“CONSERVO NEL CUORE LE TUE PAROLE”

SALMO 118, 9-16 II (Bet)
Buongiorno a tutti,

il cammino di oggi  continua a sviluppare il tema della conversione attraverso i seguenti versi del Salmo 118:


Come potrà un giovane tenere pura la sua via? *
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco: *
non farmi deviare dai tuoi precetti.

Conservo nel cuore le tue parole *
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.

Con le mie labbra ho enumerato *
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia *
più che in ogni altro bene.

Voglio meditare i tuoi comandamenti, *
considerare le tue vie.
Nella tua volontà è la mia gioia; *
mai dimenticherò la tua parola.

 

Il Salmista ci fornisce delle utilissime indicazioni pratiche per attuare il cammino della conversione e per approfondirlo con la crescita della fede e dello spirito. La domanda iniziale è una domanda che ognuno di noi dovrebbe sentire nel proprio cuore come un’esigenza di vita  importante e irrinunciabile. Il primo passo da compiere nella conversione è proprio quello di porsi questo interrogativo per trovare una risposta ad esso e risolvere uno dei problemi più importanti della fede. La questione non è banale, anzi, al contrario è di grandissima importanza e attualità. Molti cristiani si tengono lontani dai sacramenti e dalla fede proprio per la loro incapacità di trovare una risposta valida e pratica a questa domanda. La perseveranza nel peccato, l’incapacità di evitare di ricadere in esso, la scelta di non rinunziare a determinati piaceri, il vizio, la mania, la depravazione, la debolezza della carne, la debolezza dello spirito, la debolezza di fronte a determinate tentazioni che assillano la nostra onestà, sono argomenti che spesso inducono il fedele a rinunciare alla sua crescita spirituale per impossibilità pratica di vivere il Vangelo. Premesso che la forza della misericordia divina è una forza invincibile che con il suo potere d’amore ha la capacità di annullare ogni nostra debolezza e di risollevarci da ogni nostra caduta, il problema della fortezza nello spirito è un problema che Dio stesso ci aiuta ad affrontare attraverso un sostegno diretto e sicuro, materialmente realizzato attraverso la potenza dei doni dello Spirito Santo, attraverso la terapia curativa dei Sacramenti amministrati dalla Chiesa, attraverso la preghiera e attraverso la crescita interiore operata in noi dalla Parola di Dio. Il Salmo in questione ci viene incontro proprio su questo ultimo argomento insegnandoci come e perché relazionarci con Dio attraverso la sua Parola. La relazione con Dio non può infatti seguire il nostro impulso personale e realizzarsi secondo i nostri metodi. E’ sempre stato Dio a cercare l’uomo per primo e in tal senso occorre disporsi nei confronti del Signore con un atteggiamento di silenzio perfetto, silenzio che altro non significa che ascolto e assimilazione completa e piena della parola di Dio,  del suo messaggio d’amore e delle sue indicazioni di vita.  Mettersi in relazione con Dio non significa, infatti, ritirarsi in preghiera per confidare al Signore le intenzioni del nostro cuore e lasciare che il Signore, dopo averci ascoltato, si faccia carico delle nostre problematiche e ce le risolva. Questo è solo una parte del cammino di relazione, occorre poi completare lo stesso andando ben oltre il limite della liberazione del cuore per attingere nutrimento ed energie alla sorgente della salvezza e della gioia. Se il Signore ci parla, e nel corso della storia e del presente in ciò Egli non ha mai smesso di farlo, nostro impegno deve essere ascoltarlo e seguirlo nelle sue indicazioni. Solo così si realizza una relazione completa tra noi e Dio. Il Salmista ci invita proprio a questo tipo di relazione, egli ci dice che il modo pratico per tenersi puri e per vincere le tentazioni del male e del peccato, non è quello di trovare in noi stessi la forza per condurre alla vittoria questa battaglia, in tal caso ne usciremmo senza dubbio come perdenti per il semplice fatto che vogliamo fare da soli per  la stima che abbiamo di noi, ma  che occorre invece trovare in Dio e nella sua parola la via corretta per superare egregiamente il problema. Custodire le parole di Dio significa innanzitutto ascoltarle, amarle, comprenderle, apprezzarne il grande valore, ritenerle un vero e insostituibile tesoro, un tesoro che una volta ricevuto attraverso la comunicazione viene ascoltato dal cuore, viene quindi accolto, fatto nostro, ritenuto di nostra proprietà, e quindi conservato con cura per essere utilizzato nella vita di ogni giorno. La parola di Dio è il più grande tesoro dell’uomo, un tesoro che in Cristo si è materializzato facendosi per noi anche uomo, passione, crocifissione, morte , risurrezione, ascensione, Spirito Santo, Chiesa e salvezza per tutti gli uomini.   Il Salmista richiama la nostra attenzione proprio sul grande valore di questo tesoro, sulle sue capacità di vita e di rinnovamento, sulle sue potenzialità di conversione e di giustizia, sulle sue attitudini di purificazione e di liberazione, sulle sue proprietà di salvezza e di amore. La via certa e sicura per evitare di cadere nella tentazione del male e del peccato è proprio la parola di Dio. In tale parola, quando è accolta nel cuore come nostra unica forza interiore e come unica legge del nostro io, c’è la via della giustizia, la via del perdono, la via della conversione, la via dell’amore. La parola di Dio deve essere dunque riscoperta da ciascuno di noi per essere apprezzata e compresa nel suo più alto valore e significato, per essere amata, custodita e per diventare l’unica guida della nostra vita. Il Salmista ci insegna anche che non basta ripetersi con le labbra le parole di Dio, ripassarle nella preghiera, ripeterle nella liturgia come pappagalli, occorre necessariamente trovare nel cuore la gioia che ci rende disponibili a seguire nella vita di ogni giorno le indicazioni in  esse contenute e  con esse consegnateci dal Signore. La nostra vita diventa allora una vera relazione con Dio solo se noi siamo disposti ad ascoltarlo, a vivere nel silenzio, a mettere a tacere il nostro io, a far emergere su di esso la bellezza delle parole di Dio, a seguire attraverso esse la via dell’amore vero. Questo cammino sarà allora il nostro impegno pratico e fattivo per assecondare la volontà di Dio non come un precetto che ci impone ordini, regole e restrizioni di libertà, ma come un irrinunciabile desiderio del cuore di vivere in profondità l’amore e di restare costantemente e perennemente all’interno di questa meravigliosa realtà.

Capo d’Orlando, 25/02/2013

Dario Sirna.

 

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