CAPOD’ORLANDO – PELLEGRINAGGIO E PROCESSIONE AL SANTUARIO DI MARIA SS. DI CAPOD’ORLANDO
Nella storia della comunità di Capo d’Orlando e di Naso il 22 ottobre è una data densa di importanti significati. La notte del 22 ottobre del 1958 sulla cima del monte del promontorio di Capo d’Orlando eventi misteriosi fanno ritrovare un piccolo simulacro della Madonna. La statuetta si rivela miracolosa e capace di grandi e straordinari prodigi. Essa diventa un segno costante della presenza di Dio in mezzo al popolo locale, una testimonianza di amore unica, la certezza di un’attenzione personale e individuale di Dio verso ogni uomo. |
Il mistero della statuetta rientra nel più complesso mistero dell’incarnazione di Dio nell’uomo, nella storia della salvezza dell’umanità, nelle vicende collegate alla morte e risurrezione di Cristo. Con il peccato l’uomo perde la sua dimensione di eternità e fa esperienza della morte, con la grazia derivante dall’amore di Cristo l’uomo conosce il potere della misericordia di Dio, è liberato dalla schiavitù del peccato, è strappato dal potere della morte, ed è restituito alla vita eterna attraverso il dono della risurrezione. Il progetto di Dio sulla vita dell’uomo prevede oltre all’intervento del Figlio di Dio, la partecipazione di una donna straordinaria. Infatti, in antitesi alla prima Eva, Dio dà all’umanità una Nuova Eva, una donna cioè posta come capostipite di una nuova stirpe di uomini. La prima Eva a causa della sua disobbedienza a Dio e della sua contaminazione con il Diavolo trascina l’intera umanità sulla via del dolore con l’espulsione dell’uomo dal Paradiso. Essa genera una stirpe di peccatori che scelgono spontaneamente di ribellarsi a Dio, di sottrarsi al suo amore, di cercare la realizzazione del proprio destino nell’affermazione dell’io egoistico: per l’uomo è la rovina. Ma Dio nel suo immenso amore, pur lasciando l’uomo libero di sperimentare realtà diverse da quella del Paradiso Celeste, non abbandona il suo progetto e interviene nuovamente con una nuova creazione. Ciò che è andato perso Dio lo vuole recuperare. Non si tratta di rinunciare al progetto originario distruggendo tutte le opere realizzate con esso, non si tratta di cancellare dalla storia dell’universo la prima stirpe di uomini, ma di recuperare ogni cosa persa restituendole la dignità iniziale, quella dignità per la quale tutto è stato voluto da Dio. La prima stirpe di uomini non viene dunque cancellata per essere sostituita con una stirpe nuova, migliore della precedente, esente da difetti. L’uomo non è visto da Dio come un prodotto difettoso da ritirare dal mercato per essere sostituito con un prodotto nuovo, esente da errori di costruzione. Il peccato contamina l’uomo nella sua natura e quindi lo rende debole dal concepimento. Con il peccato l’umanità diventa come una vigna ammalata la cui contaminazione è ormai estesa anche alle radici e ai semi. Ciò significa che ogni uomo ha in sé il germe del peccato, ed è perciò soggetto alla caduta, ma questa condizione umana, pur divenendo connaturale all’uomo, non è vista da Dio come qualcosa di insuperabile, come qualcosa a cui Dio può rimediare solo con la distruzione e la cancellazione dell’intero genere umano. Non è necessario abbattere questa vigna, bruciarne i tralci e le radici, distruggerne per sempre i semi. Nella concezione di Dio l’uomo è perfetto fin dalla sua origine, esso non abbisogna di aggiustamenti che lo rendano creatura infallibile, ma necessita di un aiuto che lo renda capace di purificarsi, un aiuto che gli permetta di redimersi e di tornare a essere amico di Dio, di rientrare nella intimità con Lui, di riappropriarsi della comunione con il Paradiso. Nasce dunque l’esigenza della realizzazione di una via della salvezza, via che permetta a tutto il genere umano di superrare il grande limite derivante dalla contaminazione con il male. La vecchia vigna ha bisogno di una radice nuova, esente da contaminazioni, una radice sana su cui essere innestata e su cui proliferare per vivere in eterno e per produrre semi sani, una radice forte e totalmente invulnerabile. Tale radice deve portare ai tralci della vecchia vigna quella linfa vitale e immortale che è capace di darle la vita eterna. La prima Eva introduce il male nella natura dell’uomo, la Novella Eva deve essere capace di allontanare definitivamente e senza conseguenze tale male. Viene allora creata da Dio una nuova donna, una donna non concepita secondo il normale ordine umano, ordine assoggettato alla contaminazione del male, ma concepita senza peccato originale. Solo una donna esente da tale macchia ha in sé il potere di ricostruire quanto è stato perso all’origine della creazione con la disobbedienza a Dio. La Madonna dunque è a tutti gli effetti uguale a tutte le altre donne, diversa solo per essere stata preservata durante il concepimento dalla macchia della concupiscenza con Satana. Su questo nuovo ceppo viene innestata la vecchia vigna perché dalla sua radice possa trarre la vita eterna. La novità del “nuovo ceppo” non consiste allora nella novità di una creatura speciale, diversa dalle altre donne, in quanto la Madonna è esattamente identica alla prima Eva, vista nella condizione di incontaminazione iniziale. La novità della Madonna consiste invece nella funzione che le viene attribuita nel progetto di redenzione dell’umanità, funzione che può essere capita, trovata e sperimentata solo nella relazione che Ella ha con il Nuovo Adamo. La Madonna è il ceppo incontaminato all’interno del quale Dio introduce una Linfa particolare, una Linfa capace di mantenere sano il ceppo e di estendere le sue capacità salvifiche a tutti i tralci della vigna. Questa Linfa che salva è Cristo. Nel seno della beata Vergine Maria per opera dello Spirito Santo avviene l’incarnazione del Verbo di Dio. La Madonna dà al mondo il Figlio di Dio fattosi uomo. Con questo evento la natura umana viene liberata dalla contaminazione iniziale, quella dovuta al peccato originale. Tutti i figli della Nuova Eva, infatti, sono “esenti” dal peccato originale e hanno in sé il germe di Cristo e lo Spirito di Dio, germe e spirito che li rende capaci di diventare cittadini della Gerusalemme Celeste, figli di Dio nel Figlio Gesù Cristo, membra di Cristo. La Madonna è dunque allo stesso tempo Madre di Dio e Madre della Chiesa. Madre di Dio in quanto madre di Cristo, Madre della Chiesa in quanto noi battezzati siamo stati affidati alla sua maternità direttamente dal Figlio sulla croce. La beata Vergine Maria è un mistero di bellezza e di splendore difficile da spiegare, da esprimere e da trasmettere, ma facile da intuire perché è un mistero che parla di amore. La Madre comunica con i nostri cuori, si rende presente nella nostra vita, ci viene incontro nelle nostre difficoltà, si propone nostra amica, si mostra misericordiosa e provvidente, ha lo sguardo della carità piegato tutto su di noi. Come madre premurosissima è intenta a seguire in nostri passi nel difficile cammino della vita perché l’opera iniziata da Dio in noi attraverso il Figlio giunga a pieno compimento e produca il suo frutto. Maria è per noi certezza di vittoria, aiuto che ci consegna direttamente all’amore salvifico del Figlio. Noi cristiani non abbiamo capito ancora nulla di questa straordinaria Madre e pur venerandola non sappiamo il tesoro e la bellezza che animano il suo cuore e che Lei costantemente riversa su di noi per amore del Figlio.
Capo d’Orlando, 22/10/2013
Dario Sirna.