CAPO D’ORLANDO -LA SCOGLIERA DI TESTA DI MONACO – PRIMA PARTE
Siamo a Capo d’Orlando e ci proponiamo di esplorare la scogliera compresa tra il molo piccolo del porto nuovo e Testa di Monaco. Questo tratto di mare è il più selvaggio della zona in quanto per la sua difficile accessibilità è rimasto esente da particolari interventi e stravolgimenti. In questo segmento di costa la scogliera è uno strapiombo che precipita direttamente a mare con pendenze ripidissime e quasi sempre verticali. |
Siamo a Capo d’Orlando e ci proponiamo di esplorare la scogliera compresa tra il molo piccolo del porto nuovo e Testa di Monaco. Questo tratto di mare è il più selvaggio della zona in quanto per la sua difficile accessibilità è rimasto esente da particolari interventi e stravolgimenti. In questo segmento di costa la scogliera è uno strapiombo che precipita direttamente a mare con pendenze ripidissime e quasi sempre verticali. Tra la scogliera e il mare non esiste spiaggia, né possibilità di realizzare costruzioni, strade o altro. La Nazionale si sviluppa in quota, mentre la linea ferrata passa in galleria, inoltre, non ci sono spazi disponibili per realizzare costruzioni o infrastrutture. Il posto è particolarissimo e suggestivo, inaspettatamente e sorprendentemente bello. La conformazione della costa è talmente accidentata e ripida che il posto risulta visibile solo dal mare, ecco perché avventurandoci al suo interno siamo rimasti estremamente meravigliati e sorpresi per tanta straordinaria bellezza. Rispetto al resto della costa differisce notevolmente, presentando caratteristiche uniche ed eccellenti. L’escursione di oggi si svolge nel tratto di scogliera che si sviluppa ad est del molo piccolo del porto. Il posto è facilmente raggiungibile da Scafa, imboccando sulla S.P. proveniente da San Gregorio, poco prima del cavalcavia delle ferrovie, la deviazione sterrata che conduce al suddetto molo. L’escursione non è difficile, ma richiede tantissima attenzione e cautela perché si svolge tutta in mezzo agli scogli, con tratti che presentano varie difficoltà e che richiedono un minimo di coraggio. Si può ovviare all’inconveniente degli strapiombi e dei tratti difficili entrando in acqua, ma anche questa soluzione, a causa di un fondale fortemente roccioso, insidioso e scivoloso, richiede molta attenzione e cautela, perciò non si consiglia la compagnia di bambini e di persone poco agili e pavide. Il tratto iniziale, quello visitato oggi, già all’inizio si presenta particolarmente interessante. Contrariamente alla bellissima scogliera di San Gregorio qui la roccia è esclusivamente di arenaria gialla. Questa roccia ricorda in parte la roccia del Porto Vecchio e della punta del Capo. Il suo colore è particolarmente caldo e accogliente, esso vira dal giallo intenso al grigio chiaro, passando per tutte le tonalità intermedie, con una sequenza di sfumature di grande effetto estetico e cromatico. Trattandosi di arenaria gli scogli non presentano scabrosità o ruvidezza, ma sono perfettamente levigati con forme quasi sempre arrotondate e mai appuntite o allungate, pur tuttavia essi non sono mai scivolosi a causa della loro friabilità che, pur mantenendoli compatti nella massa, rende le loro superfici facilmente sgretolabili e quindi sufficientemente ruvide. Lungo tutta la costa attraversata la battigia del mare termina direttamente sugli scogli non permettendo, così, la formazione di spiagge di sabbia. I massi e gli scogli occupano la strettissima fascia pianeggiante che si estende dalla riva alla scogliera. In alcuni punti l’acqua del mare bagna direttamente la scogliera, non lasciando margini per la battigia. Qui, in condizioni di mare piatto, è comunque possibile proseguire senza entrare in acqua grazie ad alcuni passaggi che sono garantiti dalle punte degli scogli che dal fondale affiorano in superficie, oppure, in altre