CARONIA – CASCATA NICOLETTA

LA SCALATA DELLA CASCATA  NICOLETTA

Nel reportage precedente sul vallone Nicoletta di Caronia abbiamo documentato le bellezze della parte alta della cascata, oggi ci soffermiamo, invece, sulla sua parte bassa, quella che origina il salto più grande e più spettacolare. Tutte le informazioni necessarie per raggiungere il posto sono state già ampiamente fornite nel precedente reportage, cui vi rimandiamo per una completa descrizione dell’escursione.

Oggi ci soffermiamo sui dettagli relativi alla cascata principale cercando di metterne in evidenza tutti gli aspetti e tutte le particolarità. Purtroppo le condizioni di luce riscontrate durante l’escursione, fortemente condizionate dal cono d’ombra della gola e dal cielo coperto, non hanno favorito lo scatto di fotografie degne della bellezza straordinaria del luogo. La cascata si trova all’interno di una gola le cui pareti laterali sono in parte di roccia e in parte di terra. La roccia prevalente è una roccia molto scura e tenera, sbriciolata continuamente dall’erosione, che a causa dell’elevata umidità, la corrode nella struttura sminuzzandola. Procedendo dal basso verso l’alto la cascata non si incontra frontalmente, ma diventa visibile solo quando ci si trova nelle sue strette adiacenze. Tale circostanza aumenta la curiosità e crea un forte effetto sorpresa che stupisce il visitatore riempiendolo di inattesa meraviglia. Il vallone in cui scorre il fiume non ha una andamento rettilineo, numerose anse si susseguono a tratti diritti occludendo il campo visivo. La cascata si trova proprio all’interno di un’ansa che collega due tratti retti. Tale ansa ha un angolo di curvatura molto piccolo che costringe il fiume a piegare bruscamente e velocemente. Ciò contribuisce notevolmente a nascondere lo scenario all’interno dello stretto passaggio che divide il piano superiore dal piano inferiore, incrementando notevolmente le emozioni suscitate dall’incontro con la cascata. Il fiume, a causa della scarsa piovosità di questo periodo autunnale, ha un livello ancora basso, ma sufficiente per dare un’idea precisa sul posto. Arrivati in prossimità del salto, pur continuando a non vedere nulla di nuovo, percepiamo la presenza della cascata dal bellissimo suono generato dal fragore della caduta delle sue acque che, riecheggiando tra le pareti della gola, riempie la valle di armoniose e cicliche melodie. Avvicinandoci sempre più al luogo da dove proviene il forte fragore di acque, la struttura della valle si restringe e contemporaneamente innalza le sue pareti laterali, assumendo una conformazione sempre di più simile a un canyon. La parete destra della gola repentinamente vira a sinistra chiudendo la prospettiva anteriore su un bellissimo strapiombo di roccia scura e nuda, alto diverse decine di metri. Il fiume sembra scomparire nel nulla. La curiosità cresce vertiginosamente e ci spinge ad andare avanti velocemente per scoprire cosa si nasconde all’interno del canyon. Ci spostiamo di pochi passi e improvvisamente la cascata si mostra ai nostri occhi in tutta la sua bellezza. La direzione di provenienza da noi percorsa, ortogonale all’ansa formata dal fiume, ci mostra il bellissimo salto d’acqua inquadrandolo lateralmente, fornendoci così una visione prospettica più profonda e di maggiore effetto. Rapidamente ci avviciniamo e con grande meraviglia scrutiamo e osserviamo con ammirazione tutti gli angoli e tutte le direzioni di questo piccolo paradiso terrestre. La cascata è incastonata in una cornice di verde lussureggiante, formata dal fitto bosco di sugheri che connota l’intera vallata. Ci portiamo ai piedi della cascata e la fotografiamo cercando di riprenderla da vari punti differenti, per poterne ammirare la bellezza in tutte le sue sfaccettature. Il nostro cammino in piano si ferma proprio sotto la cascata, un muro alto diverse decine di metri ci separa dal suo piano superiore, impedendoci di proseguire e di raggiungere la conformazione rocciosa del piano superiore, che si intravede dal basso. Studiamo con attenzione la struttura delle pareti verticali che a giro si chiudono su di noi e individuiamo un possibile passaggio sul fianco sinistro, sulla scia lasciata da una recentissima frana. La parete da scalare è in terra e si presenta molto instabile a causa del suo continuo scivolamento a valle. Grazie al fondo bagnato, tra mille difficoltà e rischi, riusciamo a risalire la ripidissima scarpata aggrappandoci alle radici emerse degli alberi rimasti sul ciglio più alto, mentre la terra sotto i nostri piedi scivola giù, negandoci il suo appoggio. Il percorso è molto impegnativo ma alla fine ci consente di raggiungere una posizione straordinaria che apre la nostra visuale sui tre piani attraverso i quali il fiume, sotto forma di cascate, procede per attraversare l’originalissima gola. Scopriamo l’esistenza della seconda cascata e dell’anfiteatro roccioso già descritto nel precedente reportage sul fiume Nicoletta. Guardando attentamente la struttura ed esaminandone tutti i segni lasciati su essa dall’acqua comprendiamo che durante i periodi di piena la cascata si trasforma in un eccezionale spettacolo che coinvolge tutte le strutture rocciose laterali, creando un vero e proprio carosello d’acqua. E’ evidente che la gradinata dell’anfiteatro roccioso si trasforma per tutta la sua larghezza in una sequenza continua di piccoli salti che convergono nella sottostante piscina, da cui poi la massa d’acqua tracima violentemente e maestosamente nella sottostante gola, trasformando l’attuale cascata in un largo ventaglio di cascate parallele. Spettacolo sicuramente straordinario che speriamo di poter documentare in tempi opportuni, se possibile. Raggiungiamo la posizione più alta e sicura. Siamo su uno strapiombo alto circa 20 metri, molto solido e stabile, ma totalmente inaccessibile verso il basso. Da questo punto privilegiato e unico ammiriamo lo spettacolo delle due cascate, della piscina e dell’anfiteatro che le collega. Abbiamo conquistato una posizione che ci consente di godere di una eccezionale visione prospettica aerea. Ci fermiamo a lungo in tale punto per scattare le varie fotografie necessarie a documentare la bellezza del posto e nel contempo ci abbandoniamo alla contemplazione pura. Siamo profondamente soddisfatti delle straordinarie e particolari bellezze che il Creatore ci ha consentito di conoscere, ammirare e amare. Questo incontro intenso con Dio ci ha legato fortemente al posto facendolo entrare per sempre nel nostro cuore e nella nostra indelebile memoria. Ringraziamo di tutto il Signore e lo lodiamo per l’immenso dono concessoci.

Un doveroso ringraziamento va anche al Sig. Domenico Turrisi che ci fatto conoscere tali bellezze e ci ha fornito tutte le indicazioni necessarie per poterle raggiungere.

Capo d’Orlando, 04/12/2012

Dario Sirna.

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