LE BELLEZZE DEL FIUME NICOLETTA – II TRATTO
L’escursione di oggi riprende l’esplorazione del Fiume Nicoletta nel suo tratto a valle della omonima Cascata. Nei precedenti reportage sul Fiume Nicoletta abbiamo fornito tutte le indicazioni necessarie per raggiungere il posto, esponendo nel contempo una dettagliata descrizione dello stesso e dell’ambiente naturale in cui questo corso d’acqua è immerso. |
Oggi continuiamo a mostrarvi le bellezze documentate nel corso dell’escursione, soffermandoci su un tratto molto particolare del fiume. Il torrente in questione, come già ampiamente illustrato e documentato, ha un fascino tutto particolare dovuto essenzialmente dalla presenza nel letto del fiume di grandi massi di roccia arenaria, perfettamente levigati dall’erosione delle acque, localizzati secondo una disposizione casuale dovuta all’azione veicolante delle correnti. Il cammino nel letto del fiume avviene secondo un percorso obbligato dal corso d’acqua e dalla presenza di tali megaliti. Le grandi strutture di pietra sembrano rincorrersi sul greto del torrente e come nel fermo immagine di una competizione sportiva mostrano chiaramente una postura da corsa. La folla dei megaliti gremisce il fiume, concentrandosi nei suoi tratti più stretti e diradandosi in quelli più ampi. Tali rocce, come meravigliose sculture modellate dall’abile scalpello dell’acqua, si esibiscono in pose artistiche di grande effetto paesaggistico. Per un lungo tratto il fiume procede il suo corso in mezzo alla fitta sughereta senza particolari modifiche nell’assetto. Successivamente i versanti laterali della vallata attraversata dalle acque diventano ripidi, alti e molto friabili. La loro instabilità è evidenziata dal continuo movimento franoso che li interessa, responsabile della formazione delle pareti di terra scurissima che fiancheggiano il fiume. In questi tratti, lo scorrimento delle acque avviene frequentemente su un letto di roccia nera, molto tenera e particolarmente friabile. Continuando oltre, lo spettacolo si rende ancora più interessante grazie alla presenza di un canale roccioso di arenaria all’interno del quale le acque per fluire devono superare varie strozzature. Le pareti rocciose del canale si innalzano verticalmente per alcuni metri dal letto del torrente formando così un piccolo canyon di pregevole bellezza. In questo tratto le difficoltà di percorso crescono moltissimo, costringendoci a scavalcare le rocce e ad arrampicarci su di esse. La bellezza del piccolo canyon è esaltata dalle pareti levigate della roccia che lo incornicia, testimoni di un continuo abbassamento del greto delle acque e di un corrispondente innalzamento delle sponde laterali, a tutto vantaggio dell’approfondimento del canyon. Questo tratto di fiume lungo circa cinquanta metri è uno dei più caratteristici della vallata. In esso le acque del torrente sono costrette a muoversi all’interno del canale roccioso riempiendolo da sponda a sponda, con un piacevole effetto che è esaltato dal contrasto con le nude pareti rocciose. Roccia e acqua sono gli unici elementi naturali che compongono questo interessantissimo e affascinante quadro. La durezza della roccia pura si contrappone alla inconsistente natura liquida dell’acqua. Due stati della materia opposti costretti a coabitare insieme, dando luogo a un forte e accattivante contrasto che accresce il fascino del posto. Sotto l’azione continua dell’erosione operata dalla forza delle correnti del fiume la durezza della roccia mostra tutta la sua debolezza e precarietà, sgretolandosi in invisibili particelle sabbiose trasportate con sé dall’acqua. Il fenomeno dell’erosione ci mostra come nulla in questo mondo può considerarsi eterno e come tutto sia in continua perenne metamorfosi. E’ un processo che fa parte della vita e che sussiste fintanto che non sopraggiunge la fine di tutto. Il fenomeno ci invita inoltre a considerare il potere sottovalutato delle cose deboli e la debolezza sottostimata delle cose giudicate forti. Il nostro giudizio spesso si basa su un’apparenza troppo superficiale e non tiene conto di una realtà in tutto sottomessa alla volontà di Dio, il quale ci invita sempre a cercare e scoprire nel creato la perfezione del suo amore, tutto rivolto ad accogliere chi come l’acqua si lascia trasportare verso la valle del bene e si lascia contenere nel recipiente dell’amore. Per i cuori duri e impenetrabili come le rocce forti l’apparente stabilità si scontra con la precarietà del tempo che inesorabilmente conduce alla fine. Nel contatto tra l’acqua e la roccia, tra la tenerezza e la durezza, tra la debolezza e la forza, c’è sempre la mano attiva di Dio che agisce per mezzo dell’Amore con lo scopo di condurre tutto a sé, abbassando la superbia e innalzando l’umiltà. Il creato è espressione eloquente e continua della presenza di Dio nel mondo e della Sua perenne attività di salvezza, avente come unico scopo il conseguimento dell’Amore da parte di ogni uomo. Ci piace imparare a conoscere Dio e a crescere nella via dell’amore attraverso la lettura dei segni scritti dal Creatore sulla natura. Nel creato ogni singolo elemento valutato nella sua funzione specifica acquista un valore didattico che mette in evidenza la figura di un Dio continuamente piegato sull’uomo, come un Padre premuroso che insegna ai suoi figli le vie del bene. E’ solo percorrendo tali vie e seguendo gli insegnamenti dell’unico vero Maestro, Cristo Signore, che l’uomo riesce a relazionarsi efficacemente con i suoi simili e con tutto il creato, realizzando il senso divino della sua esistenza terrena.
Capo d’Orlando, 03/01/2013
Dario Sirna