DIOCESI DI PATTI – CONSACRAZIONE CONCATTEDRALE E SUA DEDICAZIONE AI “SS. MARTIRI DEL XX SEC.”
Ieri sera, 15 settembre 2012, alle ore 18,00, Sua Eccellezza Mons. Zambito, Vescovo di Patti, ha proceduto, secondo il solenne rito previsto dalla liturgia del rito romano, alla consacrazione e dedicazione del nuovo tempio realizzato in località San Giovanni di Patti. Il tempio è stato realizzato come succursale della Cattedrale di Patti e perciò, essendo anch’esso sede di Cattedra Vescovile, è annoverato tra le Concattedrali. Esso, nel corso della celebrazione Eucaristica è stato dedicato ai “SS. Martiri del XX sec.”. |
La Struttura è singolare per architettura, forma e colori, del tutto conforme al canone moderno e in totale difformità allo stile classico. Il tempio ha forma cilindrica con una copertura a falda unica circolare e parabolica, rivestita di rame. La corte esterna alla struttura ospita un verde giardino dalle linee minimalistiche, al centro del quale si erge da un piedistallo di roccia una grande croce in legno con annesso Crocifisso stilizzato. La scelta stilistica della Croce, sicuramente dettata da varie esigenze tra cui quella di una collocazione esterna e del rispetto dell’armonia progettuale, ci presenta un’immagine leggera del Crocifisso che si staglia solitaria su tutto il giardino, come a voler suggerire e ricordare vari messaggi di fede, tra i quali noi abbiamo colto l’abbandono di Cristo in Croce, la Sua vittoria e Sovranità su tutta la Terra, la risurrezione del Suo corpo, di cui restano sulla croce solo le linee guida della vita, la leggerezza del carico di chi a Lui si affida. Il colore del prospetto esterno è un turchese molto forte come a voler dare un segno evidente della presenza di questo tempio nel territorio e a volerne indicare, simultaneamente, la sua funzione di collegamento e accesso alle realtà celesti del Paradiso. Certamente, sia per forma, per dimensioni, che per colore la Concattedrale non passa inosservata. Essa, infatti, suscita curiosità in chiunque la vede, attira su di sé l’attenzione di fedeli e non, diventa un punto di riferimento prontamente individuabile per l’uomo che cerca Dio, esprime più fortemente e più chiaramente l’appartenenza a Cristo del territorio locale, è il nuovo segno di una Chiesa che di fronte alla notevole mutevolezza dei tempi contemporanei vuole rimanere acconto all’uomo, vuole continuare a essere a servizio dell’uomo, non vuole perdere di vista l’uomo, rinnovandosi nella forma per rimanere forte e solida nei contenuti da trasmettere al nuovo popolo di Dio. Infine, si erge sul territorio con una figura nuova, enigmatica, che vuole scuotere l’uomo dall’indifferenza e dalla superficialità dei tempi, per spronarlo ad interrogarsi sulla sua interiorità e a cercare e trovare in Cristo tutte le risposte. All’interno cogliamo ancora nuovi e altrettanto stimolanti messaggi. Innanzi tutto quello che ci colpisce è la forma circolare delle mura perimetrali, la totale assenza di pilastri e sostegni intermedi, la forma ascensionale delle parabole portanti in legno del tetto di copertura. La forma circolare, fortemente innovativa, rispetto alla classica forma rettangolare, ci trasmette la bellissima sensazione di entrare in un mondo che con il suo abbraccio circolare ci stringe a sé, avvolgendoci da tutti i lati. Lo spazio unico, continuo e indiviso racchiuso al suo interno, caratterizzato dalla completa assenza di strutture portanti intermedie, quali appunti pilastri e altro, elimina la sensazione di divisione provocata inevitabilmente dalle strutture intermedie, facendoci sentire molto più forte e vicino l’abbraccio di Dio. Un unico spazio per un unico corpo mistico e per una Chiesa senza divisioni. Questa nuova concezione dello spazio interno è sicuramente più vicina alle nuove esigenze del mondo contemporaneo, in cui la presenza delle barriere, anche fisiche, è mal vista. Uno spazio unico che mette il fedele a diretto contatto con Dio, uno spazio unico che crea fratellanza, uno spazio unico che elimina la brutta sensazione delle distanze. La bellissima struttura in legno del tetto di copertura con la sua forma modernissima che al centro si innalza facendo convergere tutto lo spazio sottostante verso il cielo, sembra volerci ricordare la funzione di questo luogo di culto: la Chiesa, al cui capo è Cristo, ha il compito di traghettare tutte le anime in Cielo, provvedendo alla loro salvezza, e, ancora, il destino voluto da Dio per l’uomo non si realizza sottoterra, con la morte, ma in