“C’E’ UN SOLO DIO”

 

1 CORINZI 8, 1b-7 11-13

Buongiorno a tutti,

il nostro cammino oggi è guidato dai seguenti versi della Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi:

1 La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. 2Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. 3Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. 4Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. 5In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori -,

6per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui.

7Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata. 

11Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto!12Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo.13Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.” 

Questo brano della Prima lettera ai Corinzi ci invita a riflettere sulla seguente questione: qual è la vera libertà di una persona che ha piena coscienza della verità?

E’ la libertà di chi essendo avanzato nella conoscenza si comporta in base ad essa, usando la schiettezza della ragione, o è la libertà della carità, che va oltre la logica della ragione per attingere alla luce dell’amore?

Qual è la vera conoscenza, quella del sapere o quella dell’amore?

Il  caso in questione tratta proprio tali interrogativi. Paolo, da perfetto cristiano, sa benissimo che gli idoli non esistono, come sa che non esistono dei, come sa anche che le carni immolate a queste finte divinità non hanno potere di contaminazione alcuno. Tale logica lo porta quindi a consumare le carni immolate senza lasciarsi minimamente condizionare dallo loro provenienza. Ma egli va ben oltre la forza della semplice ragione e si pone una questione ben più grande, questione che ci fa comprendere quanto grande e profonda sia la fede di Paolo e cosa significa essere veri cristiani. Paolo non pensa solo a se stesso, egli sa che un suo gesto, come il gesto di un qualsiasi altro uomo, produce effetti nella vita e nella salvezza di tutte quelle persone che non sono arrivate nella conoscenza ove è arrivato lui e che pertanto possono leggere nei suoi comportamenti un significato diverso da quello effettivo. Egli, dunque, si preoccupa di capire come muoversi per non nuocere al mondo. Questo suo amore per tutti i fratelli lo spinge a scegliere non in base alla conoscenza, ma in base al loro bene, ossia anteponendo la carità verso i fratelli a qualsiasi altra cosa.

Per noi, che non abbiamo la grandissima spiritualità di San Paolo, questo messaggio cosa ci indica? Certamente che la carità consiste nell’essere sempre umili con tutti, con coloro che sono più avanti di noi, guardandoli come maestri e attingendo alla loro sapienza e conoscenza per crescere nell’amore, e con coloro che sono indietro rispetto a noi invitandoli ad abbandonare le loro vie e a seguire  non noi stessi, ma i veri maestri della Chiesa, ossia i Santi.

Capo d’Orlando 11/09/2014

Dario Sirna

 

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