CARONIA – IL CANYON DEL TORRENTE SAMPIERI – SECONDO TRATTO
Il reportage di oggi completa la documentazione sul Canyon Sampieri e sul Torrente in cui lo stesso ricade. Nel tratto in questione possiamo distinguere due zona, la prima è la parte alta del canyon, quella cioè che si sviluppa a monte della cascata, la seconda invece è la parte terminale del Torrente, quella parte che uscendo da Canyon arriva al Ponte da cui parte il Torrente Rubino. |
Queste due zone presentano una forte differenza morfologica, dovuta non tanto ad un cambio nella natura della roccia e nella sua storia evolutiva, quanto a una strutturazione diversa del vallone. In corrispondenza del Canyon la rocce stratificate di arenaria presentano un collasso erosivo di grandi dimensioni sia in altezza che in lunghezza, nella restante parte del vallone invece questi collassi, pur restando una caratteristica propria dei due versanti dell’impluvio sono limitati sia in altezza che in lunghezza. La zona del canyon è pertanto l’unica zona a presentare una struttura verticale imponente. Tuttavia ciò non significa affatto che le principali bellezze di questo tratto di torrente sono racchiuse nel Canyon, anzi possiamo affermare benissimo che in uscita dallo stesso il fiume continua a presentare elementi naturali di grande pregio. Certamente il canyon nel contesto in questione ha un fascino preponderante, fascino che non si esplica solo all’interno di esso, ma che dallo stesso straripa al suo esterno per andare a riempire la scenografia di fondo di numerosi altri scorci secondari. Le pareti del Canyon, grazie alle loro forme circolari, disegnano nel palcoscenico del fiume un cilindro concavo la cui superficie si comporta come un abbraccio che stringe intorno a sé le varie prospettive ottiche del campo visivo. In un certo senso, dal punto di vista ottico, e quindi panoramico, il canyon è come un pozzo profondo che convoglia verso di sé lo sguardo dell’osservatore. Ciò si verifica soprattutto per la parete ovest, la quale imprime un carattere ben definito a tutto il contesto generale. Salendo dalla parte bassa del canyon la gola offre lo spettacolo della contemporanea visione dei due ambienti che si sviluppano a valle e a monte del salto roccioso. Non ci sono parole spese per descrivere le bellezze della zona inferiore che non si possano applicare alla zona in questione. Il canyon offre una continuità strutturale e paesaggistica perfetta, pur presentando una naturale evoluzione. Tale continuità permette al visitatore di introdursi all’interno di questo meraviglioso scrigno usufruendo di un’armonia estetica di grande effetto. La grandiosità dell’ambiente attraversato produce i suoi effetti maggiori a livello emozionale, suscitando rinnovate sensazioni di stupore e di incanto. Questi sentimenti si accavallano l’uno sull’altro quasi come avviene per l’acqua in una cascata alta e importante. Il cuore non ha il tempo di cogliere la gioia suscitata da una meraviglia che immediatamente si trova ad essere rapito dall’emozione di una meraviglia più grande. Questo stato emotivo vertiginoso è tipico di tutte le zone più belle dei fiumi di Caronia. Facendo un confronto con le realtà da noi già documentate ci sentiamo però di potere affermare senza ombra di dubbio che questo posto è l’unico in tutto il territorio in questione a presentare queste caratteristiche così pronunciate. Il canyon del Sampieri si inserisce pertanto nei primi posti della graduatoria di tali pregiate ricchezze naturali. Uscendo dal canyon in direzione monte, come abbiamo già evidenziato in precedenza il fiume non lascia spazio alla delusione, esso rinnova la sua bellezza con nuovi apporti di carattere diverso. Tra di essi segnaliamo la presenza di una cascatella sul versante est dell’impluvio. Questo salto appartiene alle acque di un affluente laterale, il quale si inserisce nell’arteria principale del Vallone proprio per mezzo di tale cascata. La particolarità di questo scorcio non risiede tanto nella spettacolarità della cascata, la quale ha dimensioni comunque contenute, quanto nel gioco naturale delle rocce che ne costituiscono la coreografia principale. Il salto si getta al centro di un balzo roccioso piuttosto sviluppato in lunghezza. Alla base della cascata si trova una grande piscina, alimentata dalla corrente del Sampieri, attorno alla piscina si sviluppa un carosello di rocce levigare e nude che conferiscono a questo tratto del vallone nuovo fascino e nuova bellezza. Complessivamente il contesto derivante dalla composizione di queste rocce e dalla combinazione dei due corsi d’acqua dalle stesse convogliate produce effetti pregevoli che hanno la funzione di introdurre un cambio radicale di scenografia. Da questo punto in poi le pareti del vallone si allargano e si appiattiscono permettendo al fitto bosco che le riveste di tornare a specchiarsi nelle acque del torrente, mentre il greto di quest’ultimo torna ad affollarsi di massi di arenaria di grandi dimensioni, disposti nel letto del torrente come corridori in una competizione podistica. Le acque del fiume sono costrette a carambolare e deviare continuamente il loro cammino avanzando verso valle come in una corsa ad ostacoli. I grandi massi diventano occasione per modesti salti, mentre gli spazi non occupati dall’ingombro delle rocce sono generalmente sfruttati dalle piscine. Il cammino in mezzo a questa natura straordinariamente bella e selvaggia è un richiamo immediato alle bellezze del creato e all’amore del Creatore. Ci piace trovare questi stimoli che continuamente trascinano l’anima verso la dimensione spirituale sollevandola dalla miseria della condizione terrena attraverso la preghiera, la contemplazione e la lode. Impossibile non concludere l’escursione con la gioia del ringraziamento a Dio per il dono di queste affascinanti rivelazioni che coinvolgono direttamente lo spirito sollevandolo verso il mistero dell’altezze celesti, ove la bellezza risplende non più come riflesso ma come Luce emessa dalla Sorgente Divina.
Capo d’Orlando, 04/10/2013
Dario Sirna.
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