CAPO D’ORLANDO – LAGHETTO DI SAN GREGORIO
Siamo a Capo d’Orlando e ci proponiamo di documentare il piccolo specchio d’acqua che si trova alle spalle del Monte della Madonna, lungo la litoranea che dal centro conduce a San Gregorio, passando sotto il faro e, quindi, valicando la punta del Capo. Non sono necessarie indicazioni particolari per arrivare sul posto, in quanto lo stesso è facilmente raggiungibile dal centro sia a piedi che in macchina e non presenta particolari difficoltà. |
L’escursione è facile e richiede poco tempo. La punta del Capo costituisce un punto fondamentale nello sviluppo della costa e della litoranea. Essa è il punto più avanzato del promontorio, il punto in cui la terra si allontana dall’ossatura dell’isola per spingersi all’interno del mare. La punta vera e propria può essere considerata come l’unghia di uno dei piedi su cui appoggia la costa settentrionale sicula. Il Tirreno, le cui calde acque bagnano questo litorale, qui si mostra in tutta la sua bellezza e, soprattutto, in tutta la sua indomabile forza. Il punto è molto esposto sia alle mareggiate che alle bufere che si sprigionano dai quadranti settentrionali. Le acque, che nel periodo estivo assumono la bellezza e la tranquillità di una calda laguna, nelle altre stagioni dell’anno sono preda di violentissime e spettacolari mareggiate. Il capo divide letteralmente in due parti il litorale. Ad ovest di esso si sviluppa il litorale di ponente, caratterizzato da fondali profondi ed essenzialmente sabbiosi, ad est, invece, si sviluppa il bellissimo litorale di levante, meglio conosciuto con il nome di San Gregorio, dalla frazione che dopo la scogliera si adagia sulla sua costa. Provenendo da Capo d’Orlando noi ci troviamo proprio all’inizio di questo litorale, nel tratto retrostante il Monte della Madonna e il relativo Santuario. In questa zona la disposizione prevalente delle correnti ha consentito l’accumulo di una notevole quantità di sabbia, tanto da formare un’ampia piattaforma sabbiosa da cui si è formata la spiaggia più grande di tutto il litorale orlandino. Questa zona, rispetto al promontorio si trova sottovento, per cui pur essendo molto battuta dalle tempeste, difficilmente è aggredita dalle onde. I contrafforti rocciosi posti a ponente la proteggono efficacemente dall’erosione, che qui sembra non aver prodotto grandi stravolgimenti. Il laghetto sorge in prossimità della Strada Provinciale che porta a San Gregorio, in una zona più vicina alla base del Monte che alla riva del mare. La sua formazione sembra essere dovuta ad una depressione del terreno che consente alle acque marine di riaffiorare dal sottosuolo in superficie. Osservando con attenzione è però possibile riscontrare anche la presenza di una fonte di alimentazione dolce proveniente dalla montagna. Probabilmente è l’azione combinata dei due fattori che permette l’esistenza del laghetto e il mantenimento invariato del livello delle sue acque. Il laghetto è circondato in tutto il suo perimetro da grandi depositi di sabbia marina, alti circa un metro, che in corrispondenza del lago, improvvisamente, sprofondano nel sottosuolo, dando la possibilità alle acque sotterranee, sia esse salate che dolci, di emergere in superficie per formare lo specchio d’acqua. La superficie occupata dal lago è molto piccola, lo stesso a prima vista sembra più una pozza che un laghetto naturale. Per apprezzarne tutta la sua nascosta bellezza occorre necessariamente fermarsi, raggiungerne le rive e fare il giro di tutto il suo perimetro. Solo così si può apprezzare la ricchezza dell’ambiente naturale da esso costituito e in cui esso è immerso. Le barriere sabbiose che lo delimitano in parte sono ricoperte da grandi macchie di verdi arbusti tipici dell’ambiente salmastro delle spiagge e in parte sono nude. A queste macchie di verde si alternano interessanti gruppi di scogli e rocce naturali di arenaria. Colpisce immediatamente sia la grande armonia naturale con cui i vari elementi che compongono e occupano lo spazio sono collocati, sia la reciproca mutua relazione con cui gli stessi si