TORTORICI – DAL LAGO TREARIE AL LAGO CARTOLARI
L’escursione documentata con questo reportage si svolge lungo il percorso fluviale che collega il Lago Trearie al Lago Cartolari. Questi due laghi, ricadenti nel territorio del Comune di Tortoric,i sono degli invasi artificiali che alimentano due corsi d’acqua confluenti nel Torrente Trearie. I due corsi d’acqua in questione sono il torrente del Vallone della Finaita e il torrente Cartolari. |
A valle delle confluenza del torrente Finaita con il Torrente Trearie, il fiume prende il nome di Torrente della Saracena, affluente del Fiume Simeto. Punto di partenza di questa escursione è la Portela Dagara, raggiunta da Tortorici sfruttando la strada asfaltata che collega il centro con la frazione Batana e con la dorsale che attraversa la cresta dei Nebrodi. Il cammino in questione è molto lungo e impegnativo, ma interessante per la vastità di territorio attraversato e per le bellezze naturali ricadenti al suo interno. Durante questo giro infatti si incontrano le aree in cui ricadono i seguenti elementi naturali: Lago di Trearie, Vallone di Finaita, Torrente Trearie, Foresta Vecchia, Vallone di Cartolari, Lago Cartolari, Dorsale Nebroidea. Tali elementi sono stati citati nell’ordine in cui essi vengono visitati. L’escursione richiede il tempo di una giornata intera, inoltre svolgendosi in un territorio selvaggio, interno e sperduto, privo di qualsiasi contatto diretto con agglomerati civili, ad una quota compresa tra i 1.250 e i 1.500 m di altezza sul livello del mare, richiede la certezza della stabilità atmosferica, nonché massima prudenza e idonea attrezzatura. Il percorso non è particolarmente difficile, tranne che nella zona fluviale ove, come in qualsiasi altro cammino del genere, è necessario alzare un po’ di più la guardia. Nel periodo estivo non sono richiesti gli stivali a tutta coscia. Relativamente al tratto da effettuare all’interno del Vallone della Finaita avvertiamo che esso deve essere necessariamente percorso all’esterno del letto del fiume, sui due costoni laterali del Vallone a causa della fitta ed impenetrabile macchia di vegetazione spontanea che popola il greto del torrente e le sue sponde laterali. Questo problema non si verifica negli altri due torrenti ove è possibile procedere all’interno dell’alveo senza elevati impedimenti. Nel caso del torrente del Vallone della Finaita l’ingente sviluppo di vegetazione all’interno dell’alveo torrentizio è dovuto all’imbrigliamento dello stesso. Le briglie in muratura favoriscono il deposito di ingenti quantità di limo e sabbia che unitamente alla ridotta velocità della corrente permettono lo svilupparsi di una macchia selvatica intricata. Il fascino di questa escursione è dovuto alla grande varietà degli ambienti naturali attraversati e dei paesaggi che li caratterizzano. Si ha inoltre la possibilità di sperimentare una serie di emozioni completamente differenti connesse alla diversità delle aree visitate e alle difficoltà che si incontrano al loro interno. Passando sulla cresta della dorsale dei Nebrodi lo sguardo ha la possibilità di bearsi della infinita e celeste estensione dei grandi panorami. Esso spazia contemporaneamente dai piccoli coni vulcanici delle isole Eolie, nel vicino Tirreno, al grande cono vulcanico dell’Etna, sorvolando in questo passaggio le infinite sequenze panoramiche della catena dei Nebrodi e della catena dei Peloritani. Mare, isole, montagne, colline, pascoli, boschi e vulcani sono gli ingredienti che riempiono le armoniose composizioni di questa immensa tela paesaggistica che accoglie il visitatore all’ingresso dello scenario di questa escursione. Giunti alla Portella Chiesa lo scrigno Nebroideo apre i suoi coperchi esibendo tutta la bellezza e la pace della conca del Lago di Trearie. Qui improvvisamente sembra di entrare in un nuovo regno dai confini ben delimitati e dalle dimensioni contenute, ma sempre molto spazioso e accogliente. Il lago distende le sue immobili e fresche acque su una superficie di circa dieci ettari collocata al centro della conca, nella sua zona più depressa. Come una perla preziosa incastonata in un gioiello di grande valore, esso è circondato da una corona irregolare di monti, in parte ricoperti da boschi, in parte ricoperti da verdi pascoli. Il silenzio e la pace