CARONIA – LO STRETTO DELLE CAPRE – TORRENTE CARONIA – TERZO TRATTO

TORRENTE CARONIA – LO STRETTO DELLE CAPRE

Il nostro cammino all’interno del vallone che ospita il torrente Caronia giunge oggi ad una meta molto importante: lo Stretto delle Capre. La motivazione principale che ci ha spinto ad esplorare questo torrente e che ci ha indotti a compiere un cammino così lungo era proprio quella di raggiungere questa affascinante zona del territorio di Caronia.


Dalle immagini satellitari, scorrendo tutto il percorso di questa fiumara, è possibile osservare un punto di forte restringimento del vallone, punto in cui dalla quota di osservazione del satellite le acque del fiume sembrano scomparire per poi ripresentarsi più a valle. Questo punto è nel cuore del torrente, ossia nella sua parte più interna e inaccessibile, in una zona selvaggia, non servita da viabilità stradale e pedonale. L’unica possibilità offerta dal territorio di raggiungere questa meta è fornita dal percorso stesso del fiume. Tale percorso può essere intercettato a valle, partendo dal Mulino ad Acqua, o a monte partendo dal ponte che divide il torrente Rubino dal Torrente Samperi. In entrambi i casi l’accessibilità è difficile, il percorso è molto lungo e rischioso. Riteniamo che la via migliore sia da valle, quella seguita da noi e documentata con i reportage già pubblicati, disponibili nel sito agli indirizzi riportati alla fine dell’articolo. Relativamente alle indicazioni di accesso al fiume, all’attrezzatura necessaria per l’escursione  e alle difficoltà che lo stesso presenta rimandiamo i lettori alle indicazioni fornite  al seguente indirizzo https://camminoin.it/?s=mulino+di+caronia. Lo Stretto delle Capre è una bellissima gola, una vera e propria forra a pareti verticali, lunga circa settanta metri, larga mediamente sei metri e alta circa venti metri. Le pareti rocciose che avvolgono la gola sono di arenaria. Esse si presentano nude per quasi tutta l’altezza degli strapiombi, solo nella parte superiore sono ricoperte da una fitta e lussureggiante vegetazione boschiva. Gli alberi che crescono sulla parte alta degli strapiombi sono talmente fitti e rigogliosi da riuscire a coprire con le loro chiome la volta dello Stretto. Il passaggio del fiume all’interno di questa bellissima gola avviene perciò come all’interno di un tunnel le cui pareti laterali sono di roccia, mentre la copertura è formata dalle verdi fronde dei lecci.  Le stratificazioni della roccia che formano i muri laterali della gola corrono parallele alla direzione dell’asse longitudinale del fiume evidenziando così la genesi formativa di questa  stretta. Le linee di flusso delle correnti fluviali scorrendo parallelamente al piano di giacitura degli strati rocciosi  ne determinano la loro erosione e la loro escavazione naturale. Ovviamente il lavoro compiuto dall’acqua è un lavoro certosino che si avvale della collaborazione del tempo. Quando il quest’ultimo non ha un limite entro cui portare a compimento il suo lavoro, come in questo caso, allora il risultato che si ottiene per mezzo della sua instancabile perseveranza è un’opera ben rifinita e modellata, finemente e artisticamente lavorata, valorizzata al massimo dalla perfetta esaltazione degli elementi che compongono l’ambiente. Lo Stretto delle Capre è senza dubbio una delle bellezze naturali più rilevanti del territorio di Caronia, territorio che ricordiamo essere il più vasto e il più ricco in assoluto di tutta la zona dei Nebrodi. La gola in questione aggiunge al tesoro naturale di Caronia una nuova perla di grande valore e di ricercata bellezza, ma sconosciuta quasi a tutti. Certamente la sua particolare ubicazione geografica e la totale assenza di una rete viaria, anche pedonale, che permette la fruizione del posto, se da un lato ne impedisce l’accesso e quindi la conoscenza, dall’altro è una garanzia assoluta di perfetta conservazione naturale. Colpisce della zona in questione la totale assenza nell’ambiente attraversato e nel territorio che lo circonda e lo contiene di segni che indicano la presenza dell’uomo. Lo Stretto delle Capre offre così al visitatore la possibilità di immergersi all’interno di un paradiso naturale incontaminato e vergine, ove la bellezza creativa di Dio non si scontra con la mentalità distruttiva e cannibalesca    dell’uomo, ma ha la possibilità di offrirsi  nelle sue espressioni più alte e nobili. Il fiume scorre all’interno della forra allargandosi da sponda a sponda, occupandone quindi tutto il letto. L’attraversamento longitudinale dello Stretto non può avvenire se non camminando nell’acqua. Ciò è possibile solo nei periodi di siccità, quando il livello del fiume si abbassa al punto da   permettere tale cammino. In inverno invece e nei periodi di intense precipitazioni atmosferiche la gola raccoglie al suo interno volumi ben più alti di acqua, volumi che determinano l’innalzamento del livello del canale e la sua totale impraticabilità. In tal caso occorre procedere a nuoto se le temperature lo permettono o con un  canotto. Il tratto più profondo è lungo circa venti metri e si trova proprio nell’uscita lato valle. A causa di queste difficoltà e delle notevoli distanze da percorrere a piedi per raggiungere la zona consigliamo di sfruttare i periodi di siccità di inizio estate per organizzare eventuali visite. Sulla bellezza della gola non possiamo che ribadire quanto già ampiamente raccontato negli articoli relativi ai tratti precedenti aggiungendo che a tali ricchezze qui si aggiunge il fascino irresistibile dell’esotico. Lo Stretto delle Capre  e l’ambiente circostante ad esso richiamano alla memoria bellezze tipiche di paradisi naturali  appartenenti a regioni e climi molto lontani dalla Sicilia e dall’Italia. L’abbondanza del verde, lo scintillio dell’acqua, la presenza delle rocce e la strepitosa combinazione tra di loro di questi tre semplici elementi ha permesso al creato di trovare una forma espressiva irresistibile e affascinate, ma anche molto comunicativa. L’incanto naturale prodotto dalla spettacolarità del posto e dalla grandiosità del paesaggio non è infatti sterile emozione che attraversa il cuore e lo continua a lasciare nella sua condizione di indifferenza nei confronti della realtà cosmica della vita, ma è, invece, punto di partenza per un ben più interessante e profondo viaggio volto a esplorare le sconosciute e misteriose forre dello spirito. Partendo dal contatto con lo Stretto delle Capre l’anima viene catapultata inconsapevolmente all’interno dell’affascinante  mondo del Cielo ove l’unica realtà che brilla e che spicca per la sua incontenibile bellezza è Dio. Lo Stretto delle Capre con le limitate dimensioni dei suoi spazi e le sue particolari architetture trasmette all’anima il disagio del limite terreno e allo stesso tempo le apre il varco infinito del Cielo. Le due realtà scendono nello spirito dell’uomo per sciogliere il mistero della vita, per rivelare il senso di ogni cosa  e per completare la visone della realtà. Da questa crescita interiore emerge nel cuore una sola esigenza, vivere la comunione d’amore offertaci da Dio attraverso Cristo e il creato.

Capo d’Orlando, 03/09/2013

Dario Sirna.

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