situazioni, si può sfruttare la risega di fondazione del muro di sostegno che protegge la soprastante Nazionale. In tal caso bisogna essere bravi a mantenere l’equilibrio e non bisogna soffrire di vertigini, perché il passaggio è largo circa venti centimetri e ad è alto più di due metri sopra il livello del mare. Questa piccola baia completamente nascosta dalla soprastante scogliera e dalla stessa ottimamente protetta è abbracciata come un tesoro da custodire gelosamente e da mostrare solo a chi ha un amore sincero per il mare e la natura. Grazie alla conformazione naturale di questa baia, l’accesso alla stessa, oltre ad essere del tutto invisibile da terra e osservabile solo dal mare, è talmente difficile e scoraggiante da garantirne la sua inviolata conservazione. Solo chi è fortemente motivato dall’amore per il mare e per la natura è, quindi, disponibile a varcarne l’ingresso per inoltrasi al suo interno. Superata l’invisibile porta del molo si entra in un mondo incantato, fatto di grandi scogli e immense rocce, emergenti da un letto di bellissimi massi arrotondati. Questi ultimi costituiscono la spiaggia e sono l’immagine ingrandita dei granelli di sabbia della rena. Qui tutto, infatti, è grande, ogni cosa ha dimensioni magicamente moltiplicate e straordinariamente modellate. Questa costa sembra la spiaggia riservata di un popolo di giganti che sbarcano misteriosamente dal mare di una quarta dimensione per godersi le bellezze del nostro pianeta. Sul posto, inoltre, avvertiamo un forte senso di pudore da parte di una natura casta che non osa svelare le sue bellezze più intime per timore di essere deturpata e depredata. L’armonia che lega tra loro gli elementi naturali del paesaggio non lascia spazio alcuno alle stonature, cosicché entrando in questa baia si ha la sensazione piacevolissima di esser ben accolti e di trovarsi a proprio agio. La bellezza dell’atrio di ingresso ci stimola fortemente ad andare avanti suggerendoci di muoverci senza fretta per scoprire ed ammirare tutti i particolari di una natura inaspettata. Quello che ci sorprende fortemente non è solo la scoperta dell’esistenza di un posto così ben nascosto e intatto nella sua bellezza e composizione, ma soprattutto la sua notevole diversità e pregevolezza rispetto a tutti i contesti circostanti. Ci muoviamo perciò tra gli scogli, le rocce, le pietre e il mare lentamente, non solo per prudenza, ma soprattutto per accogliere nel cuore tutte le singole sfumature ed emozioni che il posto ad ogni passo ci offre. E’ un cibo delizioso, che non stanca, non sazia, non sfama mai pur lasciando il cuore piacevolmente appagato. E’ un cibo che profuma di mare, di iodio, di salsedine, di roccia, di scogli. E’ un cibo che si tinge delle bellissime trasparenze cristalline e verdi di un mare che illuminato dai caldi raggi del sole autunnale assume tutto lo splendore di una purissima gemma di smeraldo. E’ un cibo che si colora dei bellissimi riflessi dorati delle morbide forme di arenaria. E’ un cibo che riflette l’azzurro del cielo nelle infinite distese del Tirreno, sagomato sull’orizzonte dalle vulcaniche Eolie. E’ un cibo che ha tutto il gusto intenso e aromatico della macchia mediterranea, arrampicata sulla soprastante scogliera. E’ un cibo che nutre l’anima e la proietta nella dimensione spirituale di Dio, una dimensione in cui la contemplazione del creato è contemplazione del Creatore e del suo amore per l’uomo. La bellezza è veramente tale se essa ci mette in stretto contatto con Dio, se essa ha la capacità di immergerci nell’amore divino e di farci crescere in tale esperienza. In tal senso questo posto è veramente un posto speciale perchè offre tante opportunità di crescita. La nostra lode e il nostro grazie salgono, allora, direttamente a Dio per il dono di questa bellissima e indimenticabile giornata.
Capo d’Orlando 23/10/2012
Dario Sirna