armonizzano tra di loro. La sabbia, l’acqua, la roccia, il cielo e il verde delle vegetazioni spontanee sono intimamente collegati tra loro, tanto che ognuno di questi elementi, pur mantenendo inalterata la sua bellezza, in realtà serve ad esaltare gli altri componenti. Questo gioco, o meglio questo lavoro, compiuto dalla natura per accrescere e valorizzare la bellezza complessiva del posto è reciprocamente realizzato da ogni elemento partecipante. Ad esempio, l’acqua mette a disposizione di tutti gli altri elementi le sue più alte qualità, presentandosi come un bellissimo specchio blu, sulla cui ferma superficie si riflettono le forme e i colori del cielo e di tutti gli altri componenti. Analogamente la sabbia, fine, grigia ed omogenea, sembra avvolgere e riempire tutto lo spazio di sfondo con un vellutato tappeto di seta, sulle cui morbide pieghe, come preziosi elementi di arredo, si sollevano gli altri elementi. Le rocce e gli scogli, finemente lavorati dall’erosione del vento e dell’acqua, sembrano delle grandi sculture moderne, dai caldi colori naturali, che con la loro casuale, ma armoniosa disposizione, impreziosiscono tutto il resto, conferendo all’ambiente una spiccata fisionomia. La vegetazione spontanea, che a forma di macchia ricopre le rive del laghetto, è il tocco artistico che completa un giardino naturale estremamente interessante e gradevole. Infine la tenda del cielo si innalza sopra ogni cosa per tingerla di azzurro, di luce e di libertà. Anche il contesto esterno offre parecchi spunti di osservazione e di apprezzamento. Il blu del mare da cui ad est si innalza lo strapiombo del promontorio, le sagome sovrapposte e sfalsate dei profili montuosi di levante, le isole Eolie, gli scogli delle vicinissime spiagge, i coloratissimi gozzi di legno che solcano in tutte le direzioni il mare per scrutarne tutti gli angoli e l’immagine riflessa e tremolante del bellissimo Santuario dedicato a Maria SS. di Capo D’Orlando, proiettata dal cielo sulla superficie del lago, costituiscono un validissimo contorno e una ricca cornice, accrescendo ulteriormente la bellezza e il valore di questo piccolo posto. Proprio per le sue ridotte dimensioni il laghetto si presta ad essere visitato solo da gruppi minimi di persone. E’ preferibile andare in due o, addirittura, da soli. La sua quiete e la sua bellezza sono talmente vulnerabili e fugaci che già la presenza di una persona in più o di un individuo particolarmente esuberante potrebbe intimidire la bellezza del lago al punto da farla sfuggire dagli sguardi di tutti. Questo posto è una piccola perla preziosa, emergente dalle salate e vellutate sabbie marine, che si apre alla luce del sole del mattino per poi inebriarsi di profumi nelle notti stellate. Bisogna entrare in questo mondo incantato in punta di piedi, senza turbare l’equilibrio e senza macchiare la delicata veste della natura, approfittando dei momenti più silenziosi del giorno per potere apprezzare la sua particolare bellezza, fatta di atmosfere evanescenti e di piccoli dettagli. A prima vista, gli aspetti più belli del posto potrebbero sfuggire, come sfugge e si nasconde un cardellino quando si sente osservato. Occorre, allora, mettersi a sedere e in silenzio aspettare, con l’anima aperta, che questa bellezza invisibile esca dal suo nascondiglio per farsi ammirare, travolgendoci in se stessa. E’ il mondo delle piccole cose, quelle umili e non appariscenti, che qui il Signore ci invita ad attenzionare. Le dimensioni ridotte e poco importanti ci danno la possibilità di trovare nel piccolo la presenza di una bellezza non meno importante e interessante, una bellezza che comunque trascina l’anima nell’estasi, facendola esultare per la scoperta di tante e stupefacenti emozioni che conducono immediatamente a Dio e ai prodigi del suo amore per noi.
Alla fine dell’escursione la nostra lode sale a Dio per ringraziarlo del dono di questa bella esperienza che ci ha fatto comprendere l’importanza e il valore delle bellezze nascoste, delle piccole cose e delle realtà poco appariscenti.
Capo d’Orlando, 25/09/2012
Dario Sirna