CARONIA – LA RISALITA DEL TORRENTE CANNELLA – SECONDA PARTE
Con questo reportage aggiungiamo un nuovo tassello alla documentazione sul Torrente Cannella. Tutte le indicazioni e le raccomandazioni relative a questa escursione sono state già fornite nell’articolo precedente e rimangono valide anche nel caso in questione. |
L’escursione è stata divisa in vari tratti non perché è stata effettuata in differenti tappe ma per evitare di appesantire gli articoli con gallerie fotografiche troppo corpose, che non consentono all’utente di focalizzare l’attenzione sulle varie particolarità che si incontrano lungo il cammino. La bellezza del posto esige un’attenzione particolareggiata che con una descrizione sommaria verrebbe inevitabilmente compromessa, a tutto danno di una equa valorizzazione del territorio esaminato. Questo discorso vale per tutto il territorio del Comune di Caronia, ove le dimensioni e il numero dei contesti importanti sono talmente grandi da esigere una attenzione dettagliata. Nostro scopo è mostrare queste bellezze a tutti, specie a coloro che hanno desiderio di conoscere la nostra natura ma non hanno la possibilità fisica di poterlo fare. Si tratta di un patrimonio immenso, il cui valore non può essere valutato, ma che purtroppo noi sottostimiamo. Ciò impedisce a noi di conoscere tali bellezze e conseguentemente di promuoverle per renderle fruibili e note a coloro che provengono da altre zone. Non conoscendo ciò che possediamo non possiamo non solo apprezzarlo e godercelo, ma non possiamo neanche offrirlo agli altri. Questa circostanza penalizza noi stessi e i nostri figli in quanto toglie a noi ricchezza e opportunità. Viviamo in casa nostra come degli estranei e non possiamo amare la nostra terra perché la ignoriamo del tutto. Siamo così costantemente rivolti all’esterno, rivolti cioè a tutti quei posti, altrettanto belli, esistenti al mondo che hanno la fortuna di essere promossi, valorizzati e protetti da persone che ne apprezzano la bellezza e le potenzialità. Documentare un luogo ha lo scopo non solo di farlo conoscere a tutti gli amanti di della natura, ma di attrarre verso di esso l’attenzione di ognuno di noi. Non si può emigrare in terre lontane e non conoscere le proprie terre. Viviamo come se dal punto vista naturalistico fossimo poveri e castigati, mentre è proprio l’opposto. Abbiamo tesori immensi da cui ci manteniamo distanti e distaccati. E’ vero che la maggior parte di tali posti, tra cui anche il Torrente Cannella, è in condizioni di fruibilità impossibili, ma questo ha permesso a tali gioielli di mantenersi intatti e di crescere nel loro valore. Nostro compito non è distruggere tale condizioni per cambiarle con altre apparentemente più progredite, ma mantenere intatto questo patrimonio naturalistico promuovendolo così come esso si trova, ossia privo di ogni infrastruttura devastante e mortificante. Occorre solo recuperare gli antichi sentieri pedonali e le piste forestali insieme a vari casolari rurali abbandonati che già sono presenti sul posto. Il bosco, la montagna, i torrenti, i canyon, i laghi, le gole, le cascate e ogni altra bellezza sono esattamente come il mare, devono vederci solo come ospiti di passaggio, ospiti che non possono e non devono lasciare segni sul luogo visitato. Il passaggio di un escursionista, di un turista e di qualsiasi altra persone, compresi i pastori, i contadini e i proprietari dei fondi, deve avvenire esattamente come avviene il passaggio di un pescatore onesto in mezzo al mare. Ormeggiata la barca sulla riva, della sua presenza in mare non rimane neanche il ricordo. Eppure egli ha preso dal mare vita in gran quantità. Infatti, porta a casa sua non solo il pesce per nutrire se stesso e la sua famiglia, ma anche la bellezza del mare e tutta forza spirituale che l’incontro con l’immensità del creato offre. Ricchezza che nutre corpo e anima, ricchezza che crea con l’ambiente visitato un rapporto di amore e un legame di grande rispetto e riverenza, ricchezza che si esplica anche nelle opportunità date all’uomo dalla natura di crescere nella vita interiore e spirituale, imparando ad amare ogni cosa che fa parte della vita, a iniziare da Dio. La maggior parte del territorio interno dei Nebrodi, specie quello attinente ai torrenti, alle cascate, alle grotte, alle gole, ai canyon, e alla falesie, in atto è illeso e vergine, o quasi, come un mare mai navigato. Ciò non significa che su questo “mare verde” non ci si debba entrare, ma che lo si deve fare come lo farebbe un pescatore onesto in un mare di acqua salata, ossia senza lasciare alcuna traccia della sua presenza, né in superficie, né sul fondale. Dunque avere la disponibilità di una natura selvaggia e incontaminata, rimasta illesa dall’ammodernamento della società, esente da scempi e dal danno di opere artificiali deturpanti non è una sfortuna, ma una grazia che in maniera intelligente dovremmo iniziare ad apprezzare e a utilizzare. Oramai la nostra società ha superato quell’entusiasmo per il progresso che gli impediva di comprendere il danno permanente fatto al territorio dalla costruzione di tali opere faraoniche ed ha ora quella lucidità mentale e quella coscienza che gli permettono di valutare in maniera esatta il grave prezzo che si paga con la distruzione del territorio in favore di un discutibilissimo progresso. Il torrente Cannella da questo punto di vista è un esempio formidabile di natura e territorio selvaggio. Il greto del fiume è come un sentiero solcato da un gozzo nel mare, esso può essere percorso senza distruggere nulla, senza fare danno, senza lasciare tracce visibili o invisibili, senza contaminare, con il vantaggio di permetterci di entrare nel cuore più interno e più profondo del nostro territorio per rubargli la sua affascinate bellezza. Il bottino di emozioni, di conoscenze, di esperienze e di gratificazioni offerto da un tale tipo di percorso è immenso e dal valore inestimabile. Non possiamo non prenderlo in considerazione, abbiamo l’obbligo di proiettarci verso la fruizione di tali beni incominciando a amarli con la stessa freschezza con cui dal Creatore ci sono offerti.
Capo d’Orlando, 18/12/2013
Dario Sirna.
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