CHIESA DI PORTO SALVO – MOSTRA DI PRESEPI 2013
Anche quest’anno, in occasione dei festeggiamenti del Natale, è tornato l’appuntamento con i presepi nella Chiesa intitolata a Maria SS. di Porto Salvo, in Capo d’Orlando. L’evento è stato voluto dall’Assessore Cettina Scaffidi, delegata dall’attuale Amministrazione Comunale Paladina alle tematiche relative all’Artigianato e al Culto. |
Per l’organizzazione della mostra l’Assessore Scaffidi si è avvalso della collaborazione e dell’esperienza del maestro di presepi e di diorami Andrea Cipriano, che ha curato personalmente e direttamente la direzione artistica dell’allestimento. La mostra ha raggiunto la sua sesta edizione e si conferma ormai un evento annuale di successo e di grande interesse. Essa, come la tradizione dei presepi vuole, è stata inaugurata l’8 Dicembre, giorno dedicato dalla liturgia della Chiesa alla Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, madre di nostro Signore Gesù Cristo. Essa è visitabile tutti i giorni, sia di mattina che di pomeriggio. L’allestimento dei presepi verrà smontato il 2 febbraio 2014, giorno liturgico dedicato alla presentazione di Gesù al Tempio. Queste due date, 8 dicembre e il 2 febbraio, racchiudono dunque al loro interno un arco temporale in cui la liturgia della Chiesa fa memoria del mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio. In questo particolare periodo il culto religioso rivive in dettaglio tutti gli eventi legati alla nascita e alla manifestazione del nostro Salvatore. L’incarnazione del Verbo di Dio è un evento epocale nella storia dell’umanità, esso segna l’inizio di una nuova creazione, l’inizio di un nuovo tempo, l’inizio di un’era caratterizzata dalla novità dell’eternità. Con la nascita di Gesù Bambino, Dio assume la nostra natura umana, pur continuando a mantenere inalterata la propria natura divina. Dal punto di vista pratico questo fatto straordinario comporta una lunga serie di conseguenze inevitabili, connesse proprio alla nascita di un uomo. Come per ogni essere umano anche la nascita di Cristo ha richiesto un concepimento in un seno femminile. Primo “ingrediente” necessario dunque alla nascita di Gesù Bambino è la disponibilità di una donna. Questa donna è stata preparata da Dio perché concepisse non secondo le decadute modalità umane, ma secondo un disegno di santità conforme all’importanza, al valore e alla natura della Persona protagonista. Così, affinché Dio potesse incarnarsi nel seno della Beata Vergine Maria, era necessario che quest’ultima non portasse nella sua carne la contaminazione del peccato trasmessa da Adamo ed Eva a tutto il genere umano. La Beata Vergine Maria viene allora preservata dal peccato originale, divenendo in tal modo l’Immacolata Concezione, proprio per essere destinata all’incarnazione del Cristo. L’”Eccomi” di Maria alla richiesta annunciata dall’Angelo su incarico di Dio, permette per la prima volta nella storia dell’umanità un concepimento soprannaturale tra una giovane vergine preservata dalla colpa originale e lo Spirito Santo di Dio, che dalla sede Celeste trasferisce nel seno di Maria il Figlio di Dio, dandole una Madre e con essa la natura dell’uomo. Il mistero è teologicamente complesso, ma logicamente semplice se ragionato in termini di amore, di purezza, di salvezza e di santità. In questo progetto tutto ciò che è in contrasto con queste condizioni è estraneo all’incarnazione, tutto ciò invece che è indispensabile ad esse è attuato in pienezza. Il giorno dell’Immacolata Concezione di Maria segna perciò nella storia dell’incarnazione del Verbo un passaggio basilare, un passaggio che dà il via alla realizzazione della missione divina, dopo millenni di preparazione del popolo di Dio a tale evento. La presentazione di Gesù al Tempio, ricordata nel giorno della Candelora è un evento invece che segna il passaggio ad una fase successiva. Il Salvatore del mondo si è incarnato, è divenuto uomo. Ora riconosciuto come l’atteso Messia, deve portare a compimento il progetto divino della nostra salvezza, per questo la sua presentazione al Tempio ha un valore simbolico e reale fondamentale. Con tale presentazione avvenuta nel Tempio, infatti, tutte le promesse fatte da Dio al popolo eletto e relative alla missione di Cristo, promesse in