie, su prati, sui frutti e su ogni forma solida, raffinatissimi e originali ricami. Le foglie color oro dei faggi erano state impreziosite da sottili e luminosi merletti cuciti sull’orlo esterno delle stesse. Pizzi fragilissimi ed eleganti che, come una cornice di cristallo, racchiudevano al loro interno ogni singola pagina dorata esaltandone ed impreziosendone la sua bellezza e il suo valore. Un lavoro certosino che ha raggiunto la sua più alta espressione nel sottile rivestimento corallino con cui i rametti e le spine dei rosai spontanei sono stati intrappolati in rigide e incantevoli camicie costruire sulla loro stessa pelle. Insignificanti e fastidiosi cespugli selvatici sono diventati stravaganti e originali sculture di ghiaccio, simili nello splendore, nella forma e nell’architettura alla bellezza di una coltivazione di coralli. Il cielo, completamente ammantato di ovatta, lasciava cadere dalle sue laboriose mani piccoli fiocchi bianchi che, lentamente e con arte, si aggiungevano agli altri come punti di ricamo tessuti sulla grande tela della terra. Ogni superficie esposta all’azione delle gelide brezze invernali è stata tinteggiata di bianco con risultati veramente sorprendenti. Nel sottobosco i tronchi esili e dritti delle ceppaie di faggio hanno assunto le sembianze in una sequenza allineata di strisce verticali bianche parallele. Un lavoro eseguito con una precisione inimitabile e con grande maestria per offrire al mondo un’opera perfetta, un capolavoro della creazione divina. Uno spettacolo fatto non di quantità, in quanto lo spessore della coltre bianca era sottilissimo, quasi impalpabile, ma di grande qualità, raffinatezza e maestria. Impossibile non lasciarsi catturare dal fascino esuberante di tale spettacolo naturale, impossibile non emozionarsi di fronte a tanta bellezza, impossibile non lasciarsi rapire da essa per essere trasportati verso le altezze celesti nella contemplazione della bellezza divina, al cui amore è dovuto il dono gratuito di tali indescrivibili meraviglie. E’ nelle cose semplici, umili, apparentemente insignificanti e di poco conto, che Dio ama lasciarsi trovare per dare a tutti, piccoli e grandi, la gioia e il premio di incontrarlo, di conoscerlo e di amarlo.
Capo d’Orlando, 25/11/2013
Dario Sirna.