CARONIA – VALLONE CARDONETA – CASCATA

CASCATA NEL VALLONE CARDONETA DI CARONIA

Siamo a Caronia, in escursione nel Vallone del fiume Cardoneta, per documentare le incredibili bellezze nascoste di uno dei tesori naturalistici più importanti di tutta la zona. Per raggiungere il posto abbiamo percorso la S.P. 168 di collegamento tra Caronia e Capizzi. Superato il bivio per Caronia occorre proseguire per Capizzi ed immettersi sulla strada comunale asfaltata che conduce alla località Cilento.

Dopo circa dieci minuti di cammino in macchina si giunge sul ponte in cemento costruito sul torrente in questione. Posteggiata la macchina  si prosegue a piedi all’interno del letto del fiume in direzione mare. Le difficoltà di percorso sono alte, è obbligatorio l’uso di stivali a coscia alta. In molti tratti occorre immergersi nell’acqua per attraversare obbligatoriamente profonde piscine. I percorsi alternativi sono veramente scarsi e comunque molto difficili da effettuare a causa della presenza di una rigogliosa vegetazione di rovi e macchie che delimita le sponde del fiume e che spesso impedisce l’allontanamento dallo stesso. Inoltre frequentemente le sponde laterali sono chiuse da alte pareti verticali di roccia o terra che obbligano a seguire la via dell’acqua. Questo Vallone apparentemente non suscita alcun interesse in quanto visto dall’alto scompare all’interno della fitta vegetazione di sugheri del bellissimo bosco che ammanta le pendici di queste montagne. Occorre necessariamente scendere nel fiume per conoscerlo e scoprirne gli eccezionali tesori gelosamente custoditi al suo interno. Non si tratta di un grosso torrente, pur tuttavia esso ha una buona alimentazione dalle falde della dorsale dei Nebrodi. Il suo percorso inizialmente si presenta simile a quello del torrente Nicoletta da cui differisce per le minori portate e dimensioni, e per una giacitura molto più ripida. Del tutto identici sono invece gli aspetti paesaggistici e naturalistici. Il letto del fiume scorre in mezzo ad un groviglio di grandi massi di arenaria marrone, dalle tinte molto forti e dai toni piacevolmente caldi. Il Vallone scompare sotto gli occhi dell’escursionista nascondendosi continuamente in strette e sinuose  gole, che, a causa delle continue anse, limitano la visuale del campo ottico entro brevi tratti. Questa circostanza tiene alto l’interesse e stimola la curiosità spingendo l’escursionista ad scendere sempre più a valle in cerca di nuovi scorci da scoprire ed ammirare. Le sorprese sono davvero tante e si susseguono con un ritmo incalzante, suscitando un livello emozionale permanentemente elevato. Nel tratto oggetto di questo reportage si riscontrano vari elementi particolari, di grande interesse. Inizialmente il torrente, dopo un breve tratto caratterizzato da continui giochi d’acqua e da una lunga sequenza di carambole rocciose, improvvisamente “scompare” sotto un grande masso di arenaria grigia. Il masso originariamente occludeva il passaggio dell’acqua in quanto la sua grandissima mole formava un vero e proprio sbarramento al fiume, ora, invece, ne permette il passaggio sul lato destro, proprio in corrispondenza  della roccia il letto del fiume subisce un improvviso salto di circa tre metri originando una prima cascata. La mole dell’adiacente masso si sbilancia proprio in direzione della cascata e la ricopre del tutto, facendola scomparire sotto il suo immenso corpo. Nel muro di roccia da cui si buttano le acque della cascata riusciamo a trovare un passaggio e grazie agli stivali alti, riusciamo ad attraversare la sottostante piscina, molto profonda al centro. Arrivati nel piano inferiore di questa piccola  cascata il fiume cambia fisionomia, l’enorme macigno che ne sbarra il corso si mostra in tutta la sua imponenza e in tutta la sua bellezza, esibendo un’altezza di oltre 10 metri. La sua collocazione è tale da formare nella zona a valle una sorta di grotta alta più di due metri e totalmente occupata alla base dalle acque della piscina formata dalla cascata. Vista dal basso, quest’ultima precipita proprio all’interno della piccola grotta creando un effetto molto suggestivo e originale. La copertura nuvolosa del cielo e le forti ombre della grotta rendono le condizioni di luce molto difficili e non favoriscono lo scatto di foto di