un certo senso depositate nel Tempio dalla parola ivi annunciata dai Profeti, si concretizzano con l’impegno e la coscienza dell’obbedienza piena e totale di Gesù alla Volontà del Padre. In tale giorno il piccolo Gesù Bambino diventa l’adulto Gesù Cristo, uomo consacrato a un’unica missione: la salvezza dell’umanità intera. Il presepe contiene nei suoi simboli tutti gli eventi che appartengono all’incarnazione del Verbo. Laddove, fatti come il concepimento immacolato della Vergine Maria non appaiono, intervengono le date a completare tutto il disegno divino sulla nascita di Cristo. Dunque il presepe va effettuato proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione per introdurre tale evento nell’allestimento del presepe facendolo diventare in un certo senso parte fondamentale dello stesso, come lo è nella storia dell’incarnazione del Verbo. Il presepe ci racconta in maniera elementare la semplicità e la grandiosità dell’amore divino. Immagine del presepe non è il Bambinello in fasce, ma l’amore con cui Dio viene nel mondo per incontrare l’uomo, per stargli accanto, per aiutarlo, per amarlo, per salvarlo e per condurlo nel Regno dei Cieli, ove la morte e il peccato non esistono. Il presepe è la raffigurazione di una delle pagine più emozionanti del Vangelo, la pagina in cui avviene l’incontro tra Dio Salvatore e l’uomo peccatore. Per questo motivo nel presepe non c’è poesia, non c’è magia, non c’è atmosfera, ma c’è molto, molto di più, c’è la regola che dà senso al nostro esistere, ossia la regola dell’amore. Incontrare il Bambinello significa dare giusto significato a tutti i valori della vita, comprendere quale deve essere la direzione del nostro cammino terreno, dirigersi verso la meta celeste. Ogni padre pensando di dare il massimo al proprio figlio e alla propria famiglia si affatica tutta la vita per garantire alla propria discendenza un avvenire solido, ricco, benestante e salubre. In tal senso ogni uomo si affanna per costruire patrimoni che diano garanzie di sicurezza e per intessere relazioni e rapporti con altri simili che allontanino dal futuro umano la solitudine e il bisogno. Ma se la ricchezza è immagine di forza e di invulnerabilità, e la famiglia è illusione di serenità e di pace, non altrettanto incoraggianti sono la tignola, che corrode un patrimonio nel giro di pochi secondi, e la morte, che porta via da noi stessi i nostri affetti più cari senza pietà e beffandosi della nostra impotenza e della nostra debolezza. Un genitore che vuole educare il proprio figlio alla vita deve iniziare proprio dal presepe, nel cui simbolismo sono racchiusi tutti i valori più grandi dell’esistenza. La vita e la storia ci insegnano che ogni bene materiale e affettivo di questo mondo nel migliore dei casi lo dobbiamo abbandonare su questa terra, non potendolo portare con noi dopo la morte, mentre nel peggiore dei casi ci lascia in preda alla disperazione più grande, perdendolo dalle nostre possibilità prima ancora che la morte ci separi da esso. E’ completamente inutile affannarsi contro queste modalità della vita, illusione pura è riuscire a dominarle, molto più utile è invece accogliere il messaggio del presepe, messaggio che ci indica ove risiede la vera felicità e che nel contempo ci dà tutte le istruzioni per conseguirla. Compito di ogni padre è allora insegnare al proprio figlio Gesù Cristo a partire dal Bambinello di Betlemme fino ad arrivare a Cristo crocifisso, morto e risorto. Il tesoro trasmesso in questo modo alla propria discendenza è un tesoro inattaccabile, incorruttibile, inesauribile, eterno, sempre pronto a soddisfare l’uomo in qualsiasi condizione esso si trovi. Cristo è il Tesoro più grande di un uomo, la sua amicizia è garanzia di eterna felicità, di benessere illimitato e di amore senza fine. Il presepe racconta tutto di Cristo e lo fa in maniera semplice, andando incontro a tutti, senza opporre ostacoli a nessuno, rendendosi fruibile per ogni essere umano. Il Natale non è un memoriale che si ripete ogni anno nella liturgia per ricordare un evento e per rivivere una gioia passata, ma è la novità di ogni giorno che consiste nel crescere in ogni istante della vita nella conoscenza di Dio e nella contemplazione del suo immenso amore.
Capo d’Orlando, 16/12/2013
Dario Sirna.