GUALTIERI SICAMINO’ – IL CANYON ALTO – PRIMO TRATTO
Il torrente che scende dalle pendici dei Peloritani che occupano l’entroterra di Gualteri Sicaminò prima di passare nel Canyon del Cataolo per poi gettarsi nella famosa sequenza di salti che porta lo stesso nome, scava tra le ripidissime pareti di queste montagne una gola molto profonda e straordinariamente ricca di grandiose bellezze. |
Non conosciamo il nome di questo luogo, né gli abitanti del posto hanno saputo darcene una indicazione, anzi, con nostra grande incredulità abbiamo appreso che neanche i pastori che vivono e lavorano sul posto, e che per l’attività svolta sono chiamati a conoscere il territorio meglio di qualsiasi altra persona, neanche loro sanno dell’esistenza all’interno di questo canyon di tanta bellezza. Certamente non abbiamo fatto un sondaggio, le notizie cercate sono limitate alle pochissime persone incontrate sui luoghi il giorno dell’escursione, però dalla consultazione delle varie fonti prontamente disponibili non siamo riusciti a trovare nessuna menzione di questo spettacolare posto. Per questo motivo ci sentiamo di dire che il canyon è ignoto al mondo e che la nostra documentazione rappresenta quasi un’esclusiva, la prima pubblicazione ufficiale presente su tale argomento.
La scoperta del canyon è avvenuta, come quasi sempre a noi accade, dalla attenta osservazione del territorio sul posto e dalla ricerca di un approfondimento per mezzo delle immagini satellitari. Nessuna di queste modalità garantisce il successo di un’esplorazione, ma esse aiutano a indirizzare i nostri passi in luoghi ove le possibilità di riscontro sono sicuramente maggiori.
Detto questo precisiamo che l’escursione è molto impegnativa e difficile, raccomandata solo a persone esperte di torrentismo. Certamente non è un luogo per gli amanti delle gite domenicali fuoriporta. Obbligatorio l’uso degli stivaloni alti, in quanto in numerosissimi punti occorre camminare nel letto del fiume non essendovi alternative. In corrispondenza delle cascate è necessario arrampicarsi sulle pareti verticali circostanti e questo esercizio richiede agilità, esperienza, prontezza, audacia, ma anche tanta prudenza. Non si tratta di un’impresa impossibile, ma di un’escursione in cui l’equilibrio tra la paura e il coraggio deve essere dosato e rafforzato dall’esperienza e dalla forma fisica, in modo da evitare passi falsi, ma anche da non tornare a casa con la delusione della rinunzia.
C’è un’unica via di accesso al canyon, l’ingresso lato valle, preferibile all’accesso lato monte per evitare un lunghissimo e stancante giro. La via da seguire è la strada asfaltata che da Gualtieri Sicamino, che ricordiamo si trova alle spalle di Milazzo, sale seguendo le indicazioni per il Cataolo. La segnaletica stradale è esistente ed efficacissima. Giunti al bivio che scende verso il Cataolo, segnalato da freccia stradale, invece di dirigersi in basso occorre continuare sulla stessa strada, salendo. Dopo circa 500 metri di strada esiste un secondo bivio, sempre sulla destra, che immette in una strada secondaria a servizio di un gruppo di case di campagna. Questa seconda pista è in parte sterrata, ma facilmente percorribile con un’utilitaria non bassa. La strada in questione si dirige verso un’ampia vallata al cui interno ricade anche il Cataolo, visibile pertanto dall’alto. Dopo avere superato le case lo sterrato diventa più impegnativo e si sviluppa tutto in salita. Lungo tale salita, sempre sulla destra, si incontra un bivio, relativo ad una trazzera a servizio della linea elettrica. Qui conviene parcheggiare e proseguire a piedi. Dopo circa 30 minuti di strada in discesa si raggiunge l’arteria principale del fiume. Attenzione che in questa vallata confluisco vari torrententelli con relativi valloni secondari, occorre dirigersi verso quello più importante, visivamente distinguibile perché si sviluppa in direzione del Cataolo. Precisiamo che il Canyon oggetto di questo reportage non è quello a valle, quello cioè da cui poi partono le cascate del Cataolo, ma quello a monte.
La documentazione di oggi si riferisce alla parte iniziale del vallone, quella che dà accesso al canyon. Le foto non sono dunque relative al canyon ma al vallone che lo precede, nelle successive pubblicazioni daremo la documentazione della parte interna. Relativamente al conteso paesaggistico, esso si avvale dell’importante contributo della costa e del capo milazzese fino a quando non si entra nel vallone, ove i pendii laterali chiudono il campo ottico in una conca montuosa piena di armoniose sagome. Accavallate e sovrapposte, esse, sembrano lottarsi a vicenda per la conquista dello spazio. Il gioco che ne risulta ha piacevolissimi effetti naturali e panoramici. L’escursione offre una delle atmosfere più belle e importanti del Peloritani. Tra i gioielli naturalistici di questa catena montuosa il canyon è forse il più importante, non trovando eguali neanche sui Nebrodi. L’occasione è perciò ideale per inneggiare al Signore, lodandolo per la bellezza della Creazione e per la dolcezza dell’amore con cui tale bene ci è domato.
Capo d’Orlando 24/02/2014
Dario Sirna
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