CARONIA – TORRENTE SANBARBARO – SECONDO TRATTO – PRIMA PARTE
Siamo sul Torrente Sanbarbaro ed esattamente nel tratto compreso tra la contrada San Nicola e la Contrada Cotture di Caronia. Il reportage di oggi si propone di documentare questo tratto del fiume Sanbarbaro, parte alta del Nicoletta. Per l’escursione, molto lunga e impegnativa, consigliamo di entrare nel fiume dalla contrada San Nicola e di risalire il torrente fino alla contrada Cotture. |
Esiste qui la traccia sterrata di una trazzera che si allaccia ad una strada interpoderale sterrata che dà la possibilità di effettuare il cammino di rientro senza ritornare dal fiume. Il cammino nel torrente richiede circa sei ore di tempo, mentre il corrispondente cammino in strada è percorribile in non più di un’ora. Il vantaggio di questa soluzione non è rappresentato solo dalla tempistica, ma soprattutto dalla notevole riduzione dei rischi di cammino e dal piacevole attraversamento del bosco. La strada in questione si allaccia alla Strada ESA proprio in corrispondenza del grande tornante che precede il bivio per la contrada San Nicola. Tutti i dettagli su questa ultima località e i collegamenti con la stessa sono stati forniti nell’articolo precedente relativo alla documentazione del tratto compreso tra il Nicoletta e il Sanbarbaro. L’escursione richiede l’uso degli stivali alti, molta pazienza e tanta cautela. Il Fiume ha le stesse identiche caratteristiche dell’ultimo tratto attraversato. Il suo letto sale verso monte con una pendenza mai eccessiva, a volte quasi pianeggiante. Durante il tragitto si mantiene sempre incavato all’interno di uno stretto vallone di terra, caratterizzato da pendii molto ripidi, sui cui fianchi laterali si appoggiano le bellissime e lussureggianti pendici delle Caronie. Il contesto naturale che caratterizza l’ambiente in cui il fiume serpeggia in questo periodo dell’anno è particolarmente ricco di colori e profumi. Un tappeto verde, stonalizzato dai contrasti tra la vegetazione nuova delle gemme primaverili e il verde cupo delle essenze sempreverdi, fa da sfondo alle abbondantissime fioriture di ginestra spinosa, di biancospino e di altre essenze della macchia Mediterranea. I colori dominanti sono il giallo oro dei cuscini di ginestra, il bianco neve del Biancospino, il verde tenero delle nuove gemme e l’azzurro intenso di un cielo terso. L’aria fresca e ossigenata del vallone e del bosco è satura del profumo dolcissimo delle copiose fioriture di ginestra. I rami dorati di questi spettacolari cespugli, insignificanti durante tutti il resto dell’anno, hanno la capacità di ospitare su di essi una moltitudine incalcolabile di piccoli e odorosi fiorellini gialli. Queste fioriture celebrano la primavera e tutto il suo splendore rendendo omaggio alla stagione dei fiori con l’allegria del loro coloratissimo sorriso. Il Fiume scorre in mezzo a questo paradiso verde come un grande sovrano di fonte al quale tutti si inchinano e stendono i loro mantelli colorati e preziosi in segno di grande riverenza, di rispetto e di sottomissione. Lo spettacolo è allietato dal canto incessante delle acque che scorrono verso valle. Nell’apparente staticità e immutabilità del paesaggio solo l’acqua ha il grande privilegio del movimento. Nel greto del fiume la presenza delle rocce, ancora una volta, si impone con prepotenza su ogni altro elemento, catturando l’attenzione di ogni passante. Come nel tratto precedente, anche qui, massi di dimensioni gigantesche si addossano l’uno all’altro, creando un fitto e intricato labirinto in mezzo al quale si dividono le acqua del fiume. L’affollamento dei massi crea forti effetti prospettici che evidenziano un’architettura imponente e difensiva. Essa, come una grande muraglia, cinge il greto nel suo forte abbraccio, occultandolo completamente. Queste zone del Fiume si alternano a zone più libere e hanno il pregio di suscitare nell’escursionista grande curiosità. Viste da lontano appaiono compatte e sigillate dalla forza della loro struttura rocciosa. Solo avvicinandosi ad esse ed entrando negli spazi che separano i vari monoliti è possibile scoprire quali spettacoli il fiume è costretto a realizzare per superare tutti questi ostacoli. Salti d’acqua bellissimi rimbalzano da una roccia all’altra, scaturendo a pressione da canali scavati nella roccia dalla forza della corrente. I getti si polverizzano sulle rocce più basse frantumandosi in mille vaporosi schizzi bianchi. Talvolta la roccia su cui l’acqua scorre, invece di lasciarsi scavare al centro per formare un canale, si appiattisce su tutta la superficie formando vassoi da cui si allargano cascate a forma di ventaglio. Questo tipo di getti mantiene inalterata la struttura della lamina d’acqua, creando così in caduta come dei sipari trasparenti e luccicanti, privi di sbavature e schizzi, sotto i quali è possibile inserirsi senza bagnarsi, e attraverso i quali è possibile vedere il mondo esterno con un’interessante sfocatura che sbiadisce forme e colori, a causa di un forte effetto smeriglio. Anche in questo tratto il Fiume Nicoletta/Sanbarbaro ci ha regalato intense emozioni e affascinati scenari, permettendoci di trascorrere una giornata intensa e indimenticabile. Ringraziamo, come sempre, Dio per averci guidato e protetto in questo cammino costellato di grande meraviglie naturali e di forti esperienze contemplative. La gioia di queste esperienze in cui si ha la chiara manifestazione dell’amore del Creatore per l’uomo è la più grande e più importante di tutte le ricchezze ricevute, raccolte e custodite durante l’escursione.
Capo d’Orlando, 23/05/2013
Dario Sirna.