MAESTRALE E MAREGGIATA A CAPO D’ORLANDO APRONO LA NUOVA STAGIONE INVERNALE
La stagione invernale è appena iniziata e ci ha già fatto gustare il sapore intenso delle sue sferzate meteorologiche. Le giornate si sono accorciate moltissimo e siamo quasi prossimi al solstizio d’inverno, il Vortice Polare ha già subito la sua prima scissione, in Siberia il potente Orso russo ha raggiunto dimensioni eccezionali con temperature al suolo di -50°C, il Mediterraneo è stato invaso da una colata d’aria di origine artico marittima, e la Sicilia sta facendo i conti con il primo serio attacco ciclonico del periodo. |
Il tepore di ieri è stata solo una fugace illusione alimentata dal richiamo pre-frontale caratteristico delle aree cicloniche in avvicinamento. Dietro la massa d’aria tiepida, infatti, si nascondeva un mulinello di aria fredda che con le sue strette e veloci spire ha inghiottito la nostra isola trascinandola in un gorgo tempestoso di precipitazioni, di folate di vento e di spettacolari mareggiate. Il guasto si è manifestato già nel primo pomeriggio di ieri, quando i venti si sono disposti dai quadranti occidentali cominciando a ruotare intensamente intorno al minimo depressionario in avvicinamento. Contemporaneamente i cieli sono stati rapidamente occupati da imponenti e affascinanti cumulonembi. Nella serata di ieri sono arrivate le prime precipitazioni. I fenomeni si sono intensificati durante la notte, prolungandosi fino al primo pomeriggio di oggi. Il sonno degli orlandini è stato, così, disturbato dal cupo e continuo ululato del mare tempestoso che unitamente alla insistenza delle piogge ha trasformato la notte scorsa in una notte da lupi. Anche il risveglio e l’intera mattinata di oggi sono stati fortemente caratterizzati da un tempo intensamente perturbato e violento. Le raffiche di vento hanno battuto tutto il versante tirrenico dell’isola sconvolgendo notevolmente il mare. Capo d’Orlando è stata attaccata dalle onde nel suo punto più debole, il lungomare del centro. Le onde altissime hanno dato spettacolo, rincorrendosi una dietro l’altra e andandosi ad infrangere sul litorale. Il mare si è trasformato in un letto di schiuma bianchissima, mentre schizzi violenti e alti hanno scavalcato le barriere murarie per riversarsi con il loro carico di sabbia sulla sede stradale. In breve il manto stradale è scomparso, per lunghi tratti, sotto l’acqua marina e la ghiaia, riportandoci alla memoria alcune storiche mareggiate. Data l’importanza della tempesta e lo spettacolo che la stessa ha regalato abbiamo documentato con un reportage fotografico la dura lotta tra le onde e la costa. Le foto sono state scattate dopo le ore 15,00, quando il cielo si era oramai aperto, il vento era già sceso parecchio di intensità e la mareggiata aveva superato il suo apice. Il minimo depressionario, infatti, aveva già lasciato l’isola, allontanandosi da essa con la stessa rapidissima velocità con cui si era avvicinato. I modelli meteorologici continuano, comunque, ad elaborare previsioni e tendenze caratterizzate da un recrudescenza dei fenomeni e da una persistenza, a fasi alterne, degli stessi fino al 10 del mese. L’abbassamento termico più intenso accompagnato dal passaggio del vortice ciclonico è arrivato, come quasi sempre accade, alla fine della fase perturbata, ma ha comunque prodotto i suoi bianchi effetti sulle cime dei Nebrodi, ad una quota superiore ai 1.200 m slm. Le foto del reportage allegato sono state scattate in gran parte dalla curva del faro, punto più vicino alla battigia e più esposto alle correnti. Qui le onde sono straordinariamente grandi e vicine. Possono essere osservate senza grandi rischi, a parte qualche doccia improvvisa. La presenza degli scogli del Porto Vecchio costituisce inoltre un’importante barriera naturale che spezza la violenza del mare e contemporaneamente frantuma le onde in bianchissimi e spettacolari schizzi di schiuma, alti come colonne. Guardando a ponente, invece, si può ammirare l’infinito ricorrersi e infrangersi delle onde l’una sull’altra, con una sequenza di bianchi merletti e luccicanti balze che dal mare aperto si riversano sul litorale fino ad allungarsi sul lungomare. Il controluce del pomeriggio, nella spettrale e fumante atmosfera creata dalla salsedine completa il quadro di questo straordinario dipinto, con pregevoli accostamenti e sfumature di ombre e contrasti. La salsedine strappata dal vento alle onde del mare, velocissima, raggiunge il centro Orlandino sommergendolo col suo candore e col suo intenso profumo di mare in tempesta. I punti più critici del lungomare, attaccati dalla forza delle onde, vengono letteralmente travolti dal mare. Le onde, arrivando con violenza sul muro di argine, lo risalgono verticalmente e con la spinta della loro forza lo scavalcano sollevandosi sopra di esso di 4-5 metri, per poi ricadere sulla sede stradale. La bianchissima schiuma formata dal turbolento rimescolamento dell’onda attenua la tragicità dell’evento, donandogli un’ingannate veste di luce, ma la forza delle onde, la loro imponenza e la loro frequenza ininterrotta attentano vigorosamente alla nostra sicurezza, facendoci sentire piccoli di fronte al dominio incontrastato della natura. Sentiamo nel nostro cuore la necessità di affidarci totalmente alla protezione divina, unica certezza di salvezza in qualsiasi circostanza della vita.
Capo d’Orlando 03/12/2012
Dario Sirna