Cielo, con la vita eterna e la comunione con Dio. La forma del tetto accoppiata alla forma del tempio sottostante sembra voler ricordare a ciascuno di noi che restando all’interno della Chiesa questo destino si realizza. Particolarissima la colorazione e decorazione delle pareti verticali. Non essendoci strutture portanti intermedie le pareti esterne assolvono da sole questo compito. La loro funzione portante e di sostegno è stata utilizzata dall’ideatore del Tempio per enfatizzare il significato delle numerosissime immagini dipinte su queste pareti. Le immagini, infatti, ci illustrano i pilastri portanti della nostra fede, nonché le pietre vive che costituiscono l’edificio spirituale. La forma circolare del Tempio rende unica ed indivisibile la parete perimetrale. In questa parete unica ed indivisibile, che dal pavimento si innalza fino al tetto, ritroviamo, come nell’ambiente unico precedentemente descritto, il significato di unità della Chiesa. Un significato e una funzione antichi, quanto la Chiesa, che qui vengono messi in forte risalto, per dare uno slancio di rinnovamento e di apertura alla pastorale locale e contemporanea. Analoga funzione sembra voler comunicare il grande e aperto spazio destinato al Presbiterio, all’altare e all’ambone. Le dimensioni di questi spazi sembrano voler rinnovare anche il concetto di spazio destinato alla cura dei fedeli e al loro impegno sempre più rilevante all’interno della Chiesa. A differenza di qualsiasi altro luogo di culto locale, nel nuovo Tempio tutta la parete perimetrale è dipinta dal pavimento fino al soffitto, con immagini particolari che, pur mantenendo la loro funzione “didattica”, si distaccano fortemente dalle rappresentazioni classiche. Infatti, accanto alle usuali rappresentazioni di importantissime scene bibliche, un tempo utilizzate forse anche per comunicare i contenuti della bibbia ai fedeli meno colti, in questo Tempio, destinato ad un popolo contemporaneo e quindi sicuramente istruito, vengono introdotte nuove figure, aventi sempre la stessa funzione evangelizzatrice, ma diretta ad un popolo le cui difficoltà di accrescimento nella fede non sono legate alla sua mancanza di istruzione e di cultura, ma alla sua povertà interiore, che per arricchirsi necessita di forti testimonianze attuali. Ecco, dunque, che le pareti della Concattedrale sono animate da Cristo e da tutti i suoi più fedeli seguaci del XX secolo: i martiri di oggi. Al centro della scena primeggia Cristo Crocifisso, le cui braccia dalla croce e attraverso le figure dei vari martiri che si susseguono nelle scene laterali, sembrano estendersi in tutte le pareti perimetrali per avvolgerci e stringerci a sé. La decorazione della Concattedrale rispecchia in pieno il significato della sua dedicazione ai “SS. Martiri del XX secolo”, offrendo così al fedele di oggi le preziose testimonianze di fede e di amore offerte a Gesù, e dal Signore a noi donate, di uomini e donne comuni che hanno creduto alla parola e all’amore di Dio fino a dare la vita per Lui. La forza di questi meravigliosi testimoni dei nostri tempi si stringe attorno a Gesù, il Martire Redentore e Salvatore, per esaltare e annunziare al mondo intero la salvezza e la vita eterna. Infine un piccolo accenno al pavimento, la cui lucentezza tirata a specchio esalta ancor più le decorazioni laterali proiettando sulla terra quella bellissima immagine di cielo avvolgente che dallo spazio esterno sembra entrare dentro ognuno di noi per renderci partecipi della gloria del Paradiso. La lucentezza dei riflessi brilla tutt’intorno a Cristo illuminando le figure dei Santi ed esaltando in Essi la Luce vera del Redentore. La sensazione è che il Paradiso non è una realtà impossibile e inesistente, ma una realtà a noi vicina, già presente nella vita dei Santi contemporanei, e pronta ad estendersi anche a noi. Crediamo di aver colto nelle impressioni e sensazioni vissute e qui brevemente sintetizzate il vero significato di questo nuovo Tempio, voluto da S.E. Mons. Zambito, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti e complimenti per avere avuto, con l’idea di realizzare la Concattedrale, la geniale intuizione di rinnovare la Chiesa locale con un segno esterno visibile a tutti e che comunica nuovamente Dio a ogni uomo contemporaneo.
Per tutti i dettagli del rito vi rimandiamo alla galleria fotografica che segue.
Infine, rinnoviamo e rinforziamo ulteriormente il nostro grazie a Dio per il dono concessoci tramite il nostro amato Vescovo.
Capo d’Orlando 16/09/2012
Dario Sirna