qualità. Lo spettacolo offerto da questo piccolo angolo del Cardoneta è veramente unico e meritevole di essere visitato e valorizzato. Proseguendo oltre il fiume riprende a muoversi in mezzo a massi più o meno grandi di arenaria, modellati e arrotondati dalla forza dell’acqua con arte e gusto. I colori delle rocce, ravvivati dall’umidità del fiume, rallegrano l’arenile, conferendogli una nota di classe. Lungo il percorso effettuato riscontriamo vari tratti di grande interesse, ove le rocce si impongono sul cammino delle acque obbligandole a seguire percorsi chiusi all’interno di esse e costringendole a ripetuti piccoli salti e a giochi simili. Improvvisamente le pareti laterali  del vallone sostenute dalle colorate rocce di arenaria gialla si innalzano  formando piccoli canyon di eccellente bellezza. Il percorso delle acque viene nuovamente obbligato a seguire un cammino scavato su un letto di roccia. Abbiamo raggiunto la zona più interessante di questo tratto del Cardoneta. Un grandissimo sughero con la sua folta e verde chioma ricopre l’intera area, creando una forte ombra. Il fiume diventa sempre più bello, le rocce, come ossa nude, emergono dal sottosuolo con prepotenza e bellezza. Le acqua scavano al loro interno vari canali più o meno profondi che dividono il letto del fiume in un largo ventaglio di vene e ruscelli. Questa disgregazione e scomposizione del flusso principale in numerosi flussi minori avviene su un letto roccioso a giacitura quasi orizzontale e rettilinea che improvvisamente, dopo un percorso di circa 30 metri, precipita vertiginosamente nel vuoto con un balzo di quasi dieci metri, evolvendo in una bellissima cascata a due bracci. La sensazione è davvero  strana, l’effetto ottico della luce e delle ombre riduce l’impatto del salto non facendo intuire la sua presenza se non nel momento stesso in cui si giunge nel suo precipizio più estremo, ove, improvvisamente, si percepisce la scomparsa del suolo sotto i piedi e la presenza del baratro. Le acque del fiume precipitano giù lungo il muro di roccia formando così due cascate simmetriche, divise da uno sperone di roccia. Il fronte del salto roccioso è di circa venti metri e le acque si muovono nella parte centrale di esso, ricompattandosi prima di precipitare in due flussi principali. Questo altipiano si sporge sul sottostante vallone come il palchetto di un teatro, proiettato tutto sul grande belvedere che lo scenario dei Nebrodi intesse in mezzo ai sugheri di Caronia. Guardando  intorno ci rendiamo conto che per proseguire nell’esplorazione del fiume l’unica possibilità è scendere dal muro verticale della cascata. Studiamo con attenzione un percorso e individuiamo nella roccia che precipita a valle  una parte più accessibile, ove le acque  della cascata defluiscono con un flusso ridotto. Questo passaggio è molto rischioso e lo sconsigliamo vivamente a tutti. Rapidamente raggiungiamo il piano inferiore della cascata e da qui ci godiamo l’incantevole spettacolo di questo angolo vergine della natura. Ci ritroviamo in un vero e proprio paradiso terrestre, fatto di verde, acqua, cascate, rocce e panorami. L’insieme di questi elementi naturali,  armoniosamente combinati tra loro, ci conquista il cuore, facendoci sentire perfettamente a nostro agio. L’accoglienza è quella dolce ed amichevole di un ambiente familiare, ove si respira la pace e la serenità del cuore e si apprezza il gaudio di essere amati e voluti bene. Certamente l’ubicazione di questo angolo nascosto di natura siciliana è scomodissima, ma la sua bellezza  ricompensa qualsiasi sacrificio. I nostri passi, i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre parole e i nostri ricordi sono completamente catturati dalla voglia di cantare la lode a Dio.  Non riusciamo a contenere nel cuore la gioia di avere un così grande e meraviglioso Creatore. Tutto sembra parlarci di Lui, tutto penetra nell’anima e  ci comunica il grande amore del Signore. Restiamo inevitabilmente sedotti, come inebetiti, senza parole, attoniti come di fronte ad una visione che non passa mai e che ferma il tempo nell’eternità dell’Amore.

Capo d’Orlando 09/01/2013

Dario Sirna

P.S.: Ringraziamo di cuore il Sig. Domenico Turrisi per averci indicato queste meraviglie.

 

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