DA SAN BASILIO AL CATAFURCO – II TRATTO

GALATI MAMERTINO – TUTTI I SEGRETI DEL CATAFURCO 2

Stiamo risalendo la fiumara che scende dal Catafurco e ci troviamo esattamente nel borgo Molisa di Galati Mamertino, sulla pista sterrata che conduce alla cascata. In corrispondenza del villaggio imbocchiamo una deviazione sulla destra che ci conduce nel fiume. Nel Reportage precedente ci eravamo fermati all’altezza del ponte che qui collega  i due versanti opposti della valle. Scendendo dalla strada imboccata raggiungiamo nuovamente il ponte e da lì, riprendiamo l’escursione  nella fiumara.

Rispetto al tratto di fiume a valle, quello oggetto del precedente reportage, questo tratto è più interessante, mostrando aspetti del fiume sconosciuti e molto particolari, aventi una bellezza selvaggia e un fascino non indifferente. L’ambiente naturale è del tutto incontaminato a causa della totale assenza a monte di case e di attività di qualsiasi tipo, a parte la pastorizia condotta allo stato brado. Il fiume comincia ad assumere un carattere più deciso, con una fisionomia sempre più marcata. Ciò che nel tratto precedente era accennato qui diventa sempre più evidente. Stiamo parlando dell’influenza su posto della vicina gola del Catafurco. Avvicinandoci a questo fantastico luogo la natura del fiume si arricchisce notevolmente di elementi sempre più importanti e sempre più frequenti, fino ad abbandonare completamente quella tranquilla veste iniziale, tipica di un fiume poco esuberante. Grandi massi, in parte squadrati e in parte levigati si cominciano a imporre con maggiore decisione, evocando nella mente gli straordinari eventi naturali che hanno prodotto una natura così ricca e bella. Le notevoli dimensioni di questi macigni staccati dalla roccia dei versanti laterali e violentemente precipitati nel greto del fiume, ove vengono frantumati e levigati dalle inarrestabili mole dell’acqua corrente, ci lasciano immaginare la grande potenza scatenata in questi posti dalle forze della natura. Tutto sembra modellato e lavorato per stupire il cuore dell’uomo. La natura mette in mostra i suoi muscoli e contemporaneamente ci manifesta le sue notevoli qualità artistiche. Alla forza con cui l’ambiente viene continuamente stravolto da eventi di portata strabiliante si contrappone, infatti, il gusto, l’armonia, la creatività, l’arte, l’eleganza e la raffinatezza di un Creatore sempre attento a produrre capolavori naturali di eccezionale portata e bellezza. Tutta la natura è un capolavoro di Dio, ma qui, è possibile ammirare in grande ciò che nel piccolo sfugge alla nostra attenzione, continuamente distratta dal nostro forte io. Nell’officina della natura le rocce vengono spaccate, frantumate, polverizzate, impastate con l’acqua e innalzate nuovamente in altre catene montuose. Il fiume in questione sembra proprio la cava da cui la natura trae il materiale oggetto delle sue continue e perenni creazioni. Un laboratorio eccellente ove lo scalpello dell’acqua modella ogni asperità per arrotondare, affusolare, trasformare, dividere, formare, creare monumenti che vogliono cantare la gloria, la potenza e l’amore del Creatore. Come nella Stretta, anche, qui sembra di attraversare una galleria d’arte, ove le opere più preziose sono le monumentali rocce che col gusto dell’armoniosa composizione, dopo essere state opportunamente modellate, vendono disposte sul letto del fiume per esaltare, completare e impreziosire la bellezza dell’acqua. Così i vari elementi naturali presenti interferiscono positivamente tra di loro, esaltandosi a vicenda. Ogni elemento sembra essere presente non per cantare se stesso, ma per dare spazio e rilievo alla bellezza di tutti gli altri elementi. Ne consegue un’eccellente armonia naturale ove ogni cosa si trova al posto giusto, ha una giusta funzione, produce un effetto piacevole e utile. Questa bellezza, sembra aver compreso ed adottato il messaggio divino dell’unità. Infatti, ogni elemento preso a se stante non esprime quasi nulla, mentre messo in stretta relazione con gli altri, secondo i legami, il gusto e le regole stabilite dal Creatore offre uno spettacolare esempio di bellezza, di condivisione e di unità. Come in un edificio i singoli mattoni non esprimono nulla, ma messi insieme, legati tra di loro, formano una struttura unica di grandi dimensioni e di straordinaria bellezza, così i singoli elementi naturali di questo tratto di fiume da soli sono poco significativi, ma insieme realizzano una realtà completa e complessa che ha una sua ben precisa identità e che corrisponde ad un determinato progetto. L’effetto finale è un ambiente naturale affascinante ed emozionante, dotato di un ricco e variegato arredamento interno, fatto di scorci e angoli pregevoli, che regalano momenti indimenticabili. Fermarsi in mezzo alle rocce, contemplare, riflettere, ammirare, considerare, immergersi in mezzo all’ambente da esse custodito, abitarlo come la propria dimora, integrasi con la natura, sentirsi non un ospite temporaneo, ma una sua parte vivente, significa vivere in profondità il senso del creato e sentirsi parte integrante di un progetto superiore che ricolloca l’uomo al centro delle meraviglie di Dio e che ha come obiettivo la piena comunione con Lui. Anche l’uomo, infatti, è un tassello di questo progetto, uno dei più importanti perché è il destinatario di tutte queste stupende bellezze. Occorre, dunque, accogliere il dono ricevuto, non abbandonarlo e non umiliarlo mai, perché il male più grande viene fatto a noi stessi, mentre l’offesa più grave colpisce soprattutto Dio, che tutto questo ha realizzato per amore nostro. Troppo facilmente e con estrema superficialità l’uomo, invece, passa dalla contemplazione all’indifferenza, per scadere, infine, nello sfruttamento selvaggio e irrispettoso, mettendo a serio rischio la sua stessa esistenza.

Capo d’Orlando, 10/09/2012

Dario Sirna

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.