CARONIA – LE CASCATE DEL CARDONETA A VALLE DEL PONTE CILENTO
Il reportage che vi proponiamo oggi si riferisce ad un’escursione effettuata in data 23 febbraio 2013 nel fiume Cardoneta, a valle del ponte che attraversa tale corso d’acqua in località Cilento. L’escursione ripropone in breve le bellezze di questo fiume già esplorate e documentate nei mesi scorsi con dettagliati reportage. |
Abbiamo ritenuto utile ripetere l’escursione per attestare il fascino ulteriormente conferito al fiume dalla abbondanza idrica del regime invernale, con l’esclusivo scopo di mostrarvi la sua veste più smagliante e attraente. Il torrente in questione lungo il suo percorso diretto a valle, come già ampiamente documentato nei reportage sopra citati, si spezza in vari punti dando luogo alla formazione di altrettante cascate, di cui le più spettacolari sono due. Scendendo verso valle la prima cascata che si incontra è alta circa dieci metri ed è caratterizzata dalla frammentazione del flusso d’acqua del fiume in tante vene secondarie che si allargano su tutta l’ampiezza del muro roccioso che genera il salto. Questa frammentazione della portata idrica del torrente allarga notevolmente il fronte della cascata dando luogo ad un effetto estetico di grande pregio. Il fenomeno è reso possibile dalla particolare conformazione del letto roccioso su cui scorrono le acque a monte della cascata. La roccia, lavorata dall’erosione fluviale, risulta infatti scavata in vari piccoli canali che a causa della giacitura orizzontale del greto, prima di arrivare al baratro del salto, si suddividono a loro volta in un ventaglio sempre più ampio di piccoli percorsi con l’effetto consequenziale di distribuire la portata sull’intera larghezza del letto del torrente. Il punto in questione presenta elevate caratteristiche di pregio sia sul piano superiore del salto, sia sul piano di arrivo dello stesso. Il piano superiore è particolarmente abbellito dalla caratteristica forma e struttura del letto roccioso su cui si muovono le acque. Le condizioni di questo piano di arenaria non sono eccessivamente difficili per cui rendono possibile il suo attraversamento fino al punto di rottura. Qui è possibile osservare con grande attenzione sia il volo compiuto dalle acque del fiume dal precipizio da cui si lanciano, sia la bellissima prospettiva della gola in cui si raccolgono e continuano a scorrere le acque all’arrivo della cascata. Il passaggio dal piano superiore del fiume al piano inferiore è molto difficile. Nell’escursione precedente abbiamo sfruttato la stessa parete rocciosa su cui scivolano le acque della cascata, ma la portata del fiume era notevolmente più bassa e consentiva questo passaggio sul lato di ponente, solo marginalmente interessato dallo scorrimento idrico. In questa escursione questo passaggio era impedito proprio dalla abbondante presenza di acqua. Per ovviare a questo inconveniente ci siamo ricavati un passaggio alternativo realizzato sulla sponda opposta del fiume. A monte del salto ci siamo arrampicati sulla parete obbliga dell’argine naturale destro e abbiamo raggiunto il ripido pendio che collega direttamente con il fondovalle della sottostante gola. Raggiunta la cascata nel suo punto di arrivo abbiamo constatato con tanta meraviglia che l’effetto della frammentazione e dell’allargamento del flusso unico sull’intera larghezza del fondale roccioso è all’origine di un eccellente spettacolo che permette alle acque di rivestire per intero tutto il fronte della faglia verticale rocciosa da cui essa ha origine. La natura scabra della roccia che compone le pareti del salto a sua volta dà luogo alla formazione di innumerevoli schizzi secondari che nell’insieme formano uno spettacolo unico e suggestivo. Scendendo ancora più a valle, superata la gola della prima cascata, improvvisamente il panorama sembra aprirsi e illuminarsi, il fiume scorre tranquillo e avanza senza dare luogo a particolari fenomeni, poi il tutto scompare, come inghiottito, all’interno di un baratro profondo più di quaranta metri, forse pure cinquanta. E’ il punto di partenza della Fontana dell’Angelo. Qui lo spettacolo supera tutte le nostre aspettative. Le dimensioni diventano catastrofiche, lo sbalzo è indescrivibilmente bello e affascinante. Il flusso principale, prima di gettarsi nel volo, si suddivide in due flussi secondari di cui il primo, sulla sinistra, mantiene il 95% della portata principale e il secondo sulla destra assorbe il restante 5%. Vista dall’alto la cascata incute paura per l’enorme salto, ma in realtà per chi volesse affacciarsi da essa non presenta né tante difficoltà, né gravi pericoli, ovviamente occorre tenere sempre molto alta la prudenza ed essere sicuri di non soffrire di crisi di vertigini. L’altezza del salto è tale che lo stesso nel suo volo verso il basso si perde nel vuoto impedendo una osservazione completa dello stesso. La veduta aerea della cascata si allarga al bellissimo scenario della sottostante gola, ove le acque del fiume si ricompongono in un unico flusso per riprendere il loro cammino verso il mare. Per scendere al piano inferiore della cascata abbiamo utilizzato lo stesso percorso segnalato nel reportage precedentemente pubblicato su questa singola cascata, precisiamo, al riguardo, che non ci sono alternative possibili. Raggiunto il letto del fiume nel punto di arrivo della cascata non ci siamo potuti avvicinare come nel precedente reportage al punto di impatto dell’acqua a causa della notevole abbondanza della stessa e soprattutto a causa di una corrente aerea molto forte che trasformava il flusso in caduta in una nuvola di pioggia impalpabile distribuita in tutta l’area in questione. L’effetto della eccessiva nebulizzazione dell’acqua ad opera dell’abbondanza della stessa e del gioco dei venti ha reso impossibile lo scatto delle foto dalle posizioni più interessanti e, fino ad una certa distanza, ha compromesso anche tutti gli altri scatti. L’escursione è poi continuata fino al raggiungimento nelle sottostanti aree del fiume di altre tre zone caratterizzate dalla bellissima e spettacolare presenza di ulteriori piccole cascate. Il fiume, in discesa, è stato percorso fino alla sua foce per esplorarne tutto il percorso. Le parti più basse, pur mantenendosi ricche di tanti spunti fotografici di rilevante interesse, dovuti alla continua presenza di giochi d’acqua, di rocce di arenaria, di gole e di verdissimi scenari campestri e boschivi, non presenta altri punti significativi come le due cascate sopra descritte e come la doppia cascata a monte del ponte. Ringraziamo con tanta gioia il Signore per averci concesso, come sempre, la grazia di approfondire la nostra conoscenza del fiume, delle sue bellezze, del fascino di tutta la creazione e per averci preservato dai tanti pericoli che insidiano il percorso compiuto.
Capo d’Orlando 17/04/2013
Dario Sirna
Con la collaborazione di Sebastiano Mirici