CARONIA – TORRENTE RUBINO -TERZO TRATTO

CARONIA – I MASSI DEL TORRENTE RUBINO NEL SUO TERZO TRATTO

Continuando la risalita del Torrente Rubino si giunge in un tratto caratterizzato dalla presenza di massi rocciosi di grandi dimensioni. Il fiume stretto nella morsa dei fianchi del vallone trova poco spazio per distendere lateralmente il suo letto, nel contempo quest’ultimo è sovraffollato da questi grandi megaliti che si rincorrono e si accavallano l’uno sull’altro senza lasciare un palmo di terreno libero per appoggiarvi i piedi.

Il cammino diventa molto allettante dal punto di visto atletico. E’ un gioco interminabile che richiede il continuo esercizio di transitare da un masso all’altro con salti, e con piccole scalate. I massi ricordano per dimensioni, forme, colori e disposizione i megaliti dal Torrente Nicoletta nel suo tratto intermedio. Anche l’acqua è costretta a compiere continue evoluzioni per affrontare la discesa a valle. Essa si incanala in flussi che soventemente sono costretti a saltare da una roccia all’altra infrangendosi in continuazione e ricomponendosi successivamente sul letto del fiume. Soventemente i rivoli generati da questa particolare dinamica sono costretti a scomparire in percorsi occultati dalle masse rocciose e dalle loro ombre, per poi riemergere in corrispondenza di forti dislivelli. In questo tratto del fiume emerge la violenza dello scontro esistente tra la corrente fluviale e le rocce, scontro che trova la sua massima espressione nel periodo invernale, quando cioè le piene del fiume ne esaltano la sua forza erosiva. Lo scenario derivante da questo scontro naturale di forze è sicuramente uno dei più particolari e dei più interessanti di tutto il Torrente. Esso si rinnova continuamente per un lunghissimo tratto riempiendo così il campo ottico in tutte le sue direzioni. L’uniformità paesaggistica che ne deriva ha un notevole effetto estetico che rende ancora più apprezzabile il risultato scenico.  Come in tutti gli altri percorsi fluviali del territorio di Caronia, anche in questo caso il verde lussureggiante e selvaggio del bosco svolge una funzione fondamentale nella realizzazione dell’atmosfera naturale che avvolge il Torrente. Gli alberi del bosco si stringono attorno al letto del fiume dando l’impressione di volerlo assediare da un momento all’altro. Come i  grandi massi,  anche il bosco ha una densità molto elevata e ciò conferisce allo spazio una dimensione di ristrettezza. Ogni elemento che compone il paesaggio sembra trovare nel territorio quelle condizioni di benessere tali che gli consentono uno sviluppo piuttosto veloce e accentuato, tanto da creare una vera e propria competizione per la conquista degli spazi liberi. In verità osservando con attenzione tutto il territorio si ha la chiara sensazione che questi ultimi siano totalmente assenti e che la lotta tra i vari elementi  per il mantenimento del proprio possesso territoriale sia una lotta continua, dura e senza sconti. Le pendici del vallone che ospita questo tratto del torrente sono così ridondanti di verde da somigliare a una coperta riccamente lavorata al punto bucle. Le chiome tondeggianti, alte e voluminose degli alberi si addossano l’una sull’altra coprendosi a vicenda e toccandosi tra di loro, lasciando alla luce pochissimo spazio per filtrare all’interno del sottobosco. A ciò si aggiunge il restringimento e la chiusura che scaturiscono dall’evoluzione sinuosa dell’asse longitudinale del torrente. Per questo motivo le prospettive sono frequentemente corte e ristette. Esse generano compartimenti naturali chiusi che non possono essere ammirati se non visitandoli uno alla vota e raggiungendoli dal loro interno. In ognuno di questi ambienti, simili ai grandissimi saloni di un castello medievale con architettura a labirinto, i massi del fiume si presentano come un pavimento lastricato su cui scorrono le acque. Inquilini di questo affascinate maniero sono gli animali e gli uccelli del bosco, oltre che i pesci del torrente. L’abbondanza di vita è testimoniata dalla bellezza selvaggia del territorio. Una bellezza che offre al suo interno generosa ospitalità a tutte le specie animali locali. Ciò ovviamente accresce ancora di più la bellezza del torrente conferendogli un pregio naturale di grande valore. Il cammino all’interno del vallone, sebbene piuttosto impegnativo, si presta spontaneamente alle pause contemplative che hanno la capacità di offrire all’anima un vero e proprio ristoro. Fermarsi, sedersi sulla cima di uno dei tanti massi che affollano il letto del torrente e ammirare questa bellezza naturale avvolgente che trabocca da ogni dove offre emozioni  indimenticabili che ben si sposano con il desiderio di un equilibrio interiore, con la gioia della pace e con la necessità di riconciliarsi con il mondo intero, con il creato e con Dio. Stranamente è proprio durante tali soste che il cammino diventa costruttivo, offrendo all’escursionista l’opportunità di vivere e di godere la sua dimensione spirituale di creatura voluta e amata dal suo Creatore.

Capo d’Orlando, 30/10/2013

Dario Sirna.

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