MARCO 9, 38-40
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi rinnova in noi l’invito alla sequela lanciato dai seguenti versi del Vangelo di Marco:
“38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi..”
Il Vangelo di oggi sottopone alla nostra attenzione un episodio singolare. Il contesto è quello in cui i discepoli poco prima avevano fatto esperienza negativa nella missione affidata a loro dal Maestro di scacciare i demoni. Essi non erano riusciti a liberare alcuni uomini dalla possessione demoniaca. Ora si trovano ad incontrare lungo il loro cammino un tale che nel nome di Cristo, senza avere ricevuto direttamente dal Signore tale compito, si premura di scacciare i demoni dalla vita della gente. Ne restano meravigliati e, paradossalmente, lo invitano a seguirli. Il paradosso sta nella circostanza che costui, che rispetto ad essi sembra avere compreso Cristo molto più in profondità, debba seguire loro. Dovrebbe essere proprio il contrario, dovrebbero essere loro a mettersi alla sua scuola e a imparare dalla testimonianza di fede di questo tale cosa significa credere e come mettere in pratica la propria fede. Questa persona che va in giro per il paese a portare la buona novella di Cristo e a darne una dimostrazione pratica con i benefici che da essa ne derivano all’uomo, fornisce altresì una dimostrazione chiara di cosa significa accogliere un bambino, di cosa significa accogliere Cristo, di cosa significa accogliere Dio nella propria vita. Coloro che portano Cristo nel mondo, coloro che lo annunziano al mondo, coloro che lo fanno conoscere al mondo sono coloro che lo hanno accolto nella loro vita attraverso l’accoglienza degli ultimi, dei piccoli, dei bambini. Questo uomo che se ne va in giro per il mondo in cerca di indemoniati da liberare, in cerca di persone da sottrarre dal possesso del demonio e da consegnare a Dio, è un uomo che sta mettendo in pratica il precetto dell’amore consegnatoci dal Signore, è un uomo che spende la sua vita per i bisogni urgenti degli altri, è un uomo che mette il suo prossimo davanti a se stesso, è un uomo che non cerca di essere primo e grande, ma cerca di essere ultimo e piccolo. Egli ha ricevuto da Dio il dono immenso del potere di amore contenuto nel nome di Cristo, ricevuto questo dono lo mette a disposizione degli altri esercitandolo non per se stesso ma per tutti coloro che sono nel vero bisogno, nel bisogno cioè di essere liberati dal possesso del demonio per tornare ad essere possesso di Dio. Questo episodio dimostra come la fede nel nome di Cristo e l’accoglienza del messaggio evangelico del Signore stiano alla base della vita del credente. Nessun credente può dare testimonianza vera e credibile della sua fede se le sue opere non trasmettono agli altri Cristo e il suo messaggio d’amore. Trasmettere Cristo agli altri significa dare esempio con propria vita di essere impegnati in un cammino di conversione che ha come obiettivo finale la conformazione totale all’Amore, attraverso l’imitazione del Signore e l’attuazione di tutti gli insegnamenti da Lui offertici. Il Vangelo di oggi sembra dunque voler ribadire e sottolineare l’importanza di mettersi al servizio di tutti coloro che sono nel bisogno, ponendo se stessi, rispetto a questi tali, all’ultimo posto. A buon motivo colui che aveva ben capito la lezione del Signore e che la stava mettendo in pratica con ottimi profitti si rifiuta di seguire i discepoli, che da tale compito hanno l’intento di distrarlo. Il Signore interviene in suo favore e lo conferma così nel suo servizio.
Capo d’Orlando, 26/02/2014
Dario Sirna.
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