CARONIA – TORRENTE SANBARBARO – TERZO TRATTO – PARTE PRIMA

CARONIA – TORRENTE SANBARBARO NICOLETTA – TERZO TRATTO – PARTE PRIMA

Il terzo tratto del torrente Sanbarbaro si estende dalla contrada Cotture al Piano dei Daini. Questo lunghissimo percorso è stato diviso in due parti, di cui la prima fa tappa in contrada Filippello. Il reportage di oggi è dunque dedicato alla documentazione di quel tratto del torente Sanbarbaro compreso tra la contrada Cotture, sulla sponda di levante, e la contrada Filippello, sulla sponda di ponente.

La zona è raggiungibile grazie alla Strada ESA che collega Badetta, nel comune di Caronia, con il comune di San Fratello. Questa importante arteria stradale, ad uso prettamente agricolo e pastorale, si sviluppa sul costone montuoso che divide il Vallone del Sanbarbaro dal Vallone del San Fratello, i due principali rami del Furiano. La strada in questione è particolarmente interessante in quanto essa camminando  nelle fitta galleria di verde che ammanta le montagne di Caronia, si sposta da un versante all’atro dei due torrenti, rendendo possibile l’accesso all’uno e all’altro. Per raggiungere la contrada Cotture occorre imboccare sulla destra la deviazione esistente in uscita dal grande tornante che segue la deviazione per contrada San Nicola, salendo in direzione monte. Questa seconda arteria nel tratto iniziale è asfalta, mentre per il resto è in terra battuta, ma le sue condizioni sono ottimali. Percorrendola fino in fondo si giunge ad un agriturismo. A metà percorso, in località Cotture, esiste su questa trazzera una deviazione che scende direttamente nel fiume. E’ possibile con la macchina giungere fino a questo punto, con grande risparmio di tempo e di fatica. E’ da evidenziare che questo secondo braccio che permette di raggiungere il fiume non è carrabile ed è pure chiuso al transito dalla recinzione impiantata sul bordo destro della carreggiata. Occorre dunque parcheggiare l’autovettura in corrisponde del suo innesto e proseguire a piedi. Esso inoltre versa in pessimo stato ed è difficile da riconoscere a causa dell’abbandono in cui si trova. Tuttavia rappresenta  l’unico modo  per arrivare nella parte alta del fiume. Occorre solo fare molto attenzione per individuarla.  L’escursione nel fiume inizia da questo punto. Il tratto in questione all’inizio è caratterizzato ancora dallo spettacolo dei monoliti di arenaria rosa e gialla. Il resto del percorso invece mostra aspetti diversi e in un certo senso nuovi. Il vallone si restringe parecchio e costringe il fiume ad erodere e solcare lunghe gole di arenaria scura e friabile. Questo particolare tipo di roccia è diffuso in tutta la zona delle montagne di Caronia, vari tratti sono presenti nel bellissimo Vallone di Cardoneta, nella zone basse del vallone del Nicoletta e del Sanbarbaro, nel torrente San Fratello, nel torrente Caronia  e nel torrente Inganno. Si tratta dunque di una struttura rocciosa tipica della zona dei Nebrodi. Questa friabilissima roccia si sgretola in minuscoli ciottoli delle dimensioni di un centimetro. La sua tenerezza è tale che l’azione erosiva dell’acqua riesce a produrre la disgregazione del manto roccioso prima ancora che questo possa essere levigato dalla corrente. Le gole formate da questa particolare roccia dal punto di vista fotografico presentano una resa mediocre a causa dei colori scuri e piatti della stessa roccia, colori ulteriormente appiattiti dalle forti ombre generate dagli strapiombi innalzati dalle falesie. Di presenza invece regalano grandi emozioni e interessanti effetti paesaggistici e naturalistici. In corrispondenza delle stesse la profondità scavata dal fiume è tale che il greto del torrente è sostituito da uno stretto letto di roccia, variamente sagomato e modellato, ricco di piscine, canali e cascate, e totalmente libero di sabbia, ciottoli e massi. Questi rimangono confinati ai bordi del fiume ove vengono depositati dall’allargamento dell’alveo  durante le piene. Particolarmente interessante da questo punto di vista è il primo vallone che incontriamo. Ai bordi dello stesso si trovano appoggiati monoliti di grandissime dimensioni, che a loro volta sono sovrastati da massi di dimensioni minori, adagiati sugli stessi come cappelli. La posizione, la forma e il collocamento di questi monoliti evidenzia chiaramente la dinamica che ha dato origine a questo fenomeno nel passato. È’ evidente infatti che essi occupano posizioni un tempo bagnate dal fiume, la forza della cui corrente nelle piene era tale da trasportare e bloccare tali massi nelle loro attuali posizioni. Successivamente l’erosione profonda del letto roccioso ha allontanato l’area di straripamento delle acque, lasciando questi monoliti in posizione alta e asciutta, lontano dalla portata del fiume. Questa particolare circostanza ha creato così una ambiente originalissimo in cui il fiume risulta incastonato in un canale roccioso profondo e scuro, situato nel fondo della gola, mentre i monoliti di arenaria rosa sono disposti in alto come sentinelle che vegliano sulla bellezza del torrente. Le loro disposizioni in fila indiana e le loro posizioni erette contribuiscono ulteriormente a enfatizzare questo affascinante aspetto. Il fiume comunque mantiene inalterata la sua meravigliosa bellezza che si esprime ed esterna attraverso le cascate, le piscine e i canali. Si tratta di salti d’acqua dell’altezza compresa tra i tre e i quattro metri, ma aventi tutti un fascino rilevante. Lungo questa zona del torrente Sanbarbaro se ne trovano diversi e tutti circondati da una contesto coreografico sempre eccellente e talvolta sbalorditivo. Le composizioni rocciose formate dalla natura con la affollamento dei monoliti generano degli sbarramenti simili, in grandi linee, a briglie naturali. L’effetto sulla corrente del fiume è quello di spezzare il flusso principale in una serie di flussi secondari che a loro volta vengono pilotati nei salti e nei canali per dare origine alle cascate e alle piscine. Il tratto in questione offre, rispetto ai tratti precedenti, una maggiore varietà di ambienti naturali diversi, caratterizzati dalla alternanza o dalla mescolanza delle gole di roccia nera con le zone dei grandi massi di arenaria. Questa zona del fiume si sviluppa ad una quota montana, la parte finale del tratto documentato oggi infatti supera abbondantemente i novecento metri di quota altimetrica. Il vallone è immerso e sommerso da una esplosione di verde incontenibile, che oltre ad ossigenare i polmoni e il corpo ossigena e ridesta anche l’anima, sollevandola verso la purezza del cielo. Nel fiume la gioia del cuore sente sempre vicina e presente la mano creatrice e benevola dell’amore divino, mano che qui riesce a toccare nuovamente la nostra anima e a rimodellarla secondo le direttive dell’amore. Ringraziamo Dio per averci fatto dono di questa nuova ed esaltante esperienza e per averci indicato attraverso il creato una via che conduce alla contemplazione del suo immenso amore per noi. Sentire l’amore di Dio per noi, sentirsi amati dal Signore, trovare la gioia di  essere creature volute, desiderate e attenzionate da Dio, sentire che il bene che proviene dal cuore di Dio è un bene incontenibile e non quantificabile, la cui durata è l’eternità,  è sollievo che rende beata e felice l’anima. Ringraziamo e lodiamo il Signore per queste immense grazie.

Capo d’Orlando, 28/05/2013

Dario Sirna.

 

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