DA SAN BASILIO AL CATAFURCO – III TRATTO

GALATI MAMERTINO – TUTTI I SEGRETI DEL CATAFURCO 3

Ci troviamo nel tratto più alto del fiume che scende dal Catafurco e ci proponiamo di risalire  questo percorso fino ad arrivare alla cascata.

Nelle precedenti due escursioni abbiamo documentato nel dettaglio l’ambiente naturale in cui scorrono le acque del fiume nella parte sottostante a questa, con il presente reportage completiamo la documentazione di tutto il tratto di fiume compreso tra San Basilio e la Cascata del Catafurco e contemporaneamente ultimiamo il progetto della descrizione dettagliata della gola compresa tra il Paratore e il piano superiore della Cascata del Catafurco. E’ possibile, perciò, vedere nel dettaglio tutte le meraviglie realizzate dalla natura nel corso del cammino compiuto dalle acque fluviali nel tratto  compreso tra la cascata delle Ninfe e la Porta del Paratore. I reportage presenti nel sito e disponibili a chi ha voglia di approfondire, ad oggi, sono esattamente 18. Di essi, il primo, intitolato “Dalla Stretta di Longi alla Cascata del Catafurco”, può essere considerato una presentazione sommaria di tutto il successivo lavoro. Certamente mancano alcuni dettagli che verranno aggiunti nel corso del tempo, ma  in linea generale la fiumara risulta totalmente esplorata e descritta con racconti scritti e gallerie fotografiche annesse abbastanza dettagliati. Del tratto esplorato oggi la parte terminale, quella del Catafurco e della relativa cascata è la più conosciuta e la più suggestiva. Essa, rispetto ai due tratti precedenti presenta il notevole vantaggio di essere servita da apposita pista sterrata carrabile con cui è possibile avvicinarsi talmente al posto da ridurre il tempo di percorrenza a piedi a soli 20 minuti. Tuttavia, è consigliabile per chi ama stare in mezzo alla natura e viverla con un rapporto vicino, diretto e intimo, raggiungere il posto risalendo il percorso compiuto dalle acque. Invece di partire da San Basilio, in alternativa, è possibile seguire un secondo itinerario, altrettanto suggestivo, che si differenzia dal precedente solo nella prima parte. In tal caso dopo aver raggiunto il villaggio Molisa, invece di procedere per la cascata seguendo la pista diretta, occorre introdursi a piedi nel letto del fiume e da qui  risalirlo fino al Catafurco. Giunti al ponte che collega le due sponde opposte del fiume, prima di iniziare a risalire il corso d’acqua consigliamo di scendere lungo lo stesso di poche centinaia di metri per visitare una delle cascatelle più suggestive della zona, da noi documentata ampiamente nel I tratto.  Il resto dell’escursione è invece descritto nel presente reportage e nel precedente, tratto III e tratto II. Il tempo minimo necessario per coprire questo suggestivo tragitto alternativo, nel periodo estivo e con partenza da Molisa,  è di 5 ore di cammino, compresi i tempi per lo scatto delle foto, i tempi di relax, i tempi per la merenda e i tempi per un veloce viaggio contemplativo e interiore. Tutto il tempo speso in più è a totale vantaggio dell’escursione per un ulteriore arricchimento personale e interiore di chi ama trattenersi in mezzo alle meraviglie del creato. Il percorso di oggi non si differenzia di molto da quello del tratto precedente. Siamo sempre in mezzo ad una natura straordinariamente ricca di infiniti spunti fotografici e contemplativi. Anzi, più ci avviciniamo alla meta e più il percorso si rende interessante, offrendo una continua cascata di grandi occasioni fotografiche. L’ambiente è fortemente caratterizzato dalla presenza della roccia nuda, levigata e non, presente sia sul fondale, sia nelle pareti verticali, sia, soprattutto, nel greto del fiume sotto forma di enormi macigni in corsa uno dietro l’altro. La pendenza del fiume si fa più ripida e i massi si addossano tra di loro, spingendosi e trattenendosi a vicenda. In questo loro invisibile  rincorrersi, bloccato dal tempo come in un fermo immagine, si possono ammirare tutti gli straordinari scenari formati dalle varie composizioni delle grandi rocce.  Il fiume passa in mezzo a questi imponenti sbarramenti senza interrompere la sua corsa a valle, ma dando luogo alla formazione di particolari giochi d’acqua e di suggestive cascatelle. Per andare avanti occorre  salire, scendere, risalire e ridiscendere in continuazione questi grandi massi, senza mai appoggiare il piede a terra. Lo spettacolo comincia a dare le prime forti emozioni quando ci si avvicina alla Marmitta dei Giganti, ma prima ancora di entrare al suo interno si passa davanti a una interessante formazione mista di calcare, muschi e acqua, avente la forma di una piccola grotta, molto simile ad una piccola cappella votiva, al cui interno, infatti, è stata collocata una statuetta in cemento che rappresenta la Madonna apparsa a Luordes. Dopo una breve sosta in compagnia della Madonnina, proseguiamo verso la cascata entrando all’interno della Marmitta dei Giganti. La gola è molto suggestiva sia per i colori forti delle rocce, sia per la loro particolare conformazione e struttura, sia per tutto l’ambiente naturale che la circonda e la caratterizza. La cascata non è ancora visibile e ciò accresce le nostre  aspettative. Giunti sul posto la suggestione e lo stupore generati dalla bellezza che ci circonda sono talmente grandi da accrescere la curiosità al punto di farci quasi correre per raggiungere il cuore nascosto del Catafurco, quel meraviglioso angolo di Paradiso al cui interno si gettano in cascata, con un salto di 20 metri, le acque provenienti dalla gola superiore. Qui lo spazio si chiude a 300 gradi attorno alla cascata con un girotondo spettacolare di altissime pareti verticali, levigate e modellate nel corso delle varie epoche dall’artistica azione erosiva dell’acqua. Il Creatore vuole veramente stupire il visitatore che giunge qui regalandogli questa spettacolare visione solo alla fine di tutto il percorso, come un regalo prezioso chiuso all’interno di un cofanetto, che, per premio, viene aperto  solo a chi ha tanta voglia e tanto desiderio di amare la natura e di apprezzare l’opera del Creatore da giungere in questo posto così lontano. Lo spettacolo della cascata è ulteriormente arricchito dallo stupore generato dalla improvvisa apertura del sipario sull’intero palcoscenico che fino ad ora era rimasto completamente invisibile, proprio come all’inizio di uno spettacolo teatrale, quando le luci si accendono sulla star principale. Forse dopo le bellezze viste nella sottostante Stretta non ci aspettavamo più di poter rivivere grandissime emozioni e così, infatti, ci è sembrato fino a quando non siamo giunti davanti alla cascata. Sembra che improvvisamente il fiume abbia voluto recuperare quel minimo di bellezza perso uscendo dalla Stretta concentrandola tutta in un unico punto di straordinario interesse: la cascata del Catafurco. D’altra parte in tutto il percorso del fiume, nonostante le numerosissime cascate più piccole presenti, mancava  un elemento così importante e straordinario come questo.

Capo d’Orlando, 11/09/2012

Dario Sirna

 

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