MARCO 4, 21-25
Buongiorno a tutti,
le energie necessarie al cammino di oggi ci vengono elargite dai seguenti versi del Vangelo di Marco:
“21Diceva loro: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? 22Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
24Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. 25Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».”
L’esempio della lampada che viene accesa per illuminare e non per essere oscurata è un esempio che calza a pennello per indicare la valenza, la portata e la funzione della Parola di Dio, della missione di Cristo e della figura del Salvatore. Cristo non è certamente venuto nel mondo per nascondersi agli uomini, ma per rivelare ad essi l’amore di Dio per loro e l’attuazione in se stesso del Regno dei Cieli. Cristo dunque si è posto nell’umanità come fiaccola che splende su di essa illuminandola in ogni sua parte e in ogni tempo. La luce di Cristo splende nell’amore della Passione e della Crocifissione e nella gloria della Risurrezione. Queste tre realtà hanno completamente stravolto la storia e la vita dell’uomo attribuendo ad esse un valore nuovo il cui significato è tutto condensato nel lavoro fatto da Dio, attraverso l’opera del Figlio, per realizzare la comunione eterna dell’uomo con Lui. Cristo Crocifisso non è la luce accesa da Dio per illuminare il mondo e dall’uomo nascosta e spenta sotto il letto della morte, ma è la Luce eterna di Dio, Luce invincibile, Luce che non può essere spenta da nessuno, Luce che illumina tutto l’universo e che ad esso dà esistenza, mantenimento, nutrimento e futuro, perché Egli è la vera Luce, la Luce dell’amore. L’Amore è invincibile e la crocifissione di Cristo non è espressione della sua sconfitta, ma esaltazione della sua vittoria sul male. Questo concetto apparentemente contraddittorio può essere capito solo guardando all’amore come a quel sentimento che continua a donarsi agli altri e ad essere immutevole in se stesso, e quindi eterno, anche quando si scontra con il male e da questo sembra essere sopraffatto. L’Amore non cede alla tentazione dell’orgoglio e della vittoria, Esso non si lascia trascinare nella dimensione del male con una risposta a quest’ultimo che lo rende suo simile, ma continua imperturbabile a donare se stesso anche quando è rifiutato, cacciato, odiato, represso e annullato. Per questo la crocifissione di Cristo è testimonianza indiscutibile dell’immutabilità dell’amore e della sua supremazia su tutto. Il male lotta contro l’Amore cercando di piegarlo a se stesso, cercando cioè di trascinarlo a convertirsi in male, ma l’Amore non risponde mai al male con altro male, ma si mantiene saldo in se stesso non essendo soggetto al potere del male. In Dio questo avviene spontaneamente per la sua stessa natura, nell’uomo invece è tutto diverso. La miseria della condizione umana consiste proprio nella sua incapacità di resistere al male, nella sua debolezza di fronte al male. L’uomo reagisce al male subito, quasi sempre con altro male, dimenticando così che in questo modo mortifica l’amore e con esso se stesso. Cristo è il primo uomo perfetto del mondo, Colui che da vero uomo, oltre che da vero Dio, per primo conduce una esistenza completamente esente da peccato e tutta dedicata alla pratica dell’amore. Egli sulla Croce consegna al Padre la vita di un uomo che per la prima volta nella storia dell’umanità si è mantenuto sempre fedele all’amore, non ha mai commesso peccato e ha amato fino a dare la sua vita, il suo sangue, il suo corpo. Egli consegna così al Padre un uomo perfetto e da perfetto quale è si rimette alla volontà Divina anche per tutto quello che riguarda la sua morte. Cristo non pretende la risurrezione perché nella sua umiltà sa che questa scelta (la risurrezione) spetta solo al Padre ed è solo bontà di Dio, anche per l’uomo perfetto quale Egli è. Consegnandosi nelle mani del Padre Egli si rimette così al Suo giudizio, alla Sua volontà, alle Sue decisioni. Questo significa essere fedeli al Padre fino in fondo, questo significa avere compiuto in tutto la volontà di Dio. Tra i meriti di Cristo per quali Dio concede la risurrezione dell’Uomo Cristo Gesù, oltre all’offerta della Passione, oltre all’offerta del Sacrificio, oltre all’offerta di una vita perfetta e irreprensibile, oltre all’offerta di un amore senza macchia, c’è dunque anche quest’ultima obbedienza, quest’ultima umiltà, quest’ultimo atto che suggella per sempre la missione di Cristo quale missione di amore e di salvezza per tutti. La missione della Croce portata da Cristo non si conclude dunque con la morte del Salvatore ma continua a realizzarsi nella consegna che Cristo fa di se stesso al Padre, a cui, in questo modo, viene riconosciuta la potestà assoluta. La Luce scaturente nel mondo dall’amore di Cristo è dunque Luce dell’amore perfetto, perché tale riconosciuto dal Padre con il premio della risurrezione. Questa Luce accesa da Cristo stesso e posta in mezzo all’umanità intera brilla nel mondo senza che nessuno possa oscurala, senza che nessuno possa mai spegnerla, senza che nessuno possa renderla inefficace. Questa Luce brilla per noi, essa ci permette di vedere con gli occhi di Cristo, essa ci rivela ogni verità fino ad ora negataci dal male, essa ci nutre e ci rende attivi nell’amore donandosi a coloro che la accolgono con una generosità illimitata. La Parola di Dio è questa Luce che ci istruisce e che ci permette di crescere nella dimensione dell’amore. La Parola di Dio non può pertanto essere accantonata, né può essere mutata, né può essere interpretata diversamente da quello che essa dice. Quest’ultima opera sarebbe opera diabolica.
Capo d’Orlando, 29/01/2015
Dario Sirna.