che regnano all’interno di questa meravigliosa valle nascosta sono, insieme ai colori e alla trasparenza dell’aria, gli elementi che rafforzano la bellezza del lago conferendole un aspetto unico e caratteristico. Silenzio, armonia, colore e trasparenza atmosferica non significano che la vita sul Trearie è assente, o che tutto si mantiene immobile, ma che la pace da esso effusa assorbe ogni essere vivente proiettandolo in una dimensione contemplativa. Questa è l’impressione fornita dalle mandrie di vitelli e di cavalli che bivaccano sulle sponde del lago e dalle colonie di uccelli acquatici che ivi si fermano in cerca di riposo e di cibo durante le loro migrazioni. Passando dal lago al Vallone della Finaita il paesaggio muta radicalmente. Il Vallone è scosceso, chiuso e ricco di vegetazione. Paesaggisticamente non offre grandi spunti contemplativi, pur tuttavia riserva interessanti sorprese. Sul versante ovest del Vallone, infatti, è possibile ammirare la bellezza secolare di numerosi esemplari appartenenti al genere delle querce. Si tratta di esemplari di grandi dimensioni che colpiscono non tanto per la misura delle chiome, quanto per la misura dei tronchi e dell’annesso apparato radicale. Alcuni di essi, evidentemente molti vecchi, presentano un apparato radicale completamente sollevato dal piano di campagna, come se un forte processo erosivo avesse scoperchiato tali radici mettendole completamente a nudo. Questi patriarchi con la loro bellezza e la loro imponenza dominano all’interno del Vallone, catalizzando l’attenzione del creato su di loro. Discendendo lungo il torrente l’apertura del Vallone si allarga e consente allo sguardo di affacciarsi sulla lussureggiante Foresta Vecchia che ammanta il versante orientale della Serra del Re. Tale paesaggio diventa sempre più esteso e chiaro procedendo verso valle, fino a quando il Vallone non confluisce sul Torrente di Trearie. Questo corso d’acqua è molto più importante del Finaita e regala emozioni maggiori. In esso la struttura torrentizia è forte e decisa, tanto da non permettere alla vegetazione di avvicinarsi al letto del fiume. Questo si allarga parecchio e contiene al suo interno masse infinite di materiale lapideo eroso e sminuzzato. Il Torrente Trearie, pur essendo più importante, presenta minori difficoltà di percorso. All’interno del Vallone che lo ospita è possibile ammirare numerosi scorci interessanti di arenaria. Si tratta o di piccoli strapiombi laterali a struttura stratificata o di canali rocciosi che occupano il letto del fiume. Salti modesti si alternano a piscine, a banchi di roccia e a massi di arenaria. Le acque del fiume ospitano sia le trote che i pesci rossi. Lo stesso ambiente naturale, lo stesso paesaggio e le stesse emozioni si provano risalendo il torrente che scende dal Lago Cartolari. In questo caso il Vallone che ospita il torrente è più stretto e scavato, tanto da assumente in alcuni punti la conformazione di un canyon a V. Rispetto al Vallone della Finaita questo Vallone è molto più interessante e affascinate, sia per la sua morfologia, sia per la scenografia ambientale, sia per la possibilità che offre lungo il suo percorso di camminare senza eccessive difficoltà all’interno dell’alveo. La risalita verso il Cartolari è rilassante e piena di spunti contemplativi, suggeriti quasi sempre dalla favorevole interferenza della faggeta con il torrente e con il canyon. Lunghi tratti si presentano come viali alberati, ricoperti da gallerie di verde intenso e fitto. Infine, il lago Cartolari e il tratto di dorsale che lo collega con Portella Dagara, offrono nuove suggestioni, che in parte rinnovano quelle del tratto iniziale e del Lago di Trearie. L’escursione, attraversando ambienti e habitat totalmente differenti, è ricchissima di interessanti espressioni naturali. Ma l’effetto più entusiasmante che essa offre è sicuramente dovuto alla possibilità di approfondire il proprio rapporto interiore con la natura, con il Creato e con Dio. La bellezza dei posti infatti è un continuo richiamo alla vita interiore dell’anima e, tramite essa, alla necessità di relazionarsi con Dio, di entrare in contatto con Lui, di sentirne la presenza, di goderne la vicinanza, di accoglierne l’amore e tutti i doni ad esso connesso.
Capo d’Orlando, 12/09/2013
Dario Sirna.