CARONIA – CASCATA NICOLETTA – TRATTO ALTO

SECONDO SALTO DELLA CASCATA NICOLETTA DI CARONIA

L’escursione di oggi si svolge nel territorio del Comune di Caronia ed esattamente nel vallone scavato dal torrente Nicoletta. Il vallone è stato risalito seguendo il percorso del fiume fino ad arrivare alle due bellissime cascate che si trovano nella parte centrale dello stesso. L’escursione ci ha fornito diverse occasioni interessanti con numerosi spunti fotografici che ci hanno indotto a suddividere il cammino compiuto in vari tratti al fine di dare una documentazione completa e dettagliata delle bellezze naturali nascoste all’interno dell’affascinante vallata.

Il fiume è stato raggiunto dall’omonimo ponte costruito a servizio della strada di contrada Badetta. Oggi illustreremo e descriveremo la parte alta della cascata. Tale zona è invisibile dal basso e per essere documentata ha richiesto un notevole sforzo fisico per il superamento della difficile barriera montuosa che separa i tre diversi livelli del fiume. Le due cascate sono originate proprio dall’esistenza ravvicinata, quasi sovrapposta, di questi tre piani, posti a diversa quota e scavati dal fiume all’interno del vallone. Date le notevoli difficoltà incontrate e gli elevati rischi del percorso effettuato sconsigliamo l’impresa a persone non sufficientemente preparate e agili. Infatti, per raggiungere il piano più alto, quello da cui parte il primo salto, occorre dapprima scalare in salita il ripidissimo versante sinistro del vallone e successivamente, dopo avere superato la zona delle cascate, occorre ridiscendere lo stesso versante, seguendo un percorso l’altrettanto ripido e pericoloso. La stessa cosa vale in fase di rientro, non essendoci altri sbocchi disponibili. Le difficoltà di cammino sono comunque ampiamente ricompensate dalla straordinaria e suggestiva bellezza del luogo. Quest’ultima costituisce, infatti, uno stimolo irresistibile, grazie al quale ci è stato impossibile tornare indietro senza dare almeno uno sguardo all’ambiente dei piani superiori. A dire il vero già dal livello più basso, quello in cui si riversano le acque della grande cascata, la prospettiva del vallone consente di individuare ai piani superiori una particolare conformazione rocciosa che immediatamente desta grande curiosità. Stimolati da tutti questi favorevoli segnali abbiamo raggiunto il livello più alto delle due cascate. Il Vallone qui presenta un volto nuovo dovuto alla presenza nel letto del fiume di grandi stratificazioni rocciose che scendono dal versante ovest con un andamento quasi orizzontale. Il versante destro del vallone (destro per chi scende verso le cascate) presenta invece un alto strapiombo appoggiato alla base su una consistente stratificazione rocciosa, erosa e scavata dalla corrente del fiume proprio in corrispondenza dell’alveo. Il taglio netto operato dall’acqua sulla parete della montagna ci mostra una sezione della stessa rivelandoci la sua struttura interna a strati pressoché orizzontali. Scendendo verso le cascate la conformazione rocciosa del vallone assume un’architettura sempre più interessante e suggestiva. Improvvisamente il vallone si trasforma in un anfiteatro circolare la cui arena interna è interamente occupata dalla piscina formata dalle acque riversate al suo interno dalla prima delle due cascate. Il salto di questa cascata ha un’altezza di circa cinque metri e si trova a ridosso della parete rocciosa che si innalza sul versante destro del fiume. L’anfiteatro naturale creato dalle rocce è stato scavato nel corso dei millenni dalla forza erosiva del fiume. Esso porta in numerosi punti evidenti segni del passaggio abbondante e continuo dell’acqua. In molte zone ci sono, infatti, i tipici solchi levigati dovuti all’azione erosiva del fiume. Presumiamo che durante il periodo invernale e primaverile l’abbondanza delle precipitazioni possa far aumentare il livello dell’acqua nel fiume fino a farlo espandere nella zona in questione, creando così un effetto cascata molto più ampio e molto più suggestivo. La conca ad anfiteatro è formata da una gradinata rocciosa naturale che con passo regolare degrada verso l’arena centrale restringendosi su di essa, proprio come accade in un teatro classico. Le dimensioni dell’area occupata dall’intera struttura rocciosa sono ovviamente minori rispetto a quelle dei teatri veri e propri. I gradoni che formano gli spalti della singolare conca rocciosa, sono piuttosto regolari e presentano una colorazione chiara macchiata di ruggine nella parte centrale e una colorazione marrone sulle due fiancate laterali. In condizioni di piena il fiume esce dal suo attuale sito e si riversa su tale gradinata, generando, così un effetto cascata di grandissimo pregio. Cercheremo di tornare sul posto quando le condizioni del fiume diventeranno favorevoli al verificarsi di questa circostanza per documentare questo straordinario spettacolo. Con grande cautela ci muoviamo in mezzo alla gradinata fino a portarci sul bordo esterno della sottostante piscina. Qui lo spettacolo raddoppia e si completa. Siamo proprio nel punto da cui le acque del fiume, dopo essere precipitate dalla cascata nella piscina del piano intermedio si buttano giù da un secondo precipizio, alto circa 15 metri, compiendo uno spettacolare volo che le conduce direttamente al piano inferiore, da dove, dopo essersi spezzettate in un numero non quantificabile di suggestivi schizzi, si ricompongono per riprendere a scorrere nel letto del fiume. Mentre alle nostre spalle l’anfiteatro roccioso con la relativa cascata ci fa da cornice, da sfondo, e da scenografia, di fronte a noi lo spazio si apre nel vuoto e finisce per essere convogliato in un’ampia prospettiva che avvolge tutto il vallone sottostante, ove defluiscono le acque provenienti dalle due cascate. Contemporaneamente, sotto i nostri piedi il fiume continua a dare spettacolo nelle suggestive evoluzioni acrobatiche della cascata principale. La bellezza del posto regala un serie continua di forti emozioni, proprio come in un teatro durante una rappresentazione di grande successo. E’ difficile riuscire a trasmettere agli altri la grande gioia suscitata da questo spettacolo della natura, occorre necessariamente vivere l’esperienza in prima persona per essere coinvolti e conquistati totalmente. Dopo avere scattato le foto ci accomodiamo sulla bianca gradinata dell’anfiteatro roccioso e per un attimo ci perdiamo nella contemplazione di questa incantevole e sorprendente natura. Il contesto esterno al fiume è caratterizzato da un bellissimo mantello intenso ed uniforme di verde. L’essenza principale del bosco è il sughero, con esemplari secolari che si innalzano dal suolo montuoso con un portamento elegante, raffinato e soprattutto monumentale. Questa cornice di verde spontaneo e selvaggio conferisce a tutto l’ambiente un ulteriore elemento di pregio che abbellisce e completa l’intero paesaggio. Il nostro cuore sente nascere spontaneamente dalle sue più intime profondità il desiderio di lodare il Creatore per tanta bellezza e di ringraziarlo per averci concesso il dono di poterla ammirare e vivere, facendoci sentire a nostro agio e sotto la sua sicura protezione durante tutto il grande cammino compiuto.

Capo d’Orlando, 27/11/2012

Dario Sirna.

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