CANYON ALTO DI GUALTIERI SICAMINO’ – INGROTTAMENTO E TERZA CASCATA
Continua la nostra esplorazione del Canyon alto di Gualtieri Sicaminò.
Nei tratti precedenti abbiamo incontrato bellezze singolari e uniche costituite da una sequenza ininterrotta di canali rocciosi, gole, cascate, ingrottamenti, strapiombi, e tutto quanto è possibile incontrare in un canyon di straordinaria bellezza.
In questo ulteriore tratto il canyon contina a stupirci con effetti speciali difficilmente riscontrabili altrove perché tipici di questa particolarissima conformazione di rocce e di montagne. All’uscita del precedente ingrottamento, quello documentato con l’ultimo servizio dedicato a questo canyon, le pareti rocciose da cui si gettano le acque del fiume costringono l’escursionista a tornare indietro, ad uscire dall’ingrottamento e a cercare una via alternativa per proseguire nel cammino. A questo punto il fiume stupisce in maniera del tutto inattesa.
Il passaggio da utilizzare per andare avanti si trova sulla destra e non è semplice da superare. Dopo avere scalato una ripida, ma breve, rampa di terra bisogna attraversare dei punti di pericoloso accesso che richiedo grande attenzione e cautela in quanto sono estremamente insidiosi. Ciò permette di raggiungere il piano da cui si gettano le acque della cascata che si lancia nel sottostante aggrottamento e quindi di avanzare verso l’alto.
Il canyon immediatamente sviluppa un secondo ingrottamento, dalle caratteristiche simili al precedente sia per dimensioni, sia per forma, sia per genesi, sia per architettura, sia per bellezza. Ancora una volta massi di dimensioni giganti, rovinati giù dagli strapiombi laterali del canyon, risultano ammucchiati e imbottigliati nella strettissima gola rocciosa scavata dal torrente, formando ambienti sotterranei attraverso i quali il fiume dirige le sue acque. L’accavallamento delle rocce, grazie alle notevoli dimensioni dei massi coinvolti, rende questi ambienti calpestabili e attraversabili, in quanto notevolmente più grandi dell’altezza d’uomo. L’ostruzione ha una lunghezza di circa venti metri e immette in un secondo ambiente, dal pregio naturale ancora più elevato. L’ingrottamento è infatti una sorta di grande cunicolo, un ingresso che dà accesso ad una seconda camera completamente nascosta, al cui interno sono segretamente custodite le bellezze più affascinanti del fiume. Questa seconda camera è a cielo aperto, ha forma irregolare ed è delimitata da pareti rocciose nude e lisce alte da un minimo di 10 metri a un massimo di 20 metri. Al centro della parete trasversale che spezza l’alveo fluviale si trova una magnifica cascata avente un’altezza di circa dieci metri. La conformazione delle rocce su cui si riversa l’acqua in caduta è tale da spezzare il flusso principale in una miriade di schizzi secondari che non permettono al visitatore di avvicinarsi oltre un certo limite senza bagnarsi. La conca sottostante il getto è occupata da una profonda piscina che rende inaccessibile la parte retrostante.
Il posto è ricco di grandi e impensabili meraviglie, bellezze dal gusto esotico che difficilmente è possibile trovare con analoga concentrazione di numero, di qualità e di varietà in altri luoghi. Per questo motivo questo canyon, unitamente al canyon sottostante, unitamente alle cascate del Cataolo e unitamente al tratto superiore, ha tutti i numeri per essere considerato un’eccellenza nel panorama naturalistico della nostra isola. Ci piace molto scoprire che questo posto è sconosciuto a tutti, che le nostre pubblicazioni sono le prime testimonianze che documentano la sua bellezza, che il suo isolamento ne garantisce la conservazione, che tutto quanto su di esso stiamo documentando è argomento inedito. Ci auguriamo che le autorità competenti possano sforzarsi per proteggere tali bellezze e per renderle maggiormente fruibili agli amanti della natura.
Come più volte sottolineato questo canyon ha anche una forte vocazione contemplativa in quanto particolarmente idoneo a favorire, attraverso un profondo contatto con il creato, l’incontro con il Creatore. La bellezza delle meraviglie gustate ha infatti la capacità di estendersi dai sensi allo spirito per raggiungere l’anima e metterle addosso la dolce inquietudine della santità e dell’Amore. Argomenti, questi ultimi, che riconducono l’essere umano direttamente alla Fonte divina nel felice tentativo di creare con essa l’appagante intimità della vera comunione.
Capo d’Orlando 24/04/2014
Dario